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{Yoora's Pov}

Non è cambiato nulla dall'ultima volta, se non per i mille strati di polvere che nessuno ha più pulito dopo la mia assenza. 
L'unica cosa che è ritornata come la prima volta che ho messo piede in questa stanza, è il freddo. Ma d'altronde chi se lo sarebbe mai aspettato di ritrovarmi qui. 
Non mi ha ancora rivolto una parola, fregandosene persino di portarmi qualcosa da mangiare e da bere. Potrei alzarmi e andare a prendere qualcosa da sola, ma Taehyung si è raccomandato di chiamarlo per qualsiasi cosa, tranne che per andare al bagno ovviamente. 
M

a non voglio disturbarlo, mi sento già un peso ad essere qui. Posso aspettare per bere e mangiare. Non che cambiasse tanto dai giorni normali a casa da sola. 

Sento bussare alla porta, rispondo con un "avanti" e vedo entrare Jimin con un vassoio in mano. 
<Mi hanno appena detto che sei tornata> dice mezzo entusiasta. 
Sorrido leggermente, vedendolo sedersi sul letto per servirmi il mangiare. 
<Non sono tornata, ma stata portata. Non so se mi spiego> dico. 
Vedo il sorriso del ragazzo spegnersi, liberando tutta la speranza che aveva negli occhi. 
<Capito. Appena Taehyung mi ha detto della tua presenza, sono corso a portarti qualcosa. Non so se hai già mangiato, ma ne ho approfittato per parlare un po' con te e chiederti scusa per la scorsa sera>. 
<Non preoccuparti, va tutto bene. Non importa cosa abbiate pensato in quel momento> cerco di tranquillizzarlo, d'altronde adesso riconosco il Jimin di una volta, mentre l'altra sera era tutt'altra persona. 
Mi metto seduta a gambe incrociate e afferro la tazza di ramen che mi ha preparato. 
<Dividiamo?> chiedo. 
Lui scuote la testa e mi porge le bacchette, facendo segno di mangiare. 
<Ho già mangiato e a me non serve ma tu... Yoora che ti è successo?> chiede, accarezzandomi una guancia. 
Abbasso lo sguardo e lo punto sulle mie braccia ormai ossee. Non so nemmeno io cosa mi sia successo. 
<Non lo so Jimin, non lo voglio sapere> porto un po' di ramen alla bocca e inizio a mangiare, assaporandone il gusto speziato. 
Jimin si stende a pancia in su sul letto, cominciando a giocare con i suoi ciuffi grigi dei capelli. 
<Ti stanno bene così> dico riferendomi ai suoi capelli. 
Lo vedo girarsi verso di me e porgere uno dei suoi più bei sorrisi.
<Grazie>.
Non appena finisco di mangiare, bevo un sorso d'acqua e sistemo tutto sul comodino di fianco al letto. 
Jimin ritorna seduto, mettendosi davanti a me e nella mia stessa posizione. 
<Allora... di cosa vuoi parlare?>. 

{Jungkook's Pov}

Esco di casa, sbattendo la porta. 
Non posso credere a quello che è successo. 
E' tornata, dopo anni, è tornata. Anzi, è stata portata qui da Taehyung. 
L'unica cosa di cui sono certo è che, se entro due giorni non se ne va lei, se ne va Taehyung e per Yoora ci sarà una brutta fine. 
Questa mattina li ho sentiti parlare di me, ascoltando quello che Taehyung ha "in mente di fare". Ma può solo continuare a sperare che quella ragazzina riesca a riportarmi come prima. 
Non mi ha mai cambiato, è stata solo una stupida illusione. Sono sempre rimasto il Jeon Jungkook che tutti schifano per il lavoro che fa. Lavori in realtà. 
Salgo in macchina e mi dirigo verso la ferrovia abbandonata, l'unico luogo in cui posso stare da solo e tranquillo, senza gente odiosa attorno. 
N

on appena arrivo cerco il solito vagone e mi siedo sul tettuccio, accendendo una sigaretta. 
Non vengo qui da tempo, di solito ci passo le giornate più stressanti... infatti questa è una di quelle.
Levo il telefono dalla tasca e lo appoggio affianco a me, aspettando una chiamata che devo ricevere da stamattina.
Da cinque mesi a questa parte ne ho combinata una grossa, dove sarà difficile uscirne. Davvero difficile.
Ho cercato di fregare un venditore di armi, dandogli soldi falsi per una ventina di diverse pistole.
All'inizio ci ha creduto, tanto da far passare tre mesi dal nostro "scambio".
Ogni settimana mi manda a casa un ragazzo della sua squadra, dove ogni volta cerca di convincermi a dargli tutti i soldi da portare in cassa forte.
La verità? Sembrano avere tutti paura di alzare un po' la voce con me. Il capo stesso, così lo chiamo, quello che non ha saputo distinguere veri soldi da quelli falsi. Quello che non ha il coraggio di bussare alla mia porta e di puntare una pistola alla mia testa, obbligandomi a dargli quello che gli aspetta.
Sono due mesi che va avanti questa storia, da quando lui ha capito la fregata.
Il problema? Durante questi pochi mesi, non sono ancora riuscito a raggiungere quella cifra. Una cifra davvero alta per me.
Non per niente le persone che più mi amavano ora mi detestano, solo perché passo la maggior parte del tempo a lavorare illegalmente per salvare me e loro.
Per colpa mia potrebbero finire nei guai e se non sto attento, ora che c'è di mezzo anche lei, rischio di mandare in rovina anche la sua vita.
Ed è l'ultima cosa che voglio, nonostante mi ripeta di odiarla.
Spesso convincere se stessi su un qualcosa che non desideri, è più facile che accettare la realtà.
Un attimo prima penso di non volerla più vedere, di poterla pure uccidere e cavarmela di torno.
L'attimo dopo penso tutto l'incontrario.
Non so più nemmeno a cosa credere.
Realtà o convinzione?.
La suoneria del telefono mi riporta alla realtà, facendomi distogliere lo sguardo da un punto fisso, puntandolo allo schermo del dispositivo.
<Si?> accetto la chiamata.
<Jungkook, caro amico traditore->.
<Non chiamarmi amico> dico prima che possa finire la frase.
<Come vuoi... ho saputo che anche questa settimana non hai ottenuto nulla, mh?>.
<Si, infatti. Quindi?> rispondo con tono rigido.
<Voglio i miei soldi Jeon. Sono due mesi che va avanti questa storia>.
<Lo so, dammi ancora del tempo e avrai pure gli interessi. Ma quelli li decido io, giusto per farmi perdonare per il ritardo> faccio comparire un ghigno.
Lo sento ridere dall'altra parte della chiamata, come fa ogni volta che gli chiedo del tempo in più.
<Ah Jungkook, la mia pazienza ha un limite>.
<E la mia pure. Non credo tu voglia ritrovarti morto, continuando a stressarmi con questi soldi>.
Silenzio, solo silenzio.
<Che c'è? La mia minaccia ti ha tagliato la lingua?> inizio a prenderlo in giro.
<Ascoltami bene, decido io quando portarti i soldi, va bene? Ci sentiamo. Ciao> cerco di riattaccare la chiamata, ma la sua voce blocca il mio gesto.
<Stai attento Jungkook, da oggi in poi non sarò più così buono con te>.

<Stai attento Jungkook, da oggi in poi non sarò più così buono con te>

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Sorpresa!
No ok.
Finalmente la storia sta iniziando sul serio.
Yoora è tornata da loro, anche se in realtà è stato Tae a portarla li.
Jungkook è confuso nei confronti di Yoora e in più si è messo in mezzo a questo guaio, difficile da risolvere.

Ho già il capitolo 10 pronto, e credo che fino ad ora, sia il mio preferito.

Ovviamente grazie delle letture e dei bei commenti, ma ormai è scontato che io vi debba ringraziare.

Buon lunedì e passate una buona giornata💜

𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒏𝒏𝒚•𝑱𝒆𝒐𝒏 𝑱𝒖𝒏𝒈𝒌𝒐𝒐𝒌•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora