Dammi tutto di te- Fine.

211 25 15
                                    

La piccola chiesa in Canada non era piena.
Non furono molte le persone che andarono al funerale di Mark.

Haejung rimase in disparte, di lato, sotto la statua di un santo che non seppe riconoscere.
Il Canada non era stato toccato dalla magia oscura, così come Mark avrebbe voluto per se stesso.
Per questo il rito si svolse lì, lontano da chi lo odiava e lo accusava, in una terra che Mark amava con tutto se stesso.

Donghyuck aveva pianto per giorni, lui che aveva provato a salvare il ragazzo in ogni modo.
Anche se sapeva che Mark ora fosse felice, finalmente e veramente felice, Donghyuck l'avrebbe voluto ancora con sé.
Tutto quello che potè fare per l'unica persona che avesse realmente amato, fu allestire il funerale e pregare il Ministero affinché lasciasse liberi per quelle poche ore i signori Lee.

La madre di Mark si buttò sulla tomba in legno d'acero mentre urlava e piangeva e Haejung si voltò dalla parte opposta con una mano sulla bocca, per non farsi sentire né vedere mentre piangeva.

I loro amici erano tutti lì, ad ascoltare le parole del prete e a incidere nelle loro menti le parole di Donghyuck, nel suo elogio a Mark.

Quando il rito finì, Haejung fu veloce a scappare via, tornando dove lei e i genitori si erano nascosti.


Jaemin non aveva visto Haejung dalla fine della Guerra, e in quel momento che la guardava da lontano, avvicinarsi con il suo solito passo elegante e l'aria di chi non era stata colpita da nulla, provò una fitta dolorosa al cuore.

Hogwarts era stata ricostruita in dodici mesi, e tutti gli studenti dovettero ripetere l'anno mai finito a causa della Guerra.

Jaemin aveva aiutato a pulire le macerie e a rimettere in sesto l'immenso castello.
Aveva raccolto gli oggetti dalle stanze degli alunni e riportati ai legittimi proprietari.
E attendeva, insieme ai suoi amici, di rifare il quinto anno.

Haejung non l'aveva notato.
Camminava a testa alta nel suo vestito azzurro, lungo i ciottoli nel cortile di Hogwarts.
Accanto a lei vi erano Minhee e Taeyong, non sembravano esser cambiati di una virgola.

I sospiri di sconforto e i sussurri di odio arrivarono ai tre dagli studenti che li stavano guardando al lato della strada, seduti o in piedi.
Non potevano fare niente, era iniziato tutto da loro e meritavano quell'odio fondato da parte degli altri.

Jaemin scosse la testa, tornando con i piedi per terra, e seguì la serpeverde fin dentro il castello.
«Haejung?» sussurrò, ma la ragazza non lo sentì.
La lasciò andare, perché all'improvviso sentì il coraggio venirgli a mancare.

Si voltò nuovamente nella direzione opposta, con la testa abbassata e un pesante sospiro a lasciargli le labbra.
Non avrebbe voluto perderla di nuovo, ma era passato un anno dall'ultima volta che si erano visti e lei sarebbe potuta cambiare.

«Nana, tutto okay?» Jisung lo raggiunse e Chenle gli mise una mano sulla spalla.
I suoi amici lo accerchiarono e lui finse un sorriso «certo, va tutto bene».

La Sala Grande era cambiata: sembrava più enorme e dal soffitto pendevano le targhe con i nomi di coloro che erano morti durante la Guerra.
Silente non sedeva più al centro del tavolo dei professori, Piton non era più alla destra di Hagrid e la McGranitt non occupava la sedia vicino a quella del preside.
Le iscrizioni erano diminuite; molti avevano preferito studiare all'estero — come Donghyuck, altri non volevano tornare nei posti in cui i ricordi sembravano essere ancora vividi, mentre altri ancora non sembravano essere i benvenuti.

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora