61. Non abbandonarmi

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Vedeva tutto sfocato, intorno a lui tutto era buio, alzò la testa ma si sentì mancare e dovette tornare a stendersi, non si era mai sentito così debole, come se qualcosa lo stesse ancorando al letto su cui era disteso.

Aspettò qualche minuto giusto il tempo di riprendere il controllo dei suoi sensi, si alzò con fatica zoppicando e sorreggendosi contro il muro, nella speranza di lasciare quella camera.

Si sentiva fuori luogo con un vuoto di memoria che lo tormentava, si appoggiò al muro passandosi le mani sul volto prima di uscire definitivamente dalla stanza.

Gironzolò senza meta per tutta la domus, fino ad arrivare alle cucine dove vide una figura che sembrava  addormentata, con la testa sul tavolo e una massa di capelli corvini ad accarezzargli le braccia candide.

Gli si avvicinò accarezzandogli lentamente la testa, capì che il giovane era sveglio nel momento in cui lo sentì trattenere il fiato a contatto con il suo tocco, i muscoli tesi, come a volerlo illudere di essere privo di sensi. 

"Io non sapevo chi fosse..."

Sussurrò una voce docile e spaventata, rauca e graffiante ma dolce come il miele.

Il Faraone si irritò leggermente e strinse i suoi capelli in un pugno, cercando di ignorare il lieve gemito di dolore che emise lo schiavo.

"Ti sei fatto scopare da uno sconosciuto...non cambia la mia decisione, anzi sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta"

Un lieve singhiozzo lasciò le labbra di Alexander che con voce tremante replicò:

"Vi avevo dato un messaggio...pensavo che foste voi, non lo avrei fatto se avessi saputo..."

Il Faraone sostituì la sua espressione irritata con una più dolce, alzò la testa al giovane in modo da poterlo guardare negli occhi lividi di lacrime.

"Alzati"

Il corvino obbedì nonostante fosse così privo di energie, eppure Poblilia gli aveva preparato cibo ed acqua in abbondanza.

Il moro iniziò a trascinarlo lungo un altro corridoio, e quando vide che il giovane incespicava ad ogni passo si decise ad aiutarlo, senza preavviso lo prese in braccio come se fosse una regina e continuò a camminare pensando a quanto fosse leggero nonostante la sua inoltrata gravidanza.

Entrò in una stanza da letto molto più lussuosa di tutte le altre, più ricca di bellezze ed ori, quella stanza che aveva destinato a suo figlio.

Distese il giovane sul letto coprendolo con varie lenzuola di lino, fece per allontanarsi ma il corvino lo fermò tenendo lo sguardo basso e la presa forte sul suo polso.

"Uccidetemi, picchiatemi, approfittate di me...ma vi prego non abbandonatemi"

L'Imperatore si ritrovò a sospirare prima di stendersi accanto al giovane stringendolo a se.

"Ora dormi prima che cambi idea e me ne vada"

Nonostante la sua voce fosse dura e priva di gentilezza, lo schiavo era contento, fu contento anche quando il moro gli porse dell'acqua da una delle brocche presenti nella stanza, e allora il sonno lo colpì e si addormentò col sorriso sul volto.

Scusatemi per il ritardo, ultimamente dormo pochissimo a causa di alcuni problemi famigliari e ho approfittato del pomeriggio per recuperare il sonno mancato e mi sono svegliata più tardi del previsto 😓.

Spero comunque che il capitolo vi piaccia e scusatemi per eventuali errori.

Prossimo aggiornamento: Venerdì alle 10:00/12:00.

Votate e commentate ^-^.

Cupido

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