Sulla pelle

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Haejung aprì gli occhi ma quello che vide fu solo il buio.
Non riusciva a distinguere nulla e nemmeno una piccola luce era stata accesa in quella stanza.
Poteva sentire dei respiri pesanti alla sua sinistra e concluse di non esser l'unica arrivata.

Pochi secondi dopo, una risata riecheggiò per la casa e la luce si accese.

Haejung chiuse subito gli occhi, poi fu costretta, piano piano, a riaprirli.

Guardandosi attorno, potè finalmente vedere la casa di Voldemort.
Non era cambiata dall'ultima volta, solo più polverosa.
E la lampadina al centro del soffitto emetteva una luce fioca e debole.

Tutti i suoi amici erano lì, mantenevano lo sguardo sul Signore Oscuro, senza batter ciglio.
Erano in linea, in piedi, uno vicino all'altro, come i soldati prima di venir mandati a buttarsi in mezzo alla guerra.

Ed erano veramente dei soldati.
Delle sciocche pedine di fanteria, impotenti agli occhi della Terra, ma importanti per se stessi.
Pensavano di poter cambiare il mondo, di aver abbastanza forza da credersi invincibili.
Ma loro facevano solo il lavoro sporco, mossi da chi, realmente, teneva il potere.

Haejung capì di più, quando Voldemort si avvicinò al primo della fila: Mark.
L'uomo aveva un sorriso sadico in volto e Mark gli occhi sbarrati dalla paura.

Il Signore Oscuro prese il braccio latteo del ragazzo e lo perforò con la punta della bacchetta.

Haejung chiuse istintivamente gli occhi e girò la testa verso l'altro lato.
Mark non stava urlando, ma tratteneva a stento i gemiti di dolore e le lacrime.

La risata melliflua di Voldemort giunse alle sue orecchie, segno che fosse arrivato il proprio turno.

Mark si stava tenendo il braccio sinistro, mentre Jaehyun cercava di non urlare per il dolore, mordendosi fortemente il labbro.

Haejung fu la terza persona che Voldemort marchiò.

Stese il braccio e lui lo tenne delicatamente, come se avesse paura di poterla spezzare, solo stringendo di più.
Fu ammaliata dai movimenti lenti e precisi di voldemort.
Poi, come una bomba lanciata all'improvviso dal nemico, il Signore Oscuro riportò Haejung alla realtà.
Cacciò un urlo, presa alla sprovvista, poi digrignò i denti e serrò le labbra per non emettere alcun suono.

Voldemort tracciò con la bacchetta il disegno del teschio, scavando in profondità.
Non erano stati feriti realmente, la bacchetta non aveva tranciato la loro pelle.
La magia ed il dolore lo faceva sembrare così, e Haejung fu costretta ad assistere a tutta quella tortura.

Quando l'uomo finì, e guardò Haejung con un sorriso fiero, lei si accasciò a terra dolorante.
Si resse il braccio e socchiuse gli occhi: non aveva il coraggio di guardare il Marchio Nero, lucido ed autorevole, impresso nella propria pelle per sempre.

Rimase in quella posizione fin quando anche l'ultima persona, Johnny, fu marchiata.
Poi Voldemort li fece ricomporre tutti e li guidò verso il salone.

Anche quella stanza, come tutte le altre, era impolverata e sudicia.
Ma la maestosità della villa si vedeva comunque, anche sotto quei mobili segnati dal tempo e le pareti crollate quasi del tutto.

Haejung vide i propri genitori seduti lungo il tavolo.
Entrambi le rivolsero un sorriso orgoglioso e la ragazza si sentì come se avesse fatto la miglior cosa del mondo.
I suoi genitori non l'avevano mai guardata così.

I ragazzi presero posto al tavolo, Voldemort si sedette a capotavola e richiamò Nagini.

Haejung respirò affannosamente ed abbassò la testa, per non farsi sentire.
Il serpente strisciò davanti a lei e la ragazza trattenne il respiro.

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora