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Stava per suonare al campanello, quando Yoongi aprì la porta di scatto, facendolo spaventare non poco.

"Che ci fai qui?" chiese il moro, con impazienza.
"Mio dio Yoongi, mi hai fatto prendere un accidente" esclamò Jimin, con una mano sul petto.

Ignorò la domanda del maggiore e, senza fare troppi complimenti, entrò in casa, lasciando Yoongi piuttosto interdetto.

Dal canto suo, il minore si comportò esattamente come se non avessero litigato, facendo come se fosse stato a casa sua.
Appese la giacca all'attaccapanni e si diresse in camera del suo 'migliore amico' senza nemmeno chiedere il permesso.

Ma per lui era normale.
Conosceva quella casa quanto le sue tasche, ci aveva passato innumerevoli giornate insieme a Yoongi, a fare i cretini come solo loro sapevano fare.

Il maggiore lo raggiunse all'interno della propria camera, trovando il biondo già comodamente seduto sul letto.
"Fa come se fossi a casa tua eh, tranquillo" disse sarcasticamente.

"Tua madre è in casa?" chiese Jimin, facendo irrigidire appena il suo hyung, che davvero non si aspettava una domanda del genere.
"No" rispose secco, facendo intuire all'altro che non avesse voglia di approfondire la cosa.
"Capisco".

Ci fu qualche attimo di silenzio, prima che Yoongi si decidesse a ripetere la domanda che aveva fatto all'inizio:" Che ci fai qui, Jimin?".

Il ragazzo sospirò, passandosi una mano tra i capelli biondi.
"Voglio solo parlare con te. Perché non riusciamo ad avere una conversazione normale?".
"Forse perché abbiamo litigato?" domandò l'altro, retoricamente.

La dura realtà colpì in pieno Jimin, che ancora una volta aveva tentato di rinchiudersi in un mondo tutto suo.

Sentì un leggero nodo alla gola, ormai certo di aver fatto un'enorme cazzata venendo lì. Non sarebbe arrivato tutto intero alla fine della giornata.

"Lo so, ma... È questa la cosa che non riesco a capire. Perché ce l'hai con me?" chiese con lo sguardo basso, lottando contro se stesso per non balbettare.

Yoongi alzò gli occhi al cielo sbuffando, facendo intendere che non voleva parlarne.
Ad ogni modo, rispose:" Ti ho già detto che non ho intenzione di dirtelo, Jimin. La cosa era così quando me lo hai chiesto la prima volta, e continua ad essere così. Non è cambiato niente".

Il più piccolo sospirò.
Come aveva fatto a pensare di poter far parlare Yoongi?
Non aveva tutto questo potere su di lui.

"A-almeno dammi un indizio, ti prego. Non ho nessuna idea di che cosa possa essere" disse piano.
Si sentì estremamente debole in quel momento, e vulnerabile agli occhi di qualcuno a cui chiaramente non importava nulla.

Yoongi alzò un sopracciglio, sentendolo balbettare.

L'altro non gli diede il tempo di aprire la bocca che ricominciò a parlare, stavolta cercando lo sguardo del suo hyung:" È per un mio atteggiamento che ti dà fastidio? Oppure è per un modo di fare. La mia voce è troppo fastidiosa per te? Forse è per quella volta in cui ti ho rotto un barattolo di marmellata. O magari-".
Il maggiore lo interruppe:" Jimin, respira tra una domanda e l'altra".

"D'accordo, ma è una delle cose che ho elencato prima?" chiese ancora.

"No" rispose seccamente Yoongi, distogliendo lo sguardo.
Sembrava frustrato.

"È una cosa legata alla genetica? O all'età? O è per il carattere che ho?" il più piccolo ripartì con le domande a raffica.

Yoongi sospirò, grattandosi la nuca, evidentemente in difficoltà.
"Bhè... Potrebbe ricordare la prima che hai detto, ma-"
"È il colore dei miei occhi, vero? Oh no, ancora peggio, è perché ho un occhio più piccolo dell'altro. O forse i capelli. Posso cambiare colore se vuoi, hyung". Disse tutto talmente in fretta che l'altro fece fatica a stargli dietro.

"No, non c'entra nulla con tutto questo. E fammi parlare- precedette Jimin, che aveva aperto la bocca per dire qualcos'altro-. Senti, è una cosa complicata da spiegare. Ho detto che potrebbe ricordare la genetica perché è una cosa che non si può cambiare".

"Come fai a saperlo se non me lo dici?"

Yoongi sbuffò, esasperato dal comportamento del minore.
Era proprio cocciuto quando si metteva in testa una cosa.

"Lo so perché ho pensato a tutte le ipotesi, e tu non puoi cambiare la cosa. Potrebbe svanire col tempo, ma per ora è così" rispose, cercando di mantenere la calma.

"Yoongi"
Il biondo si alzò dal letto, dirigendosi verso il suo hyung, che nel frattempo si era seduto sulla sedia alla scrivania.
"Io ci tengo a te, davvero molto, e ti giuro che farei di tutto per cambiare questa cosa. Posso farlo, te lo assicuro" disse, posandogli una mano sulla spalla.

L'altro deglutì, guardando il minore negli occhi.

Jimin era convinto di essere quasi riuscito nel suo intento, ma ancora una volta Yoongi si rivelò irremovibile.
"No". E dopo poco riprese a parlare:" Non puoi fare niente Jimin. La cosa non dipende solo da te, dipende anche da me, e ti assicuro che non posso fare niente. Ci ho provato".

"È-è una cosa t-tanto grave?" domandò il più piccolo, sentendo che il nodo alla gola tornava a stringersi.

Yoongi notò il repentino cambio di tono di Jimin, e si sentì terribilmente in colpa.
"Non esattamente, ma.."

"N-non possiamo p-parlarne insieme? I-insomma, magari non è così grave come pensi tu.." ribatté ancora, con un filo di voce.
Vedeva la sua vista appannarsi, ma cercò di ricacciare indietro le lacrime.

"No, non possiamo. Non credo che accetteresti la cosa".
Incredibile come suonasse insensibile alle orecchie dell'altro ragazzo.

"Hai detto 'credo', non ne sei certo. Ti prego hyung, devo saperlo" lo implorò.
Ormai l'unica cosa da fare gli sembrava quella.

"È inutile che insisti. Ho detto che non te lo dirò. La mia decisione non cambierà. E se sei venuto solo per riuscire ad avere qualche informazione, è meglio che tu te ne vada" sentenziò, alzandosi dalla sua sedia girevole e scostando la mano del più piccolo dalla sua spalla.

Jimin abbassò la testa ancora di più, ma Yoongi riuscì comunque a vedere una lacrima solitaria solcare il volto del biondo.

Si girò, uscendo dalla stanza, non degnandolo di altre parole.

Semplicemente scomparve, silenzioso e aggraziato, lasciando quella casa che ora non gli sembrava più poi così familiare.

Yoongi chiuse la porta, lasciandosi poi scivolare sul pavimento.

Che diamine aveva fatto?

Spazio autrice
scrivere questo capitolo è stato semplicemente un parto
almeno è lungo quindi siatene felici

bye

Lost • yoonmin    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora