Ordini

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Nel buio della sala comune dei Serpeverde, otto ragazzi erano attorno ad un elfo vecchietto e malridotto, che tendeva la sua gracile mano verso l'alto.

Nonostante fossero restii nel toccarlo, le parole del piccolo essere li obbligarono: era stato mandato dal Signore Oscuro per prelevarli dalla scuola senza che nessuno lo sapesse.

Fu un buon piano poiché i fantasmi raramente entravano nelle sale comuni, gli studenti in quell'ora tarda dormivano, gli elfi erano gli unici che potevano usare la loro magia all'interno del castello e Silente non si sarebbe accorto di nulla.

Un battito di ciglia ed Haejung si ritrovò nel salone di una casa malmessa.
La riconobbe, non avrebbe potuto dimenticare comunque la villa del Signore Oscuro.

Era esattamente come l'aveva vista l'ultima volta, il tavolo grande in legno scuro e trentuno sedie. Nient'altro.

L'elfo era scomparso chissà dove e, nonostante i suoi amici fossero accanto a lei, Haejung aveva una paura smisurata.

Una voce poi le fece accapponare la pelle, non dovette nemmeno girarsi per capire chi fosse che Voldemort entrò subito nella visuale dei ragazzi.

Li fece accomodare con un gesto della mano, indicando le sedie. Scorse i propri genitori dirigersi in fondo al tavolo ma per quella volta, quello, non sarebbe stato il suo posto.

Minhee era accanto a lei, alla sua destra che a sua volta aveva Taeil. Jaehyun sedeva alla sinistra della serpeverde ed accanto all'oscuro signore.

Haejung diede una veloce occhiata e si accorse di essere una delle poche - le facevano compagnia Minhee e Mark- a non esser felice.

Taeyong sembrava sprizzare gioia da tutti i pori, Johnny aveva un sorriso ammirevole nel guardare l'uomo a capotavola e Taeil avrebbe voluto scavalcare i suoi amici per essergli vicino.
I rimanenti sorrisero entusiasti.

Non loro tre, che si lanciarono occhiate preoccupate.
Haejung saltò quando il serpente le sibilò passandole accanto, non si era accorta fosse salito sul tavolo.

Troppe cose le stavano mettendo paura ed avrebbe voluto riavere indietro la spavalderia di sempre.
O forse non l'aveva mai avuta, si mostrava potente difronte alle persone che non la conoscevano affatto e pretendeva il rispetto solo per affievolire, in parte, il vuoto derivante dall'amore mai ricevuto.

Un pugno sul tavolo ed un'ombra che si allungava, fecero distogliere lo sguardo della serpeverde da Nagini, così i suoi occhi finirono su colui che si era alzato in piedi, oscurando in parte le candele dietro.

«Miei giovani discepoli -iniziò, i suoi piccoli occhi scarlatti fluttuarono velocemente tra gli otto ragazzi- vi ho qui riuniti per assegnarvi un compito. Farete qualsiasi cosa io vi chieda, vero?»

Non un secondo di esitazione li paralizzò. All'unisono risposero con un 'sì padrone' convinto.

«Bene. Ucciderete per me, una persona. Voglio che ognuno di voi, entro dicembre, uccida un nato babbano. A dovere compiuto, entrerete nei Mangiamorte.» sorrise, ancora quei denti neri a far capolinea tra le sottili labbra.
I genitori, alla fine del lungo tavolo, esplosero in applausi orgogliosi.
Haejung rimase alle parole del potente mago, la sua anima era condannata a cadere in pezzi.

Nessuno di quei genitori aveva ucciso per entrare nei Mangiamorte, perché un compito così difficile era stato dato ad otto quindicenni?

Uno scoppio la fece saltare spaventata sulla sedia, si risistemò per bene quando il serpente puntò gli occhi gialli su lei. Voldemort aveva alzato in aria la bacchetta ed aveva disegnato il suo simbolo nell'aria, poi era scomparso con uno rumore.

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora