Grazie

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Haejung aprì lentamente gli occhi e stirò un braccio.
Mise a fuoco la stanza e ciò che le si parò davanti: aveva una mano sul petto di Jaemin e la testa sul braccio del ragazzo.

La bellezza del grifondoro era sbalorditiva anche di prima mattina, con lo sguardo assonnato con cui Haejung lo stava contemplando.
I raggi del sole entravano nella camera attraverso le sottili tende azzurre e Jaemin aveva le sfumature di quel colore sul viso e tra le ciocche dei capelli.

Haejung si tirò piano su e si resse con una mano, poggiandola sul materasso.

La testa pulsava un po' a causa dell'alcool ma non avrebbe smesso di ammirare Jaemin nemmeno sotto tortura.
Sembrava esser diventato il suo nuovo hobby preferito e l'avrebbe praticato a non finire.

Portò una mano sul viso rilassato del ragazzo e gli spostò i capelli dalla fronte.

Si fermò notando il braccio con cui lo stesse accarezzando: una benda bianca fasciava l'avambraccio per nascondere il tatuaggio nero e Haejung fu svelta a tirarsi indietro.

Si alzò dal letto e portò impaurita le mani davanti alla bocca spalancata.
Il giorno precedente si erano spogliati, Jaemin l'aveva toccata e lei aveva toccato lui.
Il marchio era sempre stato sotto i loro occhi offuscati da birra e vodka e sperò che il grifondoro non se ne fosse accorto.
Lei l'aveva rimosso, probabilmente Jaemin veramente non aveva visto nulla. E poi, poteva sempre dire di essersi fatta male e di aver messo una benda per non far uscire il sangue dalla ferita.

Si fiondò sulla propria borsa e ne tirò fuori un maglioncino e dei pantaloni neri, indossando tutto velocemente.
Mise poi apposto gli indumenti del giorno precedente ed andò alla ricerca del bagno.

Lo trovò subito, d'altronde la casa non era un castello.
Ci si chiuse dentro e si spogliò.

Si lavò i denti, si sciacquò il viso e poi tolse la gazza dall'avambraccio.

Non le faceva più molto ribrezzo, in realtà lo trovava quasi artistico.
Il giorno prima, mentre cercava un modo per nasconderlo e anche quando lo stava facendo, lo aveva guardato dapprima con sguardo impaurito che poi si era tramutato in schifato.
Ma mano a mano che la benda faceva il giro del braccio, e i suoi occhi rimanevano puntati sul serpente, lei aveva iniziato a chiedersi perché il signore oscuro avesse scelto quell'animale.
Perché c'era anche un teschio e perché usciva dalla bocca della serpe.
Si era domandata quanto tempo voldemort avesse impiegato per scegliere l'immagine del marchio, chi lo avesse aiutato, quale incantesimo avesse creato per incidere quel segno indelebile.
Lo aveva trovato artistico anche se fosse ben consapevole che quel pezzo d'arte portava con sé un enorme fardello.


Haejung si avviò in cucina, senza vedere se Jaemin si fosse svegliato.
Semplicemente, lo avrebbe notato una volta scese le scale.

«Buongiorno» Haejung fece il proprio ingresso nella stanza e si sedette su una sedia.

Mark stava facendo qualcosa su una padella, ai fornelli, e Donghyuck stava bevendo dalla tazza.
Entrambi la salutarono cordialmente.

«Siete svegli solo voi?» chiese Haejung e il grifondoro annuì.

Mark si voltò verso la propria amica «Vuoi dei pancakes?»
E Haejung annuì con vigore.

«Dato che siamo solo noi e non posso aspettare ancora, vorrei ringraziarti.» Donghyuck finì il latte e poggiò la tazza sul tavolo.
Haejung lo guardò non capendo ed il grifondoro continuò. «Perché hai salvato Mark. Hai ucciso per lui e grazie a te è ancora qui.»

Haejung strabuzzò gli occhi e guardò Mark, che le stava mettendo una tazza di tè ed un piatto pieno di pancakes sotto il naso «glielo hai detto?»

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora