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[Lo spazio autrice, mi farebbe piacere se lo leggeste a fine capitolo. Buona lettura]

{Yoora's Pov}

Non ci sono parole che possano descrivere quello che ho provato oggi, probabilmente non esistono nemmeno.
Quando ha detto di voler rendere questa giornata la migliore della mia vita, non scherzava, perchè lo ha fatto davvero e ci è riuscito senza tante difficoltà.
Dopo il giro in elicottero, mi ha portato al One World Observatory dove, anche li, abbiamo avuto un'altra prospettiva di New York.
Abbiamo visto tutte le strade che abbiamo percorso, dove abbiamo lasciato varie nostre emozioni che ancora camminano sui marciapiedi e corrono da un semaforo all'altro.
Ho visto questa breve vacanza passare sotto i miei occhi, come se fosse un film in grande schermo. Ma tutti i film hanno una fine, non possono durare per sempre.
Questo film, il nostro film, rimarrà nella mia testa in eterno, al sicuro in uno scrigno troppo prezioso per essere perso.
Mi giro verso il ragazzo di fianco a me, il mio ragazzo, la persona che mi sta regalando il ricordo più bello della mia vita e gli afferro la mano mentre camminiamo per le strade di Manhattan.
E' ormai buio e stiamo cercando un ristorante carino per fermarci a cenare. Ne abbiamo sorpassati di ogni ma, o sono pieni o non sono di lusso.
Jungkook non ha intenzione di accontentarsi e, per oggi, gli do ragione. Dopo cena vuole portarmi nel nostro ultimo posto a me segreto.
<Direi che questo potrebbe andare bene, ma prima, andiamo a vedere com'è fatto e cosa si mangia> mi trascina dentro un ristorante.
E' a luci basse, ci sono solo candele ad illuminare il tutto. E' piccolo e intimo, ci sono pochi tavoli ben apparecchiati e le persone che li stanno occupando, sembrano provenire da ricche famiglie.
<Avete prenotato?> ci chiede un cameriere alle nostre spalle.
<No, ci servirebbe un tavolo da due e dei menù> spiega Jungkook.
La sua pronuncia in inglese è quasi ottima, ha bisogno di un pò più di sicurezza, ma per il resto è bravo.
Il cameriere ci accompagna in un tavolo lontano dagli altri, lasciandoci due tipi di menù, uno per i pasti e uno per il vino o qualsiasi altro tipo di bevanda.
<Direi che stasera andiamo con del vino> dice Jungkook, quasi come sottoforma di domanda per me.
Annuisco e lascio a lui la scelta, mentre io cerco il pasto che più mi ispira. Una volta scelto tutto, attiriamo l'attenzione di un cameriere e ordiniamo.
Come sottofondo c'è una melodia composta al pianoforte, il mio strumento preferito. Mi guardo intorno e noto ogni dettaglio di questo ristorante.
Le portate sono di medie dimensioni, ma sembrano saziare solo a guardarle, le impiattazioni possono essere paragonate ad una forma d'arte, come il resto del locale. I mobili, i dipinti e il resto dell'allestimento, ricorda il mondo vintage New Yorkese. Davvero tutto bello e accogliente.
<Sai cosa mi mancherà?> chiede Jungkook attirando la mia attenzione.
Porto il mio sguardo nel suo e scrollo la testa in segno di negazione.
Lui afferra una mano, mentre con l'altra la stringe a pugno e la porta sotto il suo mento.
<Mi mancherà svegliarmi accanto a te, con la speranza che tu stia dormendo, in modo che io possa guardarti rilassata. Poter scherzare quando ho voglia, prenderti in giro e finire per farti il solletico. Vederti felice nel luogo che tu desideri tanto. Camminare per le strade senza avere la paura di essere scoperto e cacciato in altri guai. Sorprenderti e vederti ridere. Abbracciarti durante la notte e guardare le luci dei grattacieli insieme a te. Mi mancheranno molte altre cose ma non importa... l'importante è godermele fino alla fine, giusto?>.
Giustissimo.
Anche a me mancheranno tutte queste cose, ma non vuol dire che non siano impossibili da ricreare. Possiamo comunque svegliarci e addormentarci insieme, prenderci in giro e finire per farci il solletico o fare la lotta sul letto, vedere felici entrambi e tutto quello che è possibile. L'unica differenza sarà che non capiterà tutti i giorni, abbiamo due vite opposte e tornare a coinvivere sarebbe difficile. Potrebbe rovinare di nuovo tutto. Per il momento va bene così com'è.
I nostri piatti arrivano insieme al vino, versato gentilmente da uno dei camerieri. Cominciamo a mangiare e intanto parliamo della giornata appena trascorsa, ma che ancora, non è finita del tutto.
Ho altre sorprese che mi aspettano, non so quali, ma sono sicura che non tarderanno ad arrivare.
Mangiamo con calma tutti i pasti, arrivando al dolce che gustiamo per bene fino a che non è il momento di alzarci e andare a pagare.
Non appena siamo fuori dal ristorante chiamiamo un taxi e Jungkook, attraverso un bigliettino, spiega dove ci deve portare.
<Quan'è che la smetterai di tenermi tutto in segreto?> gli chiedo ridendo leggermente.
Lui sorride e, dalla tasca, tira fuori la stessa benda che ha usato per coprirmi gli occhi il primo giorno qui a New York.
<No, questa volta no> cerco di allontanarmi il più possibile da lui, ma l'auto non ha sedili infiniti.
Gli blocco i polsi e inizio a mordergli le braccia ogni volta che prova ad avvicinarsi ma, come sempre, la sua forza vince sulla mia.
<Ti odio Jeon> quasi sussurro mentre mi lega la benda attorno agli occhi.
<Fra un pò cambierai idea> sussurra al mio orecchio, prima di tornare al suo posto.
Sento un brivido percorrermi tutto il corpo, l'atmosfera è cambiata del tutto in poco tempo.
Dopo pochi minuti siamo finalmente arrivati, paghiamo il taxista e scendiamo dall'auto.
Jungkook afferra una mia mano e mi trascina delicatamente dentro un posto chiuso.
Sento le persone parlare in lungue diverse, questo mi fa capire che siamo in un luogo pubblico e pieno di stranieri.
<Avete il-> sento una ragazza parlare poco distante da noi, ma subito dopo viene zittita. Credo sia stato Jungkook a farlo.
Porto la testa indietro e una mano sulla fronte imbarazzata, non oso pensare come mi stiano guardando tutti.
<Mi fai paura Jungkook, perchè tutto questo mistero, vuoi per caso uccidermi?> chiedo sperando di avere la testa girata verso la sua direzione.
Lo sento ridere e poco dopo premere qualcosa, che emana un rumore metallico, come quello di un'ascensore.
<Si, vuoi uccidermi. Jungkook io->.
<Respira, sono solo pochi piani>.
Faccio finta di credergli, non voglio rovinare nulla con i miei lamenti, sarò anche spaventata ma allo stesso tempo sono troppo curiosa.
Mi aggrappo a lui e alla sua giacca nera, sprofondando con il viso nella sua camicia bianca. Si è vestito elegante solo per rendermi più felice di quanto non lo sia già.
I piani sembrano non finire più, ma proprio quando sto per chiedergli quanto manchi ancora, arriviamo e usciamo.
Silenzio.
Non sento altro che i nostri passi e i rumori della città.
Siamo all'aperto, lo riesco a capire dal lieve vento che mi spettina la frangetta, ma ho come l'impressione di non essere di nuovo su un tetto di un grattacielo qualunque.
Camminiamo per ancora qualche metro, finchè Jungkook non mi afferra per le spalle e mi posiziona in un punto, obbligandomi a star ferma.
<Non puoi capire la bellezza, Yoora> sussurra portando le mani attorno ai miei fianchi.
Voglio vedere anch'io, voglio capire dove ci troviamo e cosa stia succedendo.
<E' il momento di farti vedere quello che ti ho tenuto nascosto per tutta la sera>.
Lo sento portare le mani attorno al nodo della benda. Se prima volevo vedere dove fossi, ora ho quasi paura di rovinare la sorpresa troppo in fretta. Ma il momento è arrivato e sarebbe uno spreco non goderlo fin dal primo secondo.
Apro gli occhi lentamente, non credendo a quello che sto vedendo.
Per alcuni può essere solo una vista dall'alto, dove vedi New York in un modo mai visto ma, per me, è un sogno che si realizza.
Un sogno che ho fin da quando sono piccola, ma che mai avrei pensato di realizzare. Un sogno che credevo fosse irraggiungibile, impossibile, quasi irreale.
Invece questa notte, il ragazzo che ora ho vicino, mi ha portata qui... all' Empire State Building.
Guardo la città illuminata e piena d'arte, mentre lascio che il vento mi spettini i capelli e mi renda più libera di quanto non lo sia già.
Sono veramente qui e non sto sognando, non più ormai.
Sento le mani di Jungkook stringermi la vita, un pò come sta facendo con quella vera, con quella che vivo tutti i giorni.
Le sue labbra si poggiano sul mio collo, lasciando lievi baci morbidi.
<Non ho mai creduto nell'amore> inizia a parlare.
Ora percepisco un'altra atmosfera, una mai provata, mai vissuta.
Continuo a guardare la città, mentre mi concentro sulle sue parole.
<Non ci ho mai creduto perchè non ne ho mai avuto la possibilità, nemmeno prima di incominciare a lavorare nel mondo che tutt'ora frequento. Non sono mai stato spinto dalla voglia di innamorarmi e conoscere quella persona che tutti vorrebbero, quella persona che saprebbe renderti felice in ogni momento della giornata> si ferma appoggiando la testa sulla mia spalla, percepisco il suo nervosismo ma non capisco dove voglia arrivare.
Mi giro verso di lui e lascio che afferri le mani e inizi a giocare con le mie dita, mordendosi il labbro inferiore nervoso.
Poi rialza lo sguardo e lo mescola al mio.
<Due o tre anni fa conobbi una persona. Una ragazza dai capelli corti e mori, occhi scuri e una carnagione davvero chiara. La rapii convinto del fatto di ritrovarla ingenua e debole... ma in poco tempo capii la vera persona che stava nascondendo.
All'inizio ci odiammo entrambi, uno più dell'altra. Lei cercò di scappare varie volte da me, ma per fortuna riuscii sempre a fermarla. Le mostrai una parte del mio mondo, parlai con lei e le insegnai persino a sparare. La vidi sotto un'altro aspetto, un aspetto che mi sorprese e mi fece pensare di farla entrare nella mia squadra>.
Sento il mio cuore iniziare a battere velocissimo, mentre i miei occhi iniziano già a farsi lucidi.
<Con il passare dei giorni imparammo ad accettarci e a sopportare i difetti di entrambi. Più il tempo scorreva e più capii quali poteri stesse maneggiando la ragazza su di me. Bastò qualche settimana per farmi iniziare a pensare in modo diverso dal solito. Cominciai a porgermi domande mai fatte. Quella ragazza, mi stava facendo innamorare. Non volli accettarlo subito,  avevo paura. Ero davvero terrorizzato al solo pensiero di provare certi sentimenti, certe sensazioni. In poco tempo quella persona riuscì a farmi allontanare dal mondo in cui vivevo. Un mondo pericoloso per entrambi, ma con l'unica differenza che, tra i due, uno era abituato a quel tipo di vita, mentre l'altra era all'oscuro di molto. A me, tutto quel cambiamento sembrava strano e impossibile. Dopo un po' di tempo decisi di lasciarla, consapevole di aver perso quell'emozione che tutti definiscono amore. Ma in realtà persi solo la persona, il resto rimase bloccato in fondo al mio cuore e alla mia mente. A spingermi nel rovinare tutto fu la paura, ma quella volta, non la paura di innamorarmi, ma la paura di perdere quella persona. Si, alla fine la persi comunque, ma non come sarebbe potuto succedere nel caso fossi andato avanti con lei. Volevo proteggerla, salvarla dallo schifo che mi circondava... e così ho fatto> si sofferma ancora.
Il suo respiro è affannato.
Ci eravamo promessi di mettere i ricordi brutti da parte e di ricominciare da zero, ma c'è qualcosa che lo sta spingendo nel fare l'ncontrario.
E da una parte sono d'accordo con lui, sento che sia necessario.
<Sai Yoora? quella persona era troppo per essere lasciata perdere, era troppo per essere lasciata agli altri. Quando pensavo a lei mi saliva un forte senso di protezione, di gelosia. La volevo a tutti i costi solo per me e avrei fatto a botte con chiunque pur di averla fra le mie braccia... ma qualcosa mi diceva di lasciarla perdere, di lasciarla andare per la sua strada, perchè quello che si meritava il meglio tra i due, era lei e non io. Lei era troppo per me e io troppo poco per lei. Ad oggi la penso ancora così, nonostante io sia riuscito a riaverla mia. Sono tornato a stringerla e ad essere ancora più protettivo e geloso di prima. Sono tornato ad amarla, nonostante io non abbia mai smesso di farlo. Oggi, quella persona, è davanti a me. Ha gli occhi lucidi e il labbro tremolante, forse non ha idea di cosa io stia per fare o forse già se lo immagina. A lei voglio dire una cosa che non dico spesso, due parole che già conosce ma che, forse, ancora non ha capito quanto siano importanti per me e per entrambi>.
Separa le nostre mani per un attimo, lasciando che le sue prendano qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni.
<A questa ragazza voglio anche promettere una cosa. Che non la lascierò mai. Succeda quel che succeda, io non voglio più lasciarla. Ma se quel giorno dovesse tornare ci saranno dei buoni motivi, perchè è quasi impossibile che qualcosa duri tutta la vita e, nel caso arrivasse davvero, io non la lascerò comunque. Yoora> mi chiama facendomi riportare l'attenzione sul suo viso.
E' vero, ho gli occhi lucidi e il labbro tremolante, ma quello che sto provando non può vederlo e immaginarlo.
Non guardo quello che sta facendo, voglio che sia tutto una sorpresa, nonostante io sappia già cosa di cosa si tratti.
<Lo so che non te lo dico spesso, puoi capire quanto io non sia abituato nel farlo ma questa sera voglio che le parole mi escano di bocca senza problemi, che siano sincere come lo sono i sentimenti> mi afferra la mano sinistra e stende un dito in particolare.
Non riesco a guardare altro che il suo sguardo abbassato sulla mia mano, mentre compie quel gesto che mai mi sarei aspettata da lui.
Sorride, un sorriso strano e mai visto da lui.
<Ti amo>.
Sono le ultime parole che sento, prima che infili l'anello al mio dito. Finalmente riesco a guardare le nostre mani, dove adesso, c'è una nuova prova del nostro legame.
Guardo l'anello ma la mia vista è troppo ofuscata dalle lacrime per vederlo bene, così alzo lo sguardo e lo incrocio con l'unica persona che non riuscirà mai a farmi vedere sfocato.
Allargo le braccia e in meno di un secondo sono fra le sue, mentre le nostre labbra sono unite in un qualcosa di passionale.
Intorno a noi non c'è nessuno, fa tutto parte del piano che non abbiamo mai ideato.
Porto le mani fra le ciocche dei suoi capelli e le tiro un attimo indietro per riprendere fiato, poi lo riporto di nuovo alle mie labbra. Fanno male per quanto stiamo giocando, ma non voglio smettere, non ho intenzione di finire questa ultima notte così.
Si separa da me aspettando che io dica qualcosa, ma non riesco a parlare, ha detto tutto lui.
Mi afferra per la vita e mi fa saltare in braccio, portandomi verso l'ascensore.
Guardo un ultima volta il luogo che ho sempre sognato di vedere salutandolo con un sorriso, per poi tornare a guardare il mio ragazzo.
<Ti amo anch'io, Jungkook>.

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Ho cercato di correggerlo il meglio possibile, ma ad ogni frase sentivo di dover aggiungere qualcosa, quindi i tempi e i verbi sono un po' andati per conto loro ma mi va bene così. È un capitolo davvero naturale.

Ci tengo molto, davvero tanto, sapere cosa avete provato, se vi siete emozionate e se, come me, avete pianto un pochino.
Mi sono commossa anche mentre lo correggevo e sono davvero soddisfatta di questo lavoro.

P.s. nel prossimo capitolo succederà qualcosa che molte aspettano, spero venga fuori un bel lavoro adatto alla loro coppia.

Fatemi sapere cosa ne pensate
♡♡♡

𝒀𝒐𝒖𝒓 𝑨𝒏𝒈𝒆𝒍 𝑩𝒖𝒏𝒏𝒚•𝑱𝒆𝒐𝒏 𝑱𝒖𝒏𝒈𝒌𝒐𝒐𝒌•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora