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Erano passati due giorni da quando Minseok era tornato in Corea e dall'allora, i due ragazzi non erano riusciti a sentirsi nemmeno una volta.

Serin stava male perché gli mancava terribilmente il suo ragazzo e il fatto di non riuscire a sentirlo, le struggeva il cuore. Gli aveva mandato un sacco di messaggi e aveva visto che lui li aveva letti, senza però risponderle.

Forse era così tanto impegnato da non riuscire a scriverle? Oppure... Oppure cosa? Non poteva pensare subito al peggio perché Minseok le aveva fatto capire che l'amava davvero quindi doveva stare tranquilla e aspettare una sua risposta, anche se l'attesa la stava uccidendo.

Minseok era nella sua stessa situazione. Continuava a pensare a lei, ma ogni volta che provava a prendere in mano il suo cellulare, qualcuno della sua agenzia lo chiamava o per il mixtape o per altre cose relative al suo comeback e alla fine della giornata crollava stanco morto, senza essere riuscito a scriverle nemmeno un piccolo messaggio.

Ma in quel momento aveva un attimo di pausa quindi decise di chiamarla, anche se sapeva che da lei erano già le dieci di sera, perché aveva bisogno di sentirla.

Cercò il numero della sua ragazza nella rubrica poi avviò la chiamata e aspettò che accettasse per poterle chiedere scusa per non essersi fatto vivo e per dirle che l'amava moltissimo.

La chiamata fu accettare e Minseok udì all'instante il respiro sorpreso di Serin, ‹Amore?›, mormorò lui in un sussurro, sentendo i battiti del suo cuore aumentare perché era ansioso di parlare con lei.

‹Oppa›, singhiozzò Serin, sentendo la voce roca e profonda del suo ragazzo. Finalmente poteva parlare con lui e sfogarsi, neanche non si sentissero da mesi, ma ne aveva proprio bisogno. Aveva bisogno di lui e delle sue dolci parole.

‹Piccola mia, sono qui›, parlò, mentre il labbro inferiore tremolò perché stava cercando in ogni modo di reprimere le lacrime che gli pungevano ai lati degli occhi.

Chiuse a chiave la porta del suo studio alle spalle, così da evitare di venir disturbato, poi si sdraiò sul divanetto nella stanza e aspettò che la sua ragazza incominciasse a parlargli della sua giornata, perché aveva bisogno di sentire la sua voce e di sapere che nonostante la distanza, stesse bene.

F*cked  [Youth Series ~ Book #17]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora