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Le ciglia della ragazza, distesa su un lettino in ospedale, sfarfallarono velocemente mentre una mano andò a chiudersi a pugno lungo il materasso. Si sentiva strana e molto stordita.

Lentamente aprì gli occhi e una forte luce bianca l'accecò, costringendola a richiuderli. Come un flashback, le ritornò in mente quanto era successo. Una macchina l'aveva investita mentre stava oltrepassando la carreggiata per andare dal suo ragazzo.

Non sentiva dolore da nessuna parte, ma sapeva che quello era l'effetto degli antidolorifici che la rendevano quasi del tutto indifferente a quella sofferenza.

Socchiuse le labbra e provò a parlare, ma le parole le morirono in gola. Non aveva nemmeno le forze per parlare, ma voleva sapere dov'era Minseok e se gli fosse successo qualcosa.

Provò nuovamente a parlare, ma solo un flebile suonò uscì dalla sua bocca poi dischiuse il pugno e cercò con fatica il pulsante per richiamare un'infermiera. Aveva bisogno di sapere da quanto tempo si trovasse lì, che cos'avesse e se stesse bene.

«Serin! Ti sei svegliata, finalmente», Minseok entrò di corsa nella stanza, con gli occhi già lucidi poi la strinse leggermente a sé, avendo persino paura di farle del male se avesse usato troppa forza nel farlo.

«Stai bene?», le chiese in un sussurro, affondando il viso nei suoi capelli e inspirando il suo dolce profumo mentre lei sorrise contro la sua festa e nella sua testa si formò un'idea tanto stupida, ma voleva lo stesso vedere come avrebbe reagito a quella cosa.

«Chi sei?», gli domandò Serin, fingendo di non riconoscerlo. Minseok nell'udire quelle parole si staccò velocemente da lei e la fissò con occhi sbarrati e la gola secca. Davvero non si ricordava di lui?

«S-sono Minseok, il tuo ragazzo», farfugliò lui, sentendo la gola farsi sempre più arida e i battiti del suo cuore sempre più veloci. Aveva bisogno d'acqua e di prendere una boccata d'aria.

Serin non poteva. Non poteva averlo dimenticato. Lui aveva bisogno di lei nella sua vita. Non poteva sparire proprio ora.

«Il mio ragazzo?», Serin inclinò la testa di lato, fingendo non averlo riconosciuto, ma quando vide gli occhi di Minseok riempirsi di lacrime, si sentì una stupida.

Le dita del ragazzo si strinsero maggiormente intorno a quelle di lei mentre con una mano andò a coprirsi il volto, sopprimendo un singhiozzo che però non passò inosservato.

Il viso di Serin si contrasse in un'espressione dispiaciuta poi gli gettò un braccio al collo e fece scontrare le loro labbra mentre su una sua guancia scivolò una lacrima che andò a mischiarsi con quelle di lui.

Il bacio fu molto dolce. Delicate carezze sfioravano quasi con paura la pelle dell'altro mentre i loro respiri velocizzati, si scontravano e intrecciavano tra loro.

Fu Serin la prima a staccarsi che quasi con rammarico, tracciò il contorno lentamente della mandibola di Minseok. Voleva memorizzare ancora una volta quel viso così perfetto che per lei poteva venir tranquillamente paragonato al volto di un Dio, talmente era etereo.

La sua pelle lattea. Quegli adorabili nei che aveva sul viso. Le rosee labbra piene e molto spesso screpolate che si tendevano in un tenero sorriso gommoso che le toglieva sempre il fiato.

Amava ogni aspetto di Minseok. Sia estetico che caratteriale. Era follemente innamorata di Choi Minseok e, adesso vederlo piangere per colpa di un suo stupido scherzo, la faceva stare male e sentire molto, ma molto in colpa.

Il ragazzo era senza fiato e con la bocca socchiusa dallo stupore. La sua Serin si era ricordata tutto? Sapeva chi era? Era per quel motivo se lo aveva baciato?

«Perdonami oppa, non volevo farti spaventare. Ti ho fatto uno scherzo, ma sarebbe stato meglio se non l'avessi fatto perché il solo vederti piangere mi ha spezzato il cuore», mormorò Serin, abbozzando un piccolo e triste sorriso verso il suo ragazzo a cui si riempirono nuovamente gli occhi di lacrime, questa volta però era di gioia.

La sua Serin stava bene, si ricordava di lui e quello era tutto ciò di cui gli importava in quel momento. La salute della sua ragazza era più importante di tutto il resto. Anche se non fosse riuscita a ricordarsi di lui, Minseok le sarebbe stato accanto perché l'amava incondizionatamente e saperla in quel letto d'ospedale, magari da sola, lo avrebbe distrutto dentro.

«Non importa. La cosa più importante adesso è la tua salute. Ti devi riposare. Hai battuto fortemente la testa, ma per fortuna non hanno riscontrato nessun trauma cranico o emorragia interna e per quanto riguarda la gamba, be', grazie a Dio non è rotta. Hai solo preso una gran botta e a me hai fatto venire un gran spavento, amore mio.»

Minseok le prese il viso tra le mani e le lasciò un bacio sulla punta del naso che andò istintivamente ad arricciare poi le baciò la fronte ed infine fece scontrare le loro bocche, bramose di sfiorarsi ancora.

F*cked  [Youth Series ~ Book #17]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora