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Dopo un paio di aspirine, Jimin si sentì finalmente in grado di andare da Yoongi.

Diciamocelo, sarebbe potuto andare da lui benissimo anche con il mal di testa, ma forse stava solamente cercando un motivo per ritardare la sua visita a sorpresa.
Stava iniziando a pensare che fosse una pessima idea, ma non voleva tirarsi indietro.

Così scese le scale di casa sua silenziosamente, cercando di evitare sua madre e le domande che gli avrebbe inevitabilmente rivolto.

Ma ovviamente la fortuna non era dalla sua parte, perché mise male un piede proprio all'ultimo gradino cadendo sul pavimento, facendo un gran fracasso.

"Jimin?" sentì la voce di sua madre chiamarlo dalla cucina. "È tutto a posto?"
Il biondo imprecò mentalmente mentre si rialzava da terra un po' dolorante, e rispose:" Si mamma, sono solo scivolato".

Sperò che la donna lo lasciasse perdere  ma, purtroppo per lui, lei era in piedi a sbarrargli la strada per uscire di casa.
"Dove vai? Non ti ho sentito rientrare ieri sera" chiese, incrociando le braccia.

Jimin si grattò la nuca e replicò:" Ero coi ragazzi, mi sono trattenuto un po' troppo. Comunque vado da Yoongi".

Il cipiglio sul volto di sua madre svanì, lasciando spazio ad un largo sorriso.
E il ragazzo ebbe la consapevolezza di aver detto la cosa sbagliata. Sapeva quanto sua madre stravedesse per il suo migliore amico.
Lo reputava una persona meravigliosa.

"Oh, mamma, se solo tu sapessi tutto quello che mi sta causando.."

La signora Park iniziò a parlare con aria allegra, portandosi una ciocca dei lunghi capelli scuri dietro l'orecchio:" Oh, ne sono felice. Era da un po' che non ti sentivo parlare di Yoongi, credevo aveste litigato".

Jimin ridacchiò imbarazzato e disse, cercando di risultare credibile agli attenti occhi castani della madre:" No, figurati. Ci siamo solo persi leggermente di vista nell'ultimo periodo. Ora però devo andare, mi sta aspettando. Ciao mamma".
La salutò frettolosamente, prima di dirigersi fuori dalla porta a passo spedito.

Fortunatamente Yoongi non abitava lontano da casa sua, così non doveva chiedere un passaggio a nessuno.

Durante il tragitto ebbe il tempo per riflettere, come se non lo avesse fatto abbastanza negli ultimi giorni.

Non sapeva il motivo preciso per il quale non voleva che sua madre sapesse di quel litigio.
Certo, da una parte c'entrava il fatto che tutti gli adolescenti volessero tenere fuori i propri genitori fuori dalle loro vite, e inoltre Jimin non voleva far preoccupare sua madre per lui. Sapeva che aveva altri pensieri ben più importanti per la testa, ad esempio suo padre, che era un militare, e il pensiero della donna andava irrimediabilmente sempre a lui. Non aveva di certo tempo per gli inutili battibecchi del figlio con i suoi amici.

Ma Jimin sentiva che c'era anche dell'altro, e probabilmente sapeva quale fosse il terzo motivo.

Credeva che se fosse stato disperato a tal punto di parlarne anche con sua madre, la situazione si sarebbe potuta considerare irrecuperabile.
Invece gli piaceva vivere nell'illusione che ci fosse qualche speranza, ancora.
Voleva illudersi fino all'ultimo, anche se era consapevole del fatto che ne sarebbe uscito distrutto.

Non si accorse nemmeno di essere arrivato davanti alla casa di Yoongi, come non si accorse del ragazzo che, dalla sua finestra, lo aveva visto arrivare, e che ora lo fissava con sguardo sconvolto.

Spazio autrice:
hi guyyyyys~
bhè insomma che posso dire.
stiamo inziando a conoscere le famiglie dei nostri personaggi, alla buon'ora direi.

comunque mentre scrivo questo sono tipo le due e mezzo e io ho sonno, and so me ne vado
bye~

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora