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A quanto pareva, Hoseok aveva ragione, dato che Jimin trovò i suoi due dongsaeng in classe, intenti a svolgere i compiti per la lezione di inglese.

Quando si avvicinò ai loro banchi, i due nemmeno alzarono la testa per guardarlo, concentrati com'erano sul libro di testo e sul quaderno.

"Ho fatto i compiti io che ero malato e non li avete fatti voi?" chiese il più grande fra i tre, una punta di scherno nella voce.

Il suo malumore sembrava momentaneamente passato.

Nemmeno a quelle parole, però, i due castani lo guardarono, ma Taehyung tentò di giustificarsi:" Non giudicarci! Avevamo rimandato alla sera ma poi abbiamo visto un film e ci siamo addormentati".
Jungkook annuì, come a confermare la storia del suo migliore amico.

Jimin ridacchiò:" Non mi sembra una giustificazione valida".
"Fa nulla, dacci una mano piuttosto" lo implorò il più piccolo.

L'altro sbuffò, alzando gli occhi al cielo, ma decise comunque di aiutare quei due, in quanto aveva trovato i compiti per quel giorno abbastanza semplici.
E inoltre, quel giorno gli serviva che i due castani lo ascoltassero durante uno dei suoi sfoghi, perciò quello era come un favore in anticipo.

In tre, riuscirono a finire in fretta, così andarono ai loro posti.

"Dopo devo parlarvi di una cosa" esordì Jimin, e senza bisogno di aggiungere altro, Taehyung capì di cosa avrebbe voluto parlare.
"Si tratta di Yoongi, non è così?"

Jimin per poco non spalancò la bocca, alla velocità con cui il suo amico lo aveva capito.
Ma forse era stato così veloce a intendere i suoi pensieri solo perché ormai pensava sempre e costantemente a quello.

Annuì, però, nello stesso istante in cui il professore entrò in classe, segnando la fine della conversazione.

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Finalmente arrivò l'ora di pranzo, e Jimin fece di tutto per evitare i suoi hyung, in modo da parlare con Jungkook e Taehyung lontano da orecchie indiscrete.

Lo fece principalmente perché sicuramente insieme ai più grandi ci sarebbe stato Yoongi, che non li abbandonava un secondo, ed onestamente era l'ultima persona che il biondino avrebbe voluto vedere.

Così corse per i corridoi, diretto alla mensa, trascinando i più piccoli per il polso.
Non si disturbò nemmeno di spiegargli come mai tutta quella fretta, aveva solo bisogno di parlare con loro.

Non sapeva dove stesse trovando la forza di correre in quel modo, dato che ancora si sentiva abbastanza uno straccio, ma forse era solo perché quella era una buona causa.

Arrivarono ad un tavolo della mensa appartato, e finalmente Jimin mollò la presa suo polsi dei suoi amici.

"Ehi, che fretta c'è?" domandò il più piccolo, massaggiandosi il polso.
"Già! Hai rischiato di staccarmi un braccio!" replicò l'altro.

"Scusatemi, ma volevo evitare di incontrare gli altri. Non voglio che sentano anche loro" si scusò, per poi sedersi al tavolo, imitato dagli altri due.

Taehyung sospirò:" Ok, allora parla".
"Mi sembri strano oggi, hyung" disse Jungkook.

Jimin si gettò un'ultima occhiata alle spalle, per assicurarsi che non ci fossero gli altri, ed iniziò a parlare.
"Ieri Yoongi è venuto a casa mia".

Spazio autrice:
da quanto non pubblicavo di giorno omg

capitolo di passaggio, chiedo perdono, è il prossimo quello interessante

comunque sono contenta che la storia vi piaccia, stranamente ci sto mettendo impegno
bye~

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora