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Jimin si sentiva abbastanza uno straccio, con tutti gli antidolorifici e pasticche varie con cui lo avevano imbottito in ospedale, ma ciò non gli impedì di mettersi a correre verso il luogo dell'incontro con Yoongi.
Si era accordato poco prima col maggiore sul posto in cui vedersi, e alla fine avevano optato per il parco poco distante dalla scuola.

Era così su di giri, quasi da non accorgersi della gente che passava accanto a lui.

Certo, senza ombra di dubbio si sarebbe dovuto sorbire una ramanzina sul suo comportamento sconsiderato, ma se era Yoongi a fargliela non gli dispiaceva, perché significava che di lui gli importava ancora.

Quando arrivò al parco, individuò subito Yoongi seduto su una panchina, molto concentrato a smanettare con il telefono.
Jimin si fermò di colpo per riprendere fiato.
Non voleva far vedere al maggiore quanto si fosse impegnato per arrivare lì il prima possibile.

Così, non appena ebbe recuperato un ritmo di respiro normale, si avvicinò con nonchalance al moro, prendendo posto vicino a lui.
"Ehi" disse semplicemente, ma Yoongi trasalì, non avendolo visto arrivare.
"Oh mio dio, Jimin! Che infarto!" esclamò, portandosi una mano sul cuore e voltandosi a guardarlo con occhi spalancati.
L'altro ridacchiò, mormorando poi delle scuse.

Dopo essersi ripreso dallo spavento e aver messo via il telefono, Yoongi gli domandò con aria apprensiva:"Ti senti meglio?"
Jimin annuì, accennando un sorriso.
Da quanto tempo non aveva una conversazione civile con il moro?
Tanto, troppo.

A quel punto, Yoongi iniziò con la ramanzina che Jimin aspettava.
"Ti rendi conto di aver fatto una cosa estremamente idiota ad accettare una roba simile da degli sconosciuti, vero? Ma anche se non fossero stati degli sconosciuti, ti pare una cosa da fare? Sai quanto si è preoccupata tua madre, quanto si sono preoccupati gli altri, quanto mi sono preoccupato io?"
Calcò bene l'ultima parola, e il cuore di Jimin perse un battito.
Yoongi continuò.
"Hai idea di quanto sia stato terribile ricevere la chiamata da parte di Taehyung e Jungkook questa notte, quando hanno chiamato me e gli altri per venire in ospedale? Dio, ho avuto così tanta paura. Sei stato estremamente fortunato a non aver riportato danni più gravi. Per cose del genere si rischia la morte!"
Andò avanti per almeno altri cinque minuti buoni, e il biondino ascoltava in silenzio, evitando di guardare negli occhi Yoongi, perché in quel momento si sentiva in colpa come non mai.
Nonostante quelle parole gliele avesse già urlate contro sua madre, dette dal suo hyung avevano un altro effetto.

Quando concluse il suo lungo discorso, Yoongi respirava forte, e stringeva nei pugni il tessuto dei suoi jeans.
Era così terribilmente arrabbiato con Jimin per averlo fatto preoccupare a tal punto, ma non poteva essere più felice perché stesse bene e fosse lì accanto a lui, invece che in quella spoglia camera di ospedale.

"Mi dispiace di averti fatto preoccupare così tanto, hyung" mormorò Jimin, sinceramente dispiaciuto.
Da che aveva memoria, non aveva mai visto il maggiore così in pensiero per qualcosa, e benché da una parte fosse felice per il fatto di essere proprio lui la causa di quella preoccupazione, dall'altra si sentiva terribilmente in colpa.

Non ottenne risposta dal più grande, però, e non si chiese nemmeno il perché di quel silenzio.
Per una persona come Yoongi era davvero difficile esporsi in quella maniera. Non era abituato a dire quel genere di cose, e Jimin lo conosceva abbastanza bene da poter affermare con certezza che in quel momento stesse litigando mentalmente con se stesso per aver rivelato troppo di ciò che gli passava per la testa.
Era fatto così.

Stettero per una decina di minuti in silenzio, con un leggero vento che scompigliava loro i capelli.
Ma non era un silenzio imbarazzante.
C'erano solo.. Così tante cose da dire, che non sapevano da dove iniziare, e nessuno dei due voleva mettere fine alla quiete creatasi in quel momento.
Prima di litigare, capitava spesso che si ritrovassero così, ognuno ad ascoltare i respiri dell'altro, trovandoli più rilassanti di qualsiasi altra cosa.

Onestamente, Jimin non pensava che si sarebbero mai potuti ritrovare in quel tipo di situazione senza riempirsi di frecciatine o insulti.
E invece eccoli lì, in quella panchina del parco che stava facendo da testimone al loro incontro.

Sorprendentemente, fu Yoongi a rompere il silenzio.
"Jimin?" lo richiamò, e il biondo si voltò a guardarlo, credendo di star per essere rimproverato per l'ennesima volta.

Invece Yoongi gli prese il volto tra le mani, e incatenò lo sguardo con il suo, mentre Jimin lo guardava perplesso, con il cuore che batteva all'impazzata.

"Non.. Non pretendo che tu tenga a me come prima, ma se ancora mi vuoi un briciolo di bene, per favore, torna a mangiare regolarmente, perché la cosa ti sta sfuggendo di mano, e io non voglio che ti capitino altre cose brutte" gli disse, con il tono più serio che il minore gli avesse mai sentito.

E Jimin avrebbe davvero voluto annuire, promettergli che si sarebbe impegnato a fare quello che gli aveva chiesto, ma non riuscì a tenere per sé la domanda che lo logorava dal giorno prima, se non da molto prima.

"Perché ti importa così tanto, Yoongi?"
Abbandonò anche l'onorifico, ponendogli quella domanda ad un soffio dal suo volto, e poté vedere chiaro un lampo di sorpresa passare negli occhi del ragazzo di fronte a lui, che lentamente allontanò le mani dal suo viso.

Jimin sapeva di aver toccato un brutto argomento, perché Yoongi reagiva sempre male quando iniziava a fargli delle domande.
Ma dopo tutto glielo doveva, giusto?
Era a causa sua se si era trovato in ospedale, con un mal di testa terrificante e un tubo in un braccio.

Si stupì quando da parte di Yoongi non udì uno sbuffo contrariato, ma invece ottenne un sospiro stanco.

Forse quella volta si sarebbe deciso a parlare.

"Jimin..." esordì, facendo per voltarsi verso di lui, ma poi ripensandoci e tornando alla posizione iniziale.
Però continuò a parlare:" Nonostante tutto quello che sta succedendo, tu sarai sempre una parte importante della mia vita. È normale che io sia preoccupato, anche più degli altri".

Già quella confessione, per Jimin fu una grande cosa.

Ma non era abbastanza.

"A questo punto non potresti anche dirmi che ti ho fatto..?" chiese piano, sapendo quanto quello fosse un argomento tabù.
Infatti, Yoongi sbuffò e roteò gli occhi, stanco di sentirsi chiedere sempre la stessa cosa.
"No, non posso, e lo sai benissimo. È inutile che me lo chiedi ogni dannata volta!"

Si alzò dalla panchina e diede le spalle a Jimin, pronto ad andarsene, ma il minore lo afferrò per un polso.

"Lasciami." si impose, fissando la mano del biondo.
"No. Dove pensi di andare? Vuoi mollarmi qui, adesso?" chiese contrariato, perché davvero non riusciva a capacitarsi di quanto fosse irascibile e soprattutto bipolare quel ragazzo.
"In effetti era quello il mio intento. Confido nella tua intelligenza che farai ciò che ti ho detto".
Liberò il polso dalla stretta non troppo ferrea del minore e si incamminò di nuovo verso l'uscita del parco, ma una seconda volta venne interrotto.

"Che c'è ancora?" chiese snervato, al richiamo di Jimin.
"Ho un'ultima domanda. Ma questa non riguarda me e te. Riguarda solo te" disse seriamente il biondo, guardando l'altro negli occhi.
"Spara".
Jimin abbassò per un attimo lo sguardo sulle proprie scarpe, come indeciso sul fare o meno quella domanda.
Poi tornò a guardare il più grande negli occhi, e parlò:" In ospedale, prima di aprire gli occhi... Ho sentito la dottoressa chiederti se fossi lì per tua madre o per te. So per quale motivo abbia chiesto di lei, ma di te... Come mai ha chiesto anche se si trattasse di te?"
Si mordicchiò il labbro inferiore con impazienza, perché aveva un brutto presentimento.

Yoongi in compenso a quella domanda si era completamente immobilizzato.

Jimin stava per chiedergli ancora la stessa cosa, pensando che magari non avesse sentito, ma in quel momento il moro rispose con tono estremamente piatto:" Non ti piacerebbe saperlo, Jimin. Ora devo andare sul serio, sta diventando tardi. Non fare cazzate, mi raccomando".

Si allontanò, mentre Jimin osservava la sua figura diventare sempre più piccola.

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora