{Jungkook's Pov}
Un'ora. Un' ora che aspetto il ragazzo che mi ha mandato il capo.
Un'ora che sono qui seduto in un pub sperduto di Seoul, dove solo le persone più raccomandate sanno della sua esistenza.
Un'ora che mi tremano le mani, a forza della paura di cosa mi possa dire il ragazzo da parte del capo.
Allungo il collo per guardare fuori dal pub, e finalmente vedo un anima viva fare la sua entrata qui dentro.
È lui.
Si toglie il berretto nero e inizia a farlo rigirare fra le dita, mentre chiede qualcosa al barista, che poco dopo, mi indica con un espressione seria e scocciata.
Il ragazzo mi da un'occhiata veloce, prima di sedersi davanti a me e tirare fuori carta e penna. Inizia a segnare qualcosa, per poi darmi finalmente attenzione.
<Jungkook giusto? Ci daremo del tu> dice in modo freddo.
Sembra essere addestrato bene, e questo fatto non mi mette per niente in tranquillità.
<Si sono io> rispondo con tono basso.
<Bene, sai perché sono qui. Il capo mi ha mandato per ricevere un'altra somma di denaro, ma prima che tu faccia quello che vuole, si è assicurato di farti sapere alcune cose> inizia a parlare.
Annuisco rimanendo in silenzio, non ho idea di cosa voglia in più dei miei soldi.
Gli faccio gesto di continuare, mentre cerco di leggere quello che sta scrivendo.
<Si è stancato di aspettare da ormai un mese, sembra che i soldi siano diventati gli ultimi delle sue aspettative. Ha scoperto di una figura importante per te, ed ora, vuole lei per vendicarsi su di te. Ha perso tutta la pazienza e non ha più un briciolo di bontà da darti> si ferma a guardarmi tremare.
Le mie mani sono strette in due forti pugni, tanto da rendere le nocche bianche da quanta forza ci sto mettendo.
<In breve, ti consiglio di dargli tutti i soldi entro questo mese e di stare attento a quello che vuole lui. Non so chi sia questa persona tanto legata a te, ma posso solo dirti che sta rischiando più di quanto tu pensi. Se fossi in te troverei tutti i soldi il prima possibile, magari non ha perso tutta la sua pazienza come dice>.
Abbasso lo sguardo verso le mie mani e cerco di trattenere la rabbia repressa nei confronti di quell'uomo.
Va bene i soldi, ma Yoora no.
Ho sbagliato e sono pronto a ripagare il tutto, ma non deve permettersi di toccare l'unica persona che mi è accanto più di chiunque altro.
<Ora, se non ti dispiace, devo ritirare la somma> allunga la mano verso di me, pronto a ritirare la busta che ho in tasca.
La tiro fuori e la appoggio con rabbia sui suoi palmi rovinati.
Chissà quante armi ha maneggiato questo ragazzo.
<Quanti sono?> chiede.
<Abbastanza per avvicinarsi di più alla cifra> rispondo solamente.
Non li ho nemmeno contati, ho messo nella busta tutto quello che avevo.
In questi giorni ho cercato di vendere qualche arma e qualche ultimo grammo di qualsiasi droga rimasta. Il risultato non è stato molto soddisfacente, ma nemmeno pietoso come lo è stato il mese scorso.
<Lo spero per te Jungkook. Ora devo andare, buona fortuna> si alza dalla sedia come se niente fosse, lasciandomi li da solo a fissare il nulla.
Piano piano ci sto riuscendo a ripagare il tutto, ma ora che si è messo in testa Yoora, sarà ancora più difficile uscire da questo inferno.
Da oggi in poi dovrò cominciare a proteggerla.{Yoora's Pov}
Prendo le chiavi di casa ed esco, incamminandomi verso casa di Minho.
Questa mattina mi ha chiamato e chiesto di andare da lui per organizzare meglio la sua galleria d'arte.
All'inizio ero un po' titubante sul se andare o meno, ma alla fine ho deciso di dargli questa possibilità nel ospitarmi in casa sua.
L'unico problema è il fatto di poter incontrare Jungkook per strada. Ho sempre quella sensazione che lui sia vicino a me ogni volta che esco, proprio come ha sempre fatto prima che i nostri rapporti si riappacificassero.
D'altronde fa anche parte del suo lavoro, stare dietro alla persone e prenderle da parte quando meno se lo aspettano.
Per fortuna la casa di Minho non è poi così lontana, in più si trova dietro il mio quartiere, quindi è difficile che Jungkook sia proprio dietro le mie spalle a seguirmi.
Cammino per ancora una decina di minuti, fino a trovarmi davanti al cancello di casa sua. È la prima volta che ci entro e prima di oggi non sapevo neanche dove abitasse.
Suono il campanello e aspetto che apra il cancello per farmi entrare.
<Giusto in tempo per assaggiare la mia torta appena sfornata> dice ad alta voce per farsi sentire, mentre io avanzo verso le scale di casa.
Quando arrivo da lui, lo abbraccio e aspetto che mi accompagni dentro.
La prima cosa che si sente è proprio il profumo di torta.
<Non sapevo sapessi cucinare> dico guardandomi intorno.
La casa è piccola ma accogliente, giusta per due o tre persone.
Le pareti sono di un color crema e i mobili sono tutti di vecchia generazione, in legno puro probabilmente. Appesi alle pareti, ci sono foto e dipinti fatti da lui, con sotto una lamina in metallo con incisa la descrizione del quadro o della foto che sia.
<In realtà ho scoperto di questa piccola passione da poco, ed oggi ne ho approfittato per cucinare una torta in tuo onore> dice ridendo.
Faccio un piccolo inchino per ringraziarlo, per poi tornare a seguirlo fino ad arrivare in cucina.
<Siediti pure e appoggia la borsa dove vuoi, come se fossi a casa tua>.
<Casa mia non è così ordinata> dico guardandomi un'altra volta attorno.
È davvero molto ordinata e pulita, niente in confronto alla mia, nonostante la sistemi ogni giorno.
<Riguardo alla galleria, pensavo di prendere una ragazza o un ragazzo come assistente, visto che so già di non poterle dare tutto il tempo che ho> inizia a parlare.
<Quindi vorresti qualcuno che lavorasse li e controllasse la situazione?>.
<Esatto, mi serve solo aiuto, ogni tanto posso passare io delle giornate li, oppure si può fare a turno> si siede davanti a me e inizia a tagliare la torta.
<Conosci qualcuno, Yoora?><Grazie dell'ospitalità, Minho> esco da casa sua e mi fermo davanti all'ingresso.
<Grazie a te dell'aiuto> mi saluta con un veloce abbraccio, per poi aprire il cancello e lasciarmi tornare a casa.
Alla fine è andato tutto bene, abbiamo parlato da amici e non ci sono stati nemmeno problemi di imbarazzo.
L'unico problema saltato fuori, è stato Jungkook.
Mi ha fatto alcune domande su di lui e questa volta non ha accettato un " non voglio parlarne" come risposta.
Mi ha chiesto come e quando ci siamo conosciuti. Come fosse lui di persona. Quale lavoro praticasse e quanta importanza ha lui per me.
Sembrava strano mentre rispondevo alle sue domande, come se fosse geloso o altro. Era davvero molto attento ad ogni parola che dicevo e non sembrava essergli sfuggito nulla.
Forse è solo una mia impressione.
Svolto nella mia via e in lontananza vedo una macchina nera davanti al cancello di casa.
È familiare ma non riesco a vedere chi ci sia dentro.
Prendo le chiavi di casa dalla borsa e mi avvicino sempre di più. Ancora non riesco a vedere nulla, i vetri della macchina sono leggermente oscurati.
Decido di prendere anche il telefono e di preparare il numero di Jungkook nel caso ci fosse bisogno, ma non appena arrivo vicino alla macchina, parte in tutta velocità rischiando di prendermi.
Cado a terra per la paura e chiudo un attimo gli occhi, destabilizzata per quello che è appena successo.
La macchina. Ho già visto quella macchina.
Apro lentamente gli occhi, mentre la testa inizia a girare ancora di più.
Non capisco nulla e non ho idea di chi possa essere stato.
Prendo le poche forze che ho, e con il cuore a mille, entro in casa chiudendomi dentro subito dopo.
Chi era?.___________________________________
La faccenda inizia a farsi seria...
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𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒏𝒏𝒚•𝑱𝒆𝒐𝒏 𝑱𝒖𝒏𝒈𝒌𝒐𝒐𝒌•
FanfictionVERSIONE CARTACEA DISPONIBILE SU AMAZON KDP (LINK IN BIO) ~Sequel di Your Killer Bunny~ Ed è proprio quando pensi che sia tutto fallito, che sia tutto un ricordo, una promessa infranta, che lui torna a salvarti. . . •Vi auguro una buona lettura e s...