40

1.1K 111 44
                                    

"Scusa, puoi ripetere?" domandò incredulo Taehyung.

"Hai capito benissimo, Tae. È venuto a casa mia mentre mia madre non c'era, e mi ha rovinato la giornata, come sempre quando parliamo" replicò Jimin, sbattendo le mani sul tavolo.

A quel punto parlò Jungkook:" Ma non ha senso tutto questo. Perché dovrebbe essere venuto da te?"
"Appunto. Che ti ha detto?"

"Bhè, io ero sul divano a guardare la televisione, quando..."

toc toc

"Chi può essere adesso?" pensò Jimin, alzandosi con uno sbuffo dal suo comodo divano.

Era troppo presto perché sua madre fosse tornata dal lavoro, e poi lei aveva le chiavi di casa. Perché avrebbe dovuto bussare?

Aprì la porta, pronto a dire in modo poco carino a chiunque lo stesse disturbando di andarsene, ma quello che vide lo lasciò di stucco.

"Sorpreso di vedermi?"

Proprio Min Yoongi se ne stava sulla porta di casa sua, con le mani in tasca e l'espressione atona come suo solito.

Jimin non potè far altro che annuire, vedendoselo apparire davanti.

"Si, bhè, a dire il vero sono sorpreso anche io di essere qua" disse di nuovo il moro.
Entrò in casa, lasciando il più piccolo sulla soglia della porta ancora a bocca aperta.

"Vuoi entrare in casa tua o no?" lo riscosse Yoongi dai suoi pensieri.

Allora l'altro chiuse la porta con un tonfo e raggiunse il suo hyung in cucina, intento a versarsi dell'acqua in un bicchiere.

Finalmente Jimin si decise a parlare:" Che ci fai qui?"
"Oh, allora parli. Credevo che la febbre ti avesse risucchiato la voce, oltre al colore dalla faccia" disse il più grande, alludendo al colorito pallido di Jimin.

Il biondo gli riservò un'occhiataccia, accompagnata da un broncio infastidito.
"Se sei venuto qua per insultare puoi anche andare via subito".

Yoongi ridacchiò, alzando gli occhi al cielo.
"Calmati Chim, stavo solo scherzando" e poi bevve un sorso d'acqua.

"Sicuro di non essere tu quello con la febbre? Mi sembri stranamente di buon umore. Puoi dirmi che ci fai a casa mia?" chiese ancora, seguendo l'altro, che si stava dirigendo in salotto.

Si sedette sul divano, prima di rispondere.
"Ero preoccupato"

Jimin lo guardò a dir poco sconcertato.

"Okay, sono sempre più convinto che tu stia davvero male".

Lo sguardo di Yoongi era sorpreso. "Perché? Non posso preoccuparmi per il mio migliore amico, che non mi dà sue notizie da tre giorni?"

Il biondo scoppiò a ridere, cadendo a sedere sulla poltrona di fronte al divano.
"Che hai da ridere?"
L'altro si calmò poco a poco, poi disse:" Sembra quasi che tu ti sia scordato di quello che mi hai fatto passare tutto questo tempo"

"Non me ne sono dimenticato, ma non ho avuto tue notizie da quando con gli altri siamo venuti qua. Credevo che avessi qualcosa di più grave della febbre" spiegò il moro, con una scrollata di spalle.

"Perché avrei dovuto parlare proprio a te della mia salute? Ce l'hai con me, non ricordi?"

Yoongi rimase in silenzio, e Jimin seppe di aver toccato il tasto giusto.

"Perché non mi dici che ti ho fatto? Sarebbe tutto migliore se tu me lo dicessi" insistette, vedendo l'altro in evidente difficoltà.

A dire il vero si sentiva leggermente ipocrita a fare così tanta pressione a qualcuno che gli aveva esplicitamente detto di non volergli dire quella cosa, più e più volte, ma non poteva davvero farne a meno.
Non riusciva a capacitarsi di cosa potesse essere, e voleva sapere a tutti i costi che cosa gli stesse nascondendo.

Yoongi strinse i pugni, e con lo sguardo basso disse:" Sai che non te lo dirò, smetti di insistere".

"Perché non puoi?"
Jimin non aveva intenzione di smettere di assillare il più grande con quella domanda.
Avrebbe dovuto cedere prima o poi, o almeno lo sperava.

Il moro rilasciò un lungo sospiro, prima di guardare nuovamente verso l'altro:" Tu non... Non riusciresti a passarci sopra, lo so"

Il minore decise di avvicinarsi , e si sedette accanto a lui sul divano.
"Yoongi, per quanto tu mi conosca bene, non sei nella mia testa. Riuscirei a superare tutto, se solo sapessi che cosa c'è che non va".

I loro sguardi si incrociarono per qualche istante, e Jimin fu sicuro che Yoongi fosse tentato di dirgli tutto.

Ma la sua volontà di ferro prevalse ancora una volta.

Scosse la testa e si alzò, lasciando Jimin interdetto.
"Mi rendi tutto così maledettamente difficile" sbuffò.
E prima che l'altro potesse controbattere, disse ancora:" Bene, ora che sono sicuro che tu sia vivo posso andarmene. Grazie per il bicchiere d'acqua".

Si diresse verso la porta, mentre Jimin lo guardava ancora con espressione a metà tra il confuso e il corrucciato.

Solo quando sentì la porta sbattere si accorse di essere rimasto immobile tutto quel tempo.

"E così ti ha lasciato a bocca asciutta anche stavolta" sentenziò Jungkook, alla fine del racconto.

Jimin annuì, guardando con poca fame il cibo nel suo piatto, ancora intoccato.

"Certo che è davvero irremovibile. Ma come diamine fa a rimanere così impuntato?" continuò il più piccolo, interessato più che mai all'argomento.
"Kookie, conosci Yoongi. Sai che probabilmente non sa nemmeno come si faccia ad aprirsi con le persone" gli disse Taehyung.

"Non dire così.." lo rimproverò piano Jimin.
Non gli piaceva quando dicevano in quel modo.

"Lo difendi anche, dopo tutto quello che è successo?"

Avrebbe voluto negare, dire che in realtà sarebbe potuto scomparire dalla sua vita, ma sapeva benissimo quanto quella sarebbe stata una bugia.

"Si".

Spazio autrice:
come promesso, qua si spiega che ha quel ciclato di jimin
per farmi perdonare questo capitolo è più lungo, amatemi💕

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora