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{Yoora's  Pov}

Sento la sua mano sudare stretta alla mia, mentre cerca di aprire silenziosamente la porta di casa sua. 
Potrei percepire il suo nervosismo persino a distanza da lui. 
<Fai piano> sussurra girandosi verso di me, per poi tornare a darmi le spalle.
Mi lascio portare da lui, mentre percorre il corridoio nel buio. 
Entriamo in camera sua e ci sediamo sul letto, mentre Jungkook si cambia davanti a me, come se fosse di abitudine farlo. 
<Jungkook> lo interrompo. 
Si gira verso di me e mi guarda aspettando che gli dica qualcosa, ma mi si blocca del tutto non appena guardo i suoi occhi tenebrosi e caldi. 
Lo illumina solo la luce della sua solita bajour che si trova sul comodino di fianco al letto. 
<Yoora? tutto bene?> chiede, facendomi risvegliare dal suo sguardo.
Annuisco e abbasso la testa, improvvisamente mi sento spaventata e fuori luogo. Non mi sono mai sentita così, non capisco cosa stia succedendo.
Jungkook nota subito il mio cambio di umore, infatti, mi affianca sul letto e appoggia una mano sulla mia coscia. 
<Ho... ho sbagliato a portarti qui?> chiede leggermente preoccupato.
Appoggio una mano sulla sua e inizio a giocare con i suoi soliti anelli, fino a che lui non porta quella mano sul mio viso. 
Sorrido, sorrido perché ormai tutto di lui mi fa sorridere. Sorrido perché sono una gran stupida a preoccuparmi in questo momento. Sorrido perché è l'unica cosa che posso fare solo quando sono con lui e non da sola. 
<Va tutto bene, sono solo un po' preoccupata per alcune cose non importanti. Scusa> lo guardo negli occhi e mi appoggio alla sua spalla.
<Se è per colpa di quel ragazzo... ci penserò io a->.
<Jungkook... non voglio parlare di lui> dico prima che finisca la frase. 
Forse è per Minho che sento questa preoccupazione improvvisa, probabilmente è così e ancora non lo so. 
<Va bene, ora cambiati e mettiti qualcosa di mio. Siamo scappati da casa tua senza niente> sorride porgendomi una felpa bianca e dei pantaloni grigi. 
<Grazie> sussurro. 
Mi alzo dal letto e faccio per uscire da camera sua, ma vengo fermata dalla sua mano stretta al mio polso.
Mi trascina fra le sue braccia e mi bacia dolcemente, tenendomi stretta per i fianchi.
Riesce a rendere sempre tutto bello e inaspettato, trasformando qualsiasi cosa in sorpresa.
<Ne avevo bisogno> dice dopo essersi allontanato da me. 
Si mette sotto le coperte, mentre io sono ancora in piedi a guardarlo, sorpresa da quello che ha appena fatto. 
Sembra essere tutto così normale e semplice per lui, ma io devo ancora abituarmi al Jungkook di una volta. Ancora non ho realizzato il fatto che stia tornando tutto come prima, e che presto potrò ritornare anch'io quella di una volta. 
Mi cambio velocemente in bagno e quando torno in camera da Jungkook, lo vedo dormire in una posizione davvero insolita. Ha le gambe incrociate e le mani poggiate poco più sotto del petto, in questo momento non farebbe paura a nessuno.
Prendo il telefono e accendo la luce, scattandogli subito una foto prima che si svegli e mi minacci di cancellarla. 
Sorrido guardandola prima di mettermi sotto le coperte. 
Mi sei mancato Jungkook.

Mi risveglio nel suo letto, ma al posto di trovare lui, trovo un biglietto sul suo cuscino.

Gli hyung sono in casa, quindi cerca di fare poco rumore non appena ti svegli, anche se prima o poi scopriranno che sei qui. Scendi nella stanza sopra ad essa e non farti domande.

Lascio il biglietto sul cuscino e, come ha scritto Jungkook, scendo al piano di sotto senza fare rumore. Lo vedo seduto e girato di spalle, mentre passa il pennello su una tela bianca.
Mi avvicino a lui e gli copro gli occhi con le mani, mordendomi il labbro per non ridere.
<Ah, buongiorno> dice sfiorando le mie dita.
Levo le mani dai suoi occhi e mi posiziono di fianco a lui, osservando il dipinto che sta creando.
Sono io.
Spalanco leggermente la bocca, sorpresa dalla somiglianza del ritratto con me.
Sapevo fosse bravo nel disegno, ma vedere di persona il suo stile e la sua bravura, è ancora più bello.
<Lo so... è proprio bella> dice riferendosi al ritratto.
Sorrido e abbasso la testa, coprendo il viso con i capelli corvini e lunghi.
Mi afferra velocemente i fianchi e mi fa sedere sulle sue ginocchia, lasciandomi una pennellata di colore sul naso.
<Ma la ragazza originale lo è di più>.
Mi mordo il labbro per cercare di trattenere un sorriso, poi gli rubo il pennello dalle mani e gli sporco il naso di rosso.
<Ti dona> dico riferendomi al colore che ha sul viso.
<Il rosso è il mio colore> sussurra, riappropriandosi del pennello.
Ritorna a dipingere, tenendomi ancora sulle sue ginocchia.
Seguo ogni suo movimento della mano e osservo ogni particolare del disegno.
Sapere di essere dipinta da lui fa un certo effetto.
<Girati un attimo verso di me> ordina con tono calmo.
Faccio quello che mi dice e lascio che osservi i miei lineamenti.
Si avvicina lentamente fino ad arrivare a far sfiorare le nostre labbra.
Possibile come ogni volta mi faccia provare le stesse emozioni che ho provato il primo giorno in cui ho iniziato a capire di amarlo.
<Ti dipingerei tutti i giorni solo per studiare le tue labbra ogni volta> sussurra sorridendo.
Porto le mie braccia intorno al suo collo e gli tolgo il pennello dalle mani.
<Non c'è bisogno che tu finga di non conoscerle già a memoria>.
Improvvisamente morde il mio labbro inferiore e lo tira leggermente, facendomi gemere per il lieve dolore.
Sorride compiaciuto e ripete la stessa azione per svariate volte, finché non si decide a baciarmi definitivamente.
Afferra le mie cosce e si alza dalla sedia, portandomi in braccio verso il divano in fondo alla stanza. Mi fa stendere per prima, per poi mettermi sopra di me e darsi peso tramite le braccia ai lati della mia testa.
Mi guarda negli occhi per poi scendere alle labbra.
<Mi pento di non aver fatto tutto questo prima> dice mordendosi il labbro inferiore.
<Non avrei dovuto abbandonarti, per poi fare in modo di rivederti e prometterti che sarei tornato>.
<Jung->.
<Yoora, lasciami parlare> mi blocca, facendomi smettere di parlare con un briciolo di arroganza.
<Lo so che mi hai già perdonato, o così sembra, ma i sensi di colpa non se ne vanno comunque. Se sto facendo tutto questo, anche di corsa, è perché voglio riprendere tutto il tempo perso... ma sento di non essere bravo nel farlo. Ho paura di allontanarti andando così veloce con i tempi. Sembra tutto così semplice per me, come se non ti avessi mai lasciata> finisce di spiegare.
Appoggio le mani sulle sue guance, mentre cerco di trannere le lacrime che minacciano di rigarmi il viso.
Vederlo così preoccupato mi fa capire quanto ci tenga e quanto si stia impegnando nel comportarsi in certi modi con me.
Io stessa faccio fatica a riconoscerlo, nonostante si comportasse così anche tre anni fa.
<Jungkook> lo chiamo decisa.
<Smettila di farti tante paranoie, vedo tutto il tuo impegno e riesco a leggere i tuoi sensi di colpa, ma ora basta. Non sono per le parole dolci e smancerie varie, ma sappi che ti amo così come sei. Se ora sono qui c'è un motivo no?> dico senza contenermi.
Il suo respiro si blocca per un secondo, ha perso un battito proprio come succede spesso a me.
<Mi ami ancora?> chiede sorpreso.
Annuisco sincera.
Non ho mai smesso di amarlo, nonostante mi fossi convinta di odiarlo.
<Si, Jungkook>.
Gli accarezzo il viso e lascio scorrere la mano fino al suo petto, appoggiando il palmo sul suo cuore.
<Ora sta a te capire cosa provi>.

E rieccomi qui

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E rieccomi qui.
Non so descrivere bene questo capitolo, so solo che è stato emozionante scriverlo, forse perché mi sono immaginata tutto.
Spero vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato.

Grazie di tutto (anche se ormai lo ripeto sempre) e al prossimo capitolo♡

𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒏𝒏𝒚•𝑱𝒆𝒐𝒏 𝑱𝒖𝒏𝒈𝒌𝒐𝒐𝒌•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora