80. Tornare al potere

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"È inaccettabile!"

Le mura del palazzo tremarono non appena si udirono le urla del Faraone che, dopo aver ordinato alle sue guardie di scortare Alexander nelle sue vecchie stanze, aveva costretto Maryse e i suoi consiglieri a dargli un rapporto completo di tutto ciò che era accaduto al popolo, e al palazzo, durante la sua assenza.

Ne era rimasto sconvolto, il popolo moriva di sete e di fame dato che Maryse aveva chiuso loro l'accesso al fiume e ai campi di grano, il bestiame era stato sequestrato, ed era lei stessa a decidere quante provviste concedere ad ogni famiglia.

"Ti ho lasciato il mio trono perché pensavo di potermi fidare di te! Non per far morire i miei sudditi!"

"Vi chiedo perdono mio signore"

Supplicò la donna inginocchiandosi ai suoi piedi, ma questo servì solo ad incrementare la rabbia di Magnus che, preso dall'ira, le diede un violento schiaffo, così forte da farle girare la testa di lato.

"Guardie! Portatela via! Toglietemela di vista!"

Nonostante le urla supplichevoli della sacerdotessa, ella venne scortata fuori dallo studio del Re, per poi essere condotta nelle sue stanze.

Quasi disperato Magnus si lasciò cadere sulla prima sedia che trovò vicino a se, doveva assolutamente fare qualcosa.

Passò circa un ora immerso nei suoi pensieri alla ricerca della soluzione migliore per se e per i suoi sudditi.

"Guardie! Voglio che un gruppo di voi vada al fiume e liberi il passaggio alla massa! Lo stesso verrà fatto con il bestiame e i campi di grano, muovetevi! Entro sta notte non voglio più vedere neanche l'ombra di un soldato che sbarri loro la strada!"

I romani annuirono acconsentendo dimessi, e corsero tutti fuori dalla stanza cercando di eseguire gli ordini il prima possibile.

Il Faraone sfinito, si alzò e con passo stanco si diresse verso le sue stanze.

Non appena varcò la soglia di quelli che erano stati i suoi alloggi per gran parte della sua vita, una strana sensazione di tristezza lo attraversò forse per il pensiero che in quel posto aveva avuto così tanti ricordi, sia piacevoli che non, o magari il ricordo della madre che lo veniva a trovare.

Vagò senza meta per le enormi stanze, fino ad arrivare alla camera da letto, vi entrò silenziosamente e la scena che si ritrovò davanti gli fece scaldare il cuore, Alexander era placidamente addormentato con in braccio il loro bambino, per lui fu una visione migliore di qualunque miraggio.

Scusatemi per eventuali errori.

Prossimo aggiornamento: mercoledì alle 10:00/12:00.

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Cupido

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