49. Dolci carezze

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Era pietrificato dalla paura, davanti a se si prostrava il Faraone in tutta la sua bellezza, lo sguardo gelido, i muscoli tesi, l'espressione impassibile.

In quel momento Alec pregò mentalmente, supplicò gli Dei di risparmiare il suo bambino, e quando il moro si avvicinò il corvino non poté evitare di assumere una posizione fetale, cercando di proteggere il proprio ventre con le braccia.

Lo sguardo dell'Imperatore era impassibile, alzò una gamba come se stesse per colpire lo schiavo, e quest'ultimo altro non poté fare se non chiudere gli occhi e aspettare l'imminente calcio.

Ma il colpo non arrivò, al suo posto sentì una calda presenza al suo fianco, e successivamente due braccia forti lo strinsero in un abbraccio.

Trattenne il fiato, i muscoli ancora tesi e la mente vuota, gli occhi si aprirono, sgranandosi, non osava muoversi per paura che quel gesto fosse solo la calma prima della tempesta.

"Sei teso"

Una voce bassa glielo sussurrò proprio vicino all'orecchio, e il corvino sospirò per i brividi che gli aveva causato.

"Sei freddo"

Una mano gli accarezzò dolcemente i capelli spettinati, e Alec, per quanto provasse a resistere, iniziò a rilassarsi sotto quel tocco gentile e sconosciuto.

Si appoggiò completamente alla schiena del moro, perché nonostante tutto, desiderava davvero essere abbracciato, voleva davvero essere amato, anche solo per un istante, anche se dall'essere che gli aveva rovinato la vita, aveva bisogno di quel tocco.

Le carezze del Faraone scesero sul suo petto, e poi vicino al suo ventre, e, istintivamente, Alexander si allontanò di scatto.

Solo dopo qualche secondo si rese conto dell'errore appena commesso, e iniziò a pregare a bassa voce trattenendo le lacrime.

"Alzati"

La voce del Faraone era dura e la sua espressione sembrava non accettare rifiuti.

Il corvino si alzò con un po' di fatica e, col capo basso, seguì Magnus fuori dalla sua piccola cella.

Quando si fermarono, Alec sentì un lieve tepore intorno a se, alzò lentamente lo sguardo e vide che il moro lo aveva condotto nelle sue terme.

Avvertì un brivido lungo la schiena al ricordo di ciò che era accaduto proprio in quella stanza;

"Spogliati"

Con quelle parole tutte le speranze del corvino andarono in fumo, si tolse lentamente la tunica e, con molta riluttanza, la fascia che copriva la sua intimità.

Rimase nudo e spaventato da quello che lui considerava un mostro, aspettò che il moro lo gettasse da qualche parte approfittandosi del suo corpo, ma così non fu.

Il Faraone infatti, lo condusse gentilmente all'interno di una delle vasche, la più calda, sentì nuovamente la schiena del moro contro la propria.

"Eri sporco"

Sorrise in modo sghembo, nonostante sapesse che Magnus non potesse vederlo, e si rilassò fra le sue braccia.

"Posso?"

La mano del moro era vicinissima al suo piccolo pancione, Alec aveva paura, non era sicuro di potersi fidare, ma nonostante questo, Magnus era pur sempre il padre di suo figlio, e una carezza gli era dovuta.

Così annuì sussultando e, non appena la sua mano accarezzò il proprio ventre, gemette dal lieve dolore e dalla sorpresa quando il suo bambino scalciò contro la mano del Faraone, aveva capito che lì c'era il suo papà.

Scusate l'attesa e spero che questo capitolo ne valga il tempo :) a chi interessasse, alla fine ho sistemato i capelli, ho rasato più di mezza testa ma nonostante tutto il risultato non mi dispiace, anche se ora ho freddo alla testa.

Prossimo aggiornamento: lunedì alle 10:00/12:00.

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Cupido

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