Se fa male, non pensarci

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Quella mattina Jaemin si svegliò a causa di un sonoro schiocco.

Aprì e chiuse gli occhi ripetute volte prima di adeguarsi alla luce del sole, poi si rigirò nel letto per vedere Haejung.

Un altro schiocco e anche la serpeverde si svegliò, sistemandosi però meglio sotto alle coperte.

Jaemin notò la colazione appena portata dagli elfi sul comodino e tornò a guardare la ragazza «ti portano sempre la colazione a letto?» domandò.
Haejung sorrise «non sempre»

Jaemin si abbassò lasciandole un dolce bacio su una guancia «mangiamo?»

Haejung si alzò con fatica, ma riuscì a mettersi da sola seduta sul letto e si stiracchiò, mentre Jaemin poggiava le gambe del vassoio sul letto.
«Senti ancora dolore?» chiese allora lui, afferrando una torta e mettendola in un piattino di coccio, per poi porgerlo alla ragazza.

Lei lo prese e scosse la testa come risposta «non molto, i ricordi sono più dolorosi» mangiò la torta e Jaemin la osservò senza dire nulla.

Era veramente preoccupato per lei, e si sentiva in colpa per non averla aiutata abbastanza.
Se ci fosse stato sin dall'inizio, le cose sarebbero andate diversamente?
Lei si sarebbe comunque unita ai mangiamorte e avrebbe allo stesso modo ucciso due studenti?

Haejung lo guardò con la testa inclinata e un sopracciglio alzato «Jae?» lo richiamò, poi prese la tazza fumante di tè «non crogiolarti troppo nei pensieri, non é una buona cosa.»
«Come fai- intendo, come riesci a essere così calma dopo quello che ti è successo? Mi è sembrato un incubo, e non riesco a non pensarci e a maledirmi perché non fossi lì. Tu come fai...» il grifondoro non aveva ancora toccato cibo e guardava Haejung con ammirazione e stupore.

Lei sbatté le palpebre alcune volte, non sapendo cosa dire.
Poi scrollò le spalle «non ci penso affatto, credo.»
«Come puoi non pensarci?» sussurrò lui, affranto.

Haejung sospirò e voltò la tasta verso la finestra.
Grazie alle tende aperte, riuscì a vedere gli alberi pieni di neve e il cielo grigio chiaro.
«È una cosa che ho imparato andando avanti. Se fa male, è meglio non pensarci, così non ti recherà più dolore.»
«Ma così non affronti la realtà e ti tieni tutto dentro fino a scoppiare»
«Sono brava in questo, non scoppierò.»
«Puoi raccontarmi qualsiasi cosa tu voglia, Haejung. Io sono sempre qui.»
Haejung sorrise, riconoscendo ancora una volta il cuore d'oro del ragazzo «grazie.»

Haejung e Jaemin passarono qualche altra ora a letto, insieme, semplicemente parlando di qualsiasi cosa capitasse loro in mente.

La serpeverde, poi, sollevò la testa e lasciò un lungo bacio sulle labbra del ragazzo.
«Voglio fare un giro, ti va?» chiese e Jaemin annuì «ce la fai ad alzarti?»
Haejung annuì e, ancora dolorante alla schiena e al petto, si alzò dal letto e infilò le ciabatte.
Guardò il grifondoro e sfoggiò un luminoso sorriso, prendendogli poi la mano nella propria «andiamo, ti mostro il Lee Manor.»

Uscirono dalla stanza e Haejung si addentrò nel corridoio, aprendo porte su porte per mostrarle al ragazzo «Questo é il mio secondo bagno! O e li c'é la camera degli ospiti, un piccolo salottino, una stanza non usata e un altro bagno!»

Salirono un altro piano e Jaemin notò dei quadri simili a quelli del piano inferiore.
Haejung gli mostrò un'altra stanza e lui la fermò «chi è il pittore?» chiese allora, indicando i dipinti.

Haejung si bloccò e fissò l'immagine, mostrante un lago e alcune persone che parlavano tra loro.

«Ah, questo si chiama "La Grenouillère", di Renoir. Mia madre ha allestito l'intera casa di questi quadri, adora la natura.»
Haejung prese di nuovo la mano di Jaemin e lo portò qualche metro più avanti, davanti un altro quadro raffigurante un campo pieno di iris «Questo è di Monet, è il suo giardino a Giverny. Lo ha comprato ad un'asta quasi vent'anni fa, è andata fino a Parigi, per prenderlo.»

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora