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Jimin aveva temuto di dover fare 'il discorsetto', perciò non era stato troppo sorpreso quando sua madre glielo aveva annunciato.

Sapeva cosa avrebbe voluto dirgli.
Sicuramente sarebbe stato un discorso motivazionale sul fatto che non avesse nulla che non andasse, che non avrebbe dovuto trovare consolazione ai suoi problemi dall'alcool e dalla droga, che se avesse avuto bisogno di qualcuno con cui parlare sua madre ci sarebbe sempre stata e bla bla bla...
Tutte cose che Jimin sapeva a memoria, per quante volte gli erano state ripetute.

Ma non solo a lui.
Quello era il genere di discorso che i genitori facevano sempre ai propri figli quando li scoprivano a fare qualcosa che non si aspettavano.

Così attese di poter uscire dall'ospedale e tornare a casa sua, il pomeriggio seguente, per far parlare sua madre e poi finalmente vedere Yoongi.

"Jimin, spiegami che diamine hai che non va".

Seduta sul divano di casa loro, sua madre lo scrutava con uno degli sguardi più seri che Jimin le avesse mai visto, cogliendolo di sorpresa con quella domanda.

"Non ho niente che non vada" rispose però, senza far trapelare il suo stupore da quella risposta.
Evitò però accuratamente di guardarla negli occhi, avendo quasi paura che lei potesse leggergli nella mente.

"Raccontalo a qualcun altro, Jimin. Ormai sono quasi tre mesi che ti vedo così... Strano" ribatté lei, decisa a non darla vinta a suo figlio anche quella volta.

"Strano.. in che senso?"
Jimin sapeva quanto sua madre avesse ragione, e si stupì quando si rese conto che effettivamente fossero passati tre mesi da quando le cose nella sua vita avevano iniziato ad andare a rotoli. Gli era sembrato molto di più.

La donna sospirò.
"Sei sempre così perso, la tua testa sembra costantemente da un'altra parte. Mangi mostruosamente poco, sei pallido, sempre abbattuto, e la solita aria allegra e serena che ti caratterizzava si è dissolta nel nulla. Che ti è successo, tesoro? Come hai fatto a ridurti così?"

A quel punto, Jimin alzò lo sguardo su sua madre, sentendo che la sua voce si stava piano piano incrinando.
E, in effetti, vide che i suoi occhi erano leggermente lucidi.

Avrebbe voluto dirle la verità, sul serio, ma una parte di sé gli ripeteva che sarebbe stato meglio andare avanti per conto suo, che lei non avrebbe capito, che avrebbe inutilmente provato ad aiutarlo.

Accennò un sorriso, e disse:" Mamma, non preoccuparti. È solo che ultimamente la scuola mi stressa parecchio, e quello di ieri sera è stato solo un modo per svagarmi. Un modo molto stupido. Non si ripeterà, mamma, puoi stare tranquilla".
Le prese le mani tra le sue, e benché lei non sembrasse del tutto convinta, ricambiò la stretta.

"Ne sei sicuro?" domandò titubante.

"Si" annuì con un sorriso.
"Ora esco, devo vedere Yoongi" le diede un lieve bacio sulla guancia e corse verso la porta di casa sua, per poi richiudersela alle spalle, sentendosi in colpa per aver mentito ancora una volta su che cosa avesse che non andava.

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora