Un piccolo segreto

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Mark non avrebbe dovuto confessare il proprio piano ad Haejung.
Ed Haejung era convinta che qualcosa quell'anno avesse cambiato l'amico.

Nonostante si sentisse più serena e tranquilla, con un peso in meno, l'idea di perdere Mark di lì a poco, non le fece chiudere occhio per tutta la notte.
Non che le fosse rimasto tempo per dormire: i due avevano parlato fino alle 5 del mattino.

La prima volta che Haejung vide Mark fu all'età di tre anni, quando i propri genitori decisero di fare un viaggio in Canada per affari e la lasciarono per diversi pomeriggi nell'immensa villa dei Lee a giocare con quel -a quel tempo- bambino.

Passarono insieme una settimana a divertirsi lanciando gli gnomi da giardino oltre i cancelli, ad infastidire il personale della casa e a competere su chi riuscisse per primo a volare.
Erano già allora ragazzini vivaci e con un forte carattere, il cui tutto venne amplificato quando tre anni dopo conobbero anche i restanti amici.

Haejung non avrebbe permesso a Mark di andarsene per un proprio capriccio, pur non sapendo quale, esplicitamente, esso fosse.
Non importava quanto ne fosse convinto e quanto tenesse ai propri ideali; a lui Haejung aveva dato la prima amicizia e sempre a lui Haejung aveva confessato, anni dopo, cosa l'attanagliasse.

Era un pensiero egoista ma, soprattutto, lei necessitava di qualcuno con cui parlare ancora.


Per Jaemin le 7.00 arrivarono come un altro normale giorno e si svegliò appena il cucù appeso al muro suonò.

Si alzò dal letto e andò in bagno per lavarsi, poi si vestì e preparò lo zaino con i libri della giornata.

L'orologio segnava le 8.05 quando i grifondoro varcarono la soglia della Sala Grande.

«Ora che siamo tutti, dato che qualcuno aveva da studiare ultimamente, puoi raccontarci cosa ti ha detto Haejung» parlò Renjun, dopo che tutti si fossero seduti. Guardò Donghyuck a metà frase per fargli capire ce l'avesse con lui e il nominato, semplicemente, scrollò le spalle.

Jaemin prese forchetta e coltello per tagliare la fettina di bacon nel proprio piatto «Mi ha detto che non sa nulla. Che lei ed i suoi amici avevano pensato fosse un insegnante»

Jisung abbassò la tazza di tè che aveva portato alla bocca per bere «Gli insegnanti?» chiese incerto.

«Sì, pensa siano stati loro perché sono abili nelle arti oscure»

«Ma quale professore ucciderebbe i propri alunni?» Domandò sorpreso Chenle e Renjun lo assecondò.

«Lei ha precisato che magari avessero usato la Pozione Polisucco» continuò Jaemin e Chenle spalancò la bocca.

«Quindi uno di questi insegnanti non è un vero insegnante?» prese parola Jeno e Jaemin annuì con la bocca piena.
«Dobbiamo scoprire chi è, allora» continuò ma Donghyuck lo fermò prima che potesse dire qualche altra idiozia «No che non possiamo. Prima di tutto, non sappiamo se questo sia vero. Secondo, non sappiamo chi tra i tanti professori e professoresse potrebbe essere. Terzo è pericoloso nel caso fosse vero. Quarto, tornando alla possibilità che ciò sia falso, faremo una colossale figuraccia.» spiegò, tenendo il conto dei numeri sulle dita della mano sinistra, dal momento che quella destra era impegnata a tenere un cornetto alla crema.

Jaemin scrollò le spalle «Hai ragione. Allora cosa pensi di fare?»

«Nulla. Non faremo nulla perché non possiamo mischiarci in queste faccende.»

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora