27. Salvato?

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Non era stato facile per il corvino, alzarsi da quel pagliericcio, non era stato facile camminare verso la porta, ma lo aveva fatto.

Si era avviato lentamente, zoppicando, verso le cucine, aveva girato corridoi infiniti, ma, alla fine, era arrivato alla sua meta.

Appena ne varcò la soglia, tutti gli schiavi, e le schiave che stavano lavorando, si voltarono a fissarlo, il corvino abbassò lo sguardo, e avanzò lungo lo stretto passaggio che si creava fra i corpi dei lavoratori, ammassati a lavorare.

"Per la Divina Giunone, che ci fai qui?!"

Lo schiavo alzò lo sguardo, trovandosi davanti la donna che poche ore prima, lo aveva svegliato.

"S-sono venuto a lavorare"

La donna lo guardò scettica, e si passò una mano sulla fronte, sospirando pesantemente;

"E cosa pensi di fare in queste condizioni?"

Alec non rispose, non sapeva cosa dire, sapeva benissimo di non essere utile a nessuno in quelle condizioni, sapeva benissimo che sarebbe scoppiato a piangere da un momento all'altro, ma nonostante questo, non voleva restare in quella stanza, non voleva stare in nessun luogo isolato.

"Ascoltami bene giovanotto, tu ora torni nella tua stanza-"

"Ma voi avete detto che avrei dovuto lavorare!"

La interruppe il corvino.

"Non interrompermi! So benissimo ciò che ho detto! Ma certamente non mi è di alcun aiuto uno schiavo malconcio e zoppicante come te! E ora torna sul pagliericcio! Più tardi verrò a cambiarti le medicazioni, prima guarisci e prima potrai lavorare"

Lo schiavo abbassò lo sguardo sconfitto, e fece per andarsene ma l'anziana donna lo bloccò dandogli una ciotola con delle erbe.

"Mangiale appena arrivi, ti aiuteranno a dormire"

Il corvino annuì mantenendo la testa bassa, e si avviò verso la sua stanza, quando ne varcò la soglia, si sedette sul pagliericcio, e ingurgitò le erbe che l'anziana schiava gli aveva dato, l'effetto fu immediato e, in poco tempo, si addormentò.

Quando riapri gli occhi, poche ore dopo, si ritrovò con la fronte umida, e un panno bagnato appoggiato su di essa, si guardò intorno e accanto a sé vide Poblilia che gli accarezzava i capelli.

"Non ti ci abituare"

Nonostante le parole dette dall'anziana schiava, Alexander la vide sorridere.

"Perché sei qui?"

"Sono entrata qualche ora fa a portarti da mangiare, sembravi impazzito, ti dimenavi come un forsennato"

Alec sospirò e chiuse nuovamente gli occhi, lasciando cadere alcune lacrime.

"Dovresti alzarti, l'Imperatore ha chiesto di te"

Il corvino impallidì, e scoppiò in lacrime scuotendo la testa, non avrebbe permesso a quell'uomo di fargli ancora del male.

"Non voglio! Non voglio andare da quel maiale!"

"Maiale?! È così che chiami chi ti salva la vita?!"

Non sono molto soddisfatta di questo capitolo Ma è di passaggio, prossimo aggiornamento: lunedì alle 10:00, riguardo agli aggiornamenti, vi piacerebbe se in questa settimana aggiornassi tutti i giorni?Perché ho già alcuni capitoli pronti devo solo publicarli.

Votate e commentate ^-^

Cupido

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