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"Oh, Jimin! Giusto in tempo per il pranzo!".

La voce squillante di sua madre lo accolse appena entrò in casa, con il morale sotto ai piedi.

"Mamma, non ho fame. Ho mangiato qualcosa con Yoongi. Posso andare di sopra? Non mi sento tanto bene" mentì a sua madre.
O meglio, le mentì solo in parte.
Il fatto che non stesse bene era evidente.

E sua madre se ne accorse, dato che rispose:" Certo, vai pure. Non vorrei che ti fossi preso un malanno. Non avevi una giacca con te?".

Jimin ci pensò su e sì, aveva una giacca, almeno all'andata.

"Devo averla lasciata da Yoongi".

Detto questo girò i tacchi e si diresse nella sua stanza.
Chiuse la porta e si gettò sul suo letto, potendo finalmente dare sfogo alla sua tristezza.

Non gli era sembrato opportuno scoppiare a piangere per la strada, dove un sacco di gente avrebbe potuto vederlo.
Aveva voluto aspettare di essere tra le sue morbide coperte, lontano da occhi indiscreti.

E così, finalmente si lasciò andare ad un pianto liberatorio.

Sentì le orecchie pizzicargli, e il nodo in gola tornò per la terza volta in poco tempo.
Gli occhi si fecero umidi fin troppo velocemente, e lui si ritrovò a dover soffocare tutti i suoi singhiozzi sul suo cuscino.

Non capiva.
Davvero non riusciva a capire che cosa avesse di tanto sbagliato.
Cosa aveva fatto a Yoongi per meritarsi un trattamento del genere? Aveva sempre cercato di stargli accanto, comportandosi da buon amico.
Perché lo faceva stare così male?
Perché non riusciva a liberarsi dell'idea che la colpa fosse interamente sua?

Ben presto, fu sempre più difficile controllare i singhiozzi.

Delle calde lacrime gli rigavano le guance a fiotti, senza dargli un attimo di tregua.
Non faceva in tempo a provare ad asciugarsi gli occhi, che già la sua vista era di nuovo appannata.

Prese a mordersi furiosamente il labbro inferiore, in un altro vano tentativo di piangere silenziosamente.

Si sentiva la testa terribilmente pesante, piena com'era di lacrime e di pensieri.

Quei pensieri che, ne era certo, lo avrebbero portato alla follia.
Sentiva mille voci nella sua mente, e quasi ognuna gli ripeteva le diverse cose che Yoongi aveva detto,

Una vocina, però, prevalse sulle altre.
"È tutta colpa tua. Come hai potuto pensare di poter sistemare le cose? Sei solo capace di distruggere. Distruggi ovunque vai, e con Yoongi non è diverso. Non incolpare lui per qualcosa che tu stesso hai fatto"

E non ci mise molto a realizzare che la vocina avesse davvero ragione.
Era tutta colpa sua.

Tremava irrefrenabilmente, in preda alle lacrime e a tutti i singhiozzi che soffocava.
La sua testa pulsava senza dargli una tregua.
Il suo pianto non sembrava diminuire affatto.

Provò a calmarsi, fissando un punto nel vuoto e prendendo respiri profondi, sentendo che pian piano le lacrime cessavano di sgorgare dai suoi occhi.

Stabilizzò il suo respiro, deglutendo, e rasserenandosi sentendo l'aria entrare nei suoi polmoni.

Era stato suo padre ad insegnargli quel metodo per calmarsi, quando era piccolo.
Si ricordava ancora di come fosse solito fare molti incubi, da bambino, e di come suo padre venisse in camera sua, pazientemente, e lo aiutasse a calmarsi.
Suo padre era il suo eroe.
Avrebbe tanto voluto che lui fosse lì, per aiutarlo a superare un momento come quello.

Pensare a suo padre, in qualche modo lo aveva calmato ancora di più.

Prese un ultimo respiro profondo prima di asciugarsi le lacrime rimaste.

Si rannicchiò in posizione fetale e chiuse gli occhi, sperando di scoprire al suo risveglio che fosse stato tutto un brutto sogno.

Spazio autrice:

hi guys
Min_Sel questo capitolo è per te così quando non hai internet puoi leggertelo e rileggertelo finché non ti verrà voglia di lanciare il telefono contro il muro

comunque commentate che fa sempre piacere
bye

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora