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{Yoora's Pov}

Busso alla porta di casa e intanto che aspetto aprano, mi sistemo i capelli scompigliati per il troppo vento di oggi. 
<Yoora!> esclama Jimin aprendo la porta di casa, facendomi accomodare subito dopo avermi abbracciata.
<Finalmente ci vediamo di nuovo> dico sorridendo. 
Il viso di Jimin diventa cupo per un attimo, come se avessi detto qualcosa di veramente sbagliato. 
<Devo parlarti anche di questo Yoora, non siamo spariti per niente> dice facendomi segno di andarci a sedere in salotto.
Ci mettiamo sul divano e iniziamo a parlare di quello che abbiamo fatto durante questa settimana, fino a che Jimin non smette di parlare e spegne quel piccolo sorriso che gli si era creato. 
<Jungkook non torna a casa da una settimana, anzi, penso ci sia solo quando non c'è nessuno in casa> inizia a spiegare. 
Non so dove Jimin voglia arrivare, e non so nemmeno perché ne stia parlando proprio con me. Dovrebbe sapere che io e Jungkook non abbiamo più confidenza, o almeno, dovrebbe pensarla così.
<Quando io e gli altri siamo in casa lui non c'è, ma quando lo cerchiamo nella sua stanza al piano di sotto, notiamo sempre che qualcosa è cambiato dal giorno prima. E gli oggetti non si spostano da soli>.
Comincia a giocare con un cuscino del divano, senza guardarmi negli occhi. 
Jimin è una persona davvero sensibile e altruista, si preoccupa per tutti e soprattutto per le persone che ha vicino. Riesco a leggere la sua paura mischiata alla tristezza nei confronti di Jungkook.
Gli appoggio una mano sulla spalla e mi avvicino a lui, fino a circondargli il corpo con le mie braccia. 
<Non so cosa dirti, non capisco perché faccia così, ma sicuramente c'è qualcosa dietro. Jungkook non fa determinate cose per nulla, c'è sempre un motivo in tutto. Forse vuole solo proteggervi standovi lontano... c'è qualcosa che Jungkook sta nascondendo e tu sai?> gli chiedo. 
Jimin alza lo sguardo verso di me per poi spostarlo di nuovo sul cuscino con cui stava giocando. 
<Taehyung è convinto che ci stia nascondendo qualcosa di grosso. Una situazione pericolosa per Jungkook e per noi. Che lui ci voglia proteggere è probabile, ma non capisco perché lo faccia in questo modo. Non può proteggere le persone evitandole o cacciandole di casa in modi esagerati... tu ne sai qualcosa Yoora, e sinceramente penso tu sia stanca del suo modo di ragionare nel proteggerci>.
Rimango in silenzio a formulare le sue parole, pensando a cosa ci possa essere dietro a Jungkook, cosa potrebbe aver combinato e con chi. 
<Si, non sono mai stata d'accordo sul suo modo di proteggerci, lo trovo inutile, ma Jungkook è Jungkook e non possiamo dirgli cosa fare e cosa non fare> dico sorridendo alla fine. 
Non voglio nemmeno che cambi modo di pensare, voglio che lui rimanga così com'è.
<Lo so... sono solo preoccupato per lui, Yoora. Fa tanto il grande e il forte, ma sappiamo tutti che dentro è debole e estremamente autocritico per se stesso. Anche se non siamo più la famiglia di una volta, vogliamo molto bene a lui e spero sia così anche per noi da parte sua> dice con la voce tremante. 
<Jimin> sussurro avvicinandomi ancora di più a lui per stringerlo in un abbraccio. 
Si mette a piangere sulla mia spalla, senza preoccuparsi di trattenere nulla. Sono felice che si sfoghi con me e che sia così aperto nel farlo. Ma dall'altra parte fa star male anche me. 
Gli accarezzo i capelli grigi con una mano e con l'altra la schiena, piano piano riesco a tranquillizzarlo. 
<G-grazie Yoora>.
Mentre Jimin si asciuga le lacrime, sento la porta d'ingresso aprirsi e chiudersi poco dopo. 
Mi giro verso il corridoio che porta in tutte le camere e noto una figura scura passare velocemente.
Jimin se ne accorge subito e si immobilizza non appena sente una porta chiudersi in modo brusco. 
<Jungkook> diciamo nello stesso momento. 
Ci giriamo l'uno verso l'altra e sorridiamo per quello che è appena successo. Jimin si alza dal divano, facendomi segno di seguirlo. 
Non ho idea di cosa voglia fare ora che Jungkook è tornato a casa, so solo che sento l'ansia iniziare a pervadermi il corpo, ma allo stesso tempo, sento i muscoli rilassati come se mi fossi appena liberata di un peso. La stessa sensazione che ho avuto stanotte. 
Arriviamo davanti alla camera di Jungkook e il ragazzo affianco a me, bussa alla porta per poi allontanarsi e lasciarmi in avanti. 
Inizio a giocare con un lembo della felpa, nervosa per come la possa prendere Jungkook nel vedermi qui. 
La porta si apre e il mio respiro si blocca in meno di un secondo. 
Ha una felpa grigia e dei pantaloni neri davvero grandi, i suoi capelli sono scompigliati e le sue mani sono leggermente macchiate di sangue. 
Non l'avrà fatto ancora, vero?.
Mi giro per vedere se Jimin è ancora dietro di me, ma sembra essersi volatilizzato dal nulla. 
<Hai intenzione di entrare e riempirmi di insulti perché non mi faccio più vedere da nessuno, o vuoi restare li a fissare le mie mani ancora per un po'?> chiede sorridendo leggermente. 
Alzo la testa e incrocio il suo sguardo nel mio, facendomi perdere un battito. 
<So che Jimin ti ha raccontato tutto, so che ha anche pianto. Non credevo ci fosse qualcuno in casa> spiega abbassando la testa. 
<Non ho nemmeno riconosciuto la tua macchina>.
Sembra si stia arrabbiando, oppure è solo la mia solita sensazione non appena abbassa la testa dopo aver detto qualcosa. 
<Non voglio riempirti di insulti, voglio solo capire cosa ti prende, Jungkook> dico alzandogli il viso con un dito. 
Torniamo a guardarci negli occhi, rimanendo in silenzio per concentrarci sui nostri sguardi. 
<Entra allora> si sposta leggermente dall'entrata e mi fa passare, facendomi sedere sul letto per poi affiancarmi. 
Gli guardo le mani ancora sporche, non riesco a crederci che continui con queste cavolate. 
<Prima levati quel sangue di dosso, non riesco a non pensarci> dico girandomi dalla parte opposta della sua direzione. 
Lo sento alzarsi dal letto e uscire da camera sua, tornando poco dopo con le mani pulite e i capelli pettinati. 
Sento di volerlo abbracciare e restare in silenzio con il viso appoggiato sul suo petto, ma non è il momento. 
<Non posso scappare vero?> chiede buttandosi a pancia in su sul letto. 
<No> rispondo fredda. 
Rimango a fissare un punto vuoto, mentre lui si sistema dietro di me e mi stringe la vita con le braccia, facendomi sussultare dalla sorpresa.
Ora sto meglio.
<Non so bene cosa dirti o chiederti, so solo che stai facendo preoccupare tutti, me compresa. Jungkook, in cosa sei entrato adesso?> giro il capo verso di lui e incontro la sua guancia calda. 
Appoggia il viso nell'incavo del mio collo e sospira delicatamente, stringendomi ancora di più a lui. 
<Non sono dentro niente. Nessun affare, nessun crimine, niente di niente>.
<E perché sei tornato qui con le mani sporche di sangue, dopo che non ti sei fatto vedere per una settimana dai tuoi->.
<Non dovrei essere qui, infatti. Non puoi capire, Yoora> si separa da me, alzandosi dal letto. 
Lo vedo camminare avanti e indietro per tutta la stanza, sfregandosi i capelli corvini. 
Mi sento quasi in colpa e stressarlo per quello che gli sta succedendo, ma come sono preoccupati gli altri lo sono anch'io. 
<Jungkook calmati e siediti, non voglio più sapere nulla, va bene? voglio solo sentirti vicino> dico fermandolo per un polso. 
Mi guarda con sguardo stanco, come se mi stesse chiedendo di aiutarlo, ma allo stesso tempo è troppo orgoglioso per farlo veramente.
<Stanotte non ero io, la tua mancanza mi ha fatto perdere la testa> si ferma a guardarmi da in piedi. 
Non capisco cosa centri e cosa voglia intendere con queste parole, ma non importa, sento solo il bisogno di ascoltarlo.
<Non avrei dovuto aspettarti fuori casa per più di due ore, spuntando fuori dal nulla quando stavi ricominciando a crearti una nuova vita> spiega.
Mi alzo, e senza avvisarlo, mi butto fra le sue braccia e mi lascio coccolare dal suo profumo.
Non sa più di fumo e alcool come una volta, ma sa di un profumo che non saprei descrivere. Sento solo che potrei riconoscerlo tra mille persone. 
Mi accarezza i capelli, creandomi lunghi brividi per tutto il corpo, spostando poi i capelli dal collo, sfiorando i segni che mi ha lasciato lui. 
<Aspettarmi li di fuori al freddo e al buio, è stato il gesto più giusto e bello che tu possa farmi> dico provando a tranquillizzarlo. 
Percepisco il suo sorriso, nonostante io non lo riesca a vedere in questo momento.
<E credimi Jungkook, non stavo per niente ricreando la mia vita>.
Improvvisamente mi dimentico di tutto. Di essere a casa sua, delle parole di Jimin, del suo sfogo, delle mani sporche di sangue e del suo sguardo arrabbiato. Di tutto. 
Mi separo da lui e gli accarezzo la cicatrice sulla guancia sinistra, osservandola dopo tanto tempo in cui non la vedevo. 
Kiree stamattina aveva davvero ragione, è davvero bello.
<Di te mi manca tutto, Jungkook>.
Sorride. Un sorriso mai visto.
<Non so quando, non so come ma in qualche modo riavrai quel tutto, Yoora>. 

Spero che vi sia piaciuto, e lo dico sempre perché ogni volta che li vado a correggere, sento che non mi piacciono e che le emozioni che ho provato mentre li scrivevo, non sono servite a niente

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Spero che vi sia piaciuto, e lo dico sempre perché ogni volta che li vado a correggere, sento che non mi piacciono e che le emozioni che ho provato mentre li scrivevo, non sono servite a niente.
Lo so, sono molto autocritica sul modo in cui scrivo, ma penso sia un pregio e un difetto.
Forse metto troppe parti in cui spiego cosa succede e poche dove spiego cosa sentono e provano i personaggi.
Ma d'altronde è il mio modo di scrivere e spero vi piaccia così, sperando anche che io possa migliorare sempre di più.
Bene, non volevo annoiarvi con le mie "paranoie" ma... niente non ho nient'altro da aggiungere.

𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒏𝒏𝒚•𝑱𝒆𝒐𝒏 𝑱𝒖𝒏𝒈𝒌𝒐𝒐𝒌•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora