Astronomia

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La prima lezione di Astronomia, i serpeverde ed i grifondoro l'avrebbero avuta quel martedì notte.

Fino alle 22.30, Haejung stette in biblioteca a studiare il programma fatto in quella settimana di Pozioni e di Antiche Rune.

Doveva stare al passo con lo studio se avesse voluto passare con pieni voti i G.U.F.O. quell'anno.
E l'avrebbe fatto.

Dunque chiuse i libri e li ripose nello zaino insieme alla matita, poi uscì dalla biblioteca e si diresse nel dormitorio.

Mentre camminava, si imbatté nel solito fastidioso gruppetto di grifondoro.

Erano affacciati alle grandi finestre ad arco della scuola ed urlavano a qualcuno -o qualcosa- sotto loro.

Haejung si fermò e poi con passo tranquillo si avvicinò ai ragazzi. «Cos'è, un nuovo gioco per bambini stupidi?» domandò, l'aria sfacciata di sempre.

I grifondoro smisero di parlare con il ragazzo dall'altra parte e si girarono sentendo la voce.

«Allora tu devi conoscerlo bene» parlò Jeno, inclinando la testa verso un lato ed aspettando la risposta della ragazza.

Lei ridacchiò e scosse la testa «Sono sicura tu lo sappia meglio di me, magari puoi insegnarmi»

«Ah, ho capito: non ti piace perdere neanche in 'giochi per bambini stupidi', vero?» chiese Jisung, mimando le virgolette con le mani e scimmiottando la voce di Haejung.

La serpeverde assottigliò lo sguardo e si avvicinò al ragazzo. Nonostante fosse più alto di una quindicina di centimetri, lei non si sentì affatto intimorita anzi, si aspettò che lo fossero gli altri.

Jaemin la fermò prima che potesse tirar fuori la bacchetta e minacciare di farli sparire. L'afferrò per il polso e glielo alzò, portandolo all'altezza del viso di lei.

Haejung spostò velocemente lo sguardo da Jisung a Jaemin e fece per parlare, ma il ragazzo l'anticipò «Non cambierai mai, eh? Saremo pure stupidi come dici tu ma almeno non giudichiamo.» poi mollò la presa.

La ragazza rimase a bocca aperta, scioccata a tal punto da non aver parole per rispondere.
Lentamente il braccio le scivolò lungo il fianco.

Si sentì, per la prima volta, piccola davanti a qualcuno.

Perché non riusciva a controbattere?
Perché le aveva detto che non sarebbe mai cambiata?
Perché non riusciva a farsi dare delle sincere scuse da quel ragazzo?
Perché lui non vedeva i suoi progressi?

Si riscosse dai pensieri e assottigliò, di nuovo, lo sguardo. Lo fece scorrere per tutte e cinque le figure e poi se ne andò.

Arrivò nella propria stanza e buttò lo zaino sul letto, urlando.

Minhee saltò spaventata e velocemente si girò verso l'amica, che aveva le mani tra i capelli. «Cos'è successo?» lasciò i vestiti che aveva in mano nell'armadio e si avvicinò ad Haejung.

«Quei grifondoro! Mi hanno stancata, perché non spariscono dalla mia vista?» continuò urlando, sfuggendo dalla presa di Minhee che voleva fermarla ed iniziando a fare avanti e indietro per la camera.

«Ci credi? Quell'idiota! Mi ha detto implicitamente che non sono gentile, ancora! E poi- si fermò di colpo e piantò gli occhi sulla vetrata della stanza, ammirando i pesci del Lago- cosa vuol dire 'non giudichiamo'? È umanamente impossibile non giudicare. Ah, quel bugiardo...» abbassò la voce sull'ultima frase, pensierosa.

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora