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{Yoora's Pov}

<Che ne dici se ti accompagno io a lavoro? Così resto li con te e ti faccio compagnia> propone Kiree appoggiando la testa sulle mie ginocchia.
Siamo stese sul divano di casa mia, anzi lei è stesa, a guardare qualche film e a mangiare patatine e pop-corn, comprati prima di venire qui.
<Sei sicura di voler restare con me? Non riuscirò a darti chissà quanta attenzione> dico.
Lei annuisce contenta, ciò vuol dire che mi accompagnerà a lavoro e resterà con me.
Guardo l'orologio appeso sulla tv, manca mezz'ora e dovremmo partire.
<Vado a prepararmi, sono in condizioni pessime> dico, spostando delicatamente la testa di Kiree.
<Vai, io metto in ordine il porcile che abbiamo creato> si mette a ridere, alzandosi dal divano per pulire.
Se non avessi passato una giornata con lei, mi sarei messa a pensare alla sera di ieri, per tutto il giorno.
Nonostante sia sicura di non poterlo più vedere, sento che degli altri non riuscirò a sbarazzarmene facilmente. Soprattutto ora che sanno dove lavoro.
Prendo un paio di leggings neri e una felpa grigia, per poi vestirmi e andare in bagno a sistemarmi viso e capelli.
Ho gli occhi spenti da mesi ormai, mi si legge la tristezza in viso.
Eppure non è che io stia così male... ho solo bisogno di dimenticare.
Una volta finito, scendo fino ad arrivare di sotto e mettermi le scarpe quando sono alla porta.
<Andiamo?> chiedo a Kiree.
Lei mi sorride, prende la sua borsa e tira fuori le chiavi, sventolandole prima di uscire dalla porta.
Spengo le luci ed esco anch'io.

<Oh, ciao Kiree> saluta Shiun, non appena mettiamo piede nel bar.
<Esisto anch'io> dico ironicamente, posizionandomi dietro il bancone.
<Si Yoora, come potrei dimenticarmi della mia amata collega di lavoro> si mette a ridere, contagiando me e Kiree.
Mentre le due si mettono a parlare, io mi metto il grembiule e lego i capelli in una coda bassa.
Lavo le mani nel lavandino e prendo un respiro prima di cominciare a lavorare.
Voglio rimediare il tempo sprecato di ieri, non posso farmi vedere giù di morale.
Inizio a prendere i vari ordini dei clienti, facendoli anche pagare alla cassa una volta finito.
Per fortuna ci sono poche persone stasera, almeno posso lavorare tranquillamente e senza stancarmi troppo.
<Scusa, potresti prepararmi una birra media?> sento chiedere alle mie spalle.
Mi immobilizzo sul posto, titubante su chi possa essere.
<Sono da solo, tranquilla> dice mettendosi a ridere alla fine.
La sua risata profonda.
<Tae!> faccio finta di essere sorpresa, nonostante non lo fossi ieri.
Lo vedo allontanarsi leggermente, ma lui veramente sorpreso.
<Che bel sorriso, falso, ma bello> ritorna con i gomiti appoggiati al bancone, appoggiando il suo mento sui palmi delle sue mani perfette.
Faccio sparire il sorriso e riprendo a lavorare, servendo il ragazzo davanti a me.
Lui guarda ogni mio movimento, come se mi dovesse studiare dopo questi, ormai, tre anni.
Mentirei se dicessi di non sentirmi a disagio, non riesco nemmeno a tenere ferme le mani dal tremare.
Nonostante sia da solo, sento che c'è qualcosa sotto.
<Ecco> dico appoggiando il bicchiere sul bancone.
Lui afferra la bevanda e inizia a berla, distogliendo finalmente lo sguardo da me.
Guardo Kiree parlare ancora con Shiun, ignare del panico che mi sta arrivando. Ora che ci penso Kiree ha già visto Tae, anche Jimin. Quel giorno in cui siamo usciti io e gli altri due, andando nel negozio di Gucci solo per Tae. Li dentro, ci siamo incontrate dopo mesi. Spero che lei non si ricordi nulla, anche perché potrebbe sospettare su Tae e iniziare a farmi domande.
<Come stai?> chiede dal nulla Tae, facendomi risvegliare dai vecchi ricordi.
Rimango in silenzio per qualche secondo, cercando di formulare una risposta.
<Bene> rispondo.
Peccato che la risposta sembri più una domanda che una affermazione.
Alzo lo sguardo verso Tae e lo faccio incrociare nel suo, è troppo sveglio per credermi. Cerca di avvicinarsi di più a me, quasi da potermi sfiorare.
<Scusa> abbassa lo sguardo, iniziando a giocare con un braccialetto in cotone.
Improvvisamente cambia tutto, il mio sguardo, il suo, il mio respiro si tranquillizza, mentre il suo sembra cessare.
Non dico nulla, non servono parole. Riesco solo a capire le sue scuse, ma non sento nient'altro. Dovrei perdonarlo? Dovrei perdonare tutto nel caso fosse così.
<Se solo potessimo parlare da s->.
<No. Non so chi ti abbia mandato, ma non mi interessa più nulla di voi> alzo leggermente il tono, ma rimedio subito dopo chiedendo scusa ai clienti, mentre le mie due amiche si mettono in guardia.
<Sto male, Taehyung> quasi sussurro questa volta.
Vedo il ragazzo irrigidirsi, prima di bere l'ultimo sorso di birra e uscire dal bar.
Niente più scuse, niente più parole.
Appoggio le mani ai lati del lavandino.
Se prima credevo di scoppiare e farmi coraggio, ora credo di crollare in mezzo ai ricordi e alla nostalgia.
Sento le mani di Shiun appoggiarsi sui miei fianchi, cercando di sostenermi in piedi. Ma le gambe minacciano di lasciarmi.
Non posso essere così debole, dov'è finita la Yoora di una volta?.
Quella che cercava di scappare da quella dannata casa, quella che aveva la battuta pronta la maggior parte delle volte.
Di lei rimane la paura e le debolezza che l'ha distrutta davanti a quel corpo steso a terra. Quel corpo che non avrei mai più potuto vedere, ma che si è ripresentato sul quel vagone tre anni fa.
<Ti accompagno a casa, adesso> mi afferra la mano Kiree, mentre Shiun convince suo padre a lasciarmi andare.
Mi libero dalla presa della mia migliore amica, per poi farle gesto di non toccarmi.
<Sto bene> dico a malapena.
<No Yoora, torna a casa con Kiree. Il lavoro non è un problema, tu sei più importante> dice Shiun.
Scrollo la testa e mi allontano da loro due, andando a sbattere contro il petto del signor Min.
I clienti mi stanno guardando scioccati e curiosi di sapere quello che mi sta succedendo, mentre c'è chi si offre di portarmi a casa.
<Hai bisogno di una settimana di riposo, ce la caveremo da soli> cerca di tranquillizzarmi il signor Min.
Guardo le mie due amiche che allontanano i clienti disposti ad aiutarmi, mentre li avvisano di non preoccuparsi, che sto bene.
Ma chi le crederebbe.
Mi tolgo il grembiule e lo appoggio su uno sgabello, per poi sciogliermi la coda e infilarmi il giubbotto.
Kiree si affianca a me mentre usciamo dal locale, ma viene respinta non appena prova a prendermi sottobraccio.
<Torno da sola, non preoccuparti. Penso sia un po' di febbre> provo a mentire.
<Appunto perché hai la febbre non ti lascerò in mezzo a questo freddo> insiste lei.
Mi fermo sul marciapiede e blocco la mia amica per le spalle, guardandola dritto negli occhi.
<Va tutto bene, non ho freddo, voglio solo stare da sola> mi allontano, sorridendole prima di ricominciare a camminare.
So che fa tutto questo per il mio bene, ma non ne ho bisogno.
O almeno vorrei che fosse così.
Inizio a camminare per la via verso casa, rifugiandomi nel mio giubbotto invernale lungo fino a metà polpaccio. Ma fa troppo freddo comunque.
Le scuse di Taehyung iniziano a rimbombarmi nella testa, come se dovessero essere per forza ascoltate e non messe da parte come vorrei tanto fare.
Il suo sguardo nel mio, uno sguardo caldo, ma per la prima volta... uno sguardo spento.
Sento gli occhi inumidirsi, mentre la vista si fa sempre più offuscata per colpa delle lacrime che, senza accorgemene, iniziano a scendere lungo le mie fredde guance.
Ma quando penso che siano solo le lacrime a scendere, le mie gambe crollano in mezzo alla strada.
Buio, un buio insolito si fa spazio nei miei occhi.
Poi il nulla.

Finalmente la storia inizia ad avere piega, spero che il capitolo vi sia piaciuto

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Finalmente la storia inizia ad avere piega, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
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