80

1.4K 129 127
                                    

preparatevi a oltre 2000 parole di sbalzi di umore
ma tranquilli, ci sarà l'epilogo
non odiatemi troppo
<3

---

"No!"

Sentì qualcuno urlare, non tropo distante da lui.
Da una parte avrebbe voluto girarsi verso la fonte della voce, aggrapparsi alla sua vita a cui aveva deciso di mettere fine, ma non poteva farlo.
Non dopo aver finalmente preso la sua decisione.
Non poteva tirarsi indietro.

Rimase a palpebre serrate, sentendo le lacrime che tentavano di uscire per la paura del gesto appena compiuto, aspettando solo l'impatto con il suo, che sperava sarebbe arrivato il prima possibile.

Ma non accadde.

Nemmeno dopo svariati secondi di attesa divenne un tutt'uno con l'asfalto.

Il palazzo era alto, quello si, ma a quell'ora sarebbe dovuto essere già caduto.

Aprì titubante gli occhi, per poi scoprire con sorpresa di essere ancora sospeso sulla cima del tetto.
"Ma che diavolo..."
"Jimin, ti prego, non mollare!" sentì da poco sopra di lui.

Solo in quel momento si rese conto di avere il braccio destro alzato, la mano aggrappata a qualcosa.
O meglio, a qualcuno.

Alzò lo sguardo, non avendo pienamente riconosciuto la voce della persona, distorta dallo sforzo di doverlo tenere appeso.
Inconsciamente aveva capito chi fosse, ma si rifiutava di crederci, credendolo solo frutto della sua immaginazione.

E invece non si sbagliava.

"Y-yoongi?!" esclamò, spalancando gli occhi ancora lucidi.
"Si, sono io. Per favore, aggrappati a me anche con l'altra mano, o non credo di farcela".
Jimin rimase immobile, però, tornando a fissare la strada sotto di lui.

Voleva davvero essere salvato?

"No..." sussurrò, più a se stesso. che all'altro.
"Come?" chiese infatti il moro, cercando disperatamente di non lasciarlo cadere.
"No, Yoongi. Lasciami andare. È una mia scelta".
Il maggiore sbatté le palpebre più volte, non credendo alle proprie orecchie.
"C-cosa? Non puoi dire sul serio, Jimin, andiamo" quasi rise, per quanto trovasse assurde quelle parole.
"E invece sto dicendo sul serio. Lascia la presa, ora" continuò il biondo, senza guardare l'altro.

Non era più poi così sicuro di quello che stava facendo.

"Oh no, puoi scordartelo. Non ti lascerò andare per nulla al mondo".
"Ti prego, Yoongi. Fa' come ti dico. Non voglio rimanere qui, lascia che io cada" disse ancora, sentendo gli occhi diventare sempre più lucidi.

Era già stato difficile decidere di farla finita, non voleva tornare indietro.
Forse una piccola parte di sé voleva essere salvata, ma purtroppo era in minoranza.

"N-no, non posso f-farlo. Ti scongiuro, d-dammi anche l'altra mano, adesso. Lascia che io ti salvi. Non posso permettermi di lasciarti morire. Ho bisogno di te, Jimin. Sarei perso, s-se tu non ci fossi più".

Jimin sollevò lo sguardo incredulo, al sentire la voce del maggiore così rotta e tremolante.

Yoongi stava piangendo.

Lo aveva visto piangere solo due volte in vita sua: una alla morte di suo padre, e l'altra quando aveva saputo di sua madre.

Quell'immagine smosse qualcosa in Jimin.

Afferrò la mano di Yoongi, sentendolo sussultare per la sorpresa, forse convinto che non lo avrebbe ascoltato, e aspettò di essere tirato su.
Yoongi lo tirò a sé non con estrema fatica, data la leggerezza del più piccolo.
Sbilanciato dall'altro, però, cadde a terra, trascinandolo sopra di lui.
Non perse tempo ad attirarlo in uno stretto abbraccio, seppellendo il volto nel collo del minore.
Jimin poté sentire il corpo del suo hyung scosso da tremori incontrollabili, e le sue lacrime bagnargli il collo.
Si mise a sedere, senza però separarsi dall'abbraccio del maggiore, e quindi tirandolo a sedere con sé.
Iniziò a passargli la mano sulla schiena, nel tentativo di tranquillizzarlo.

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora