Accorgersi

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Il giorno seguente, domenica, i sei amici grifondoro uscirono dalla sala grande dopo il pranzo, in anticipo.

Avevano mangiato poco perché, a quanto sembrava, il piccolo corvonero che pedinavano era scappato dalla Sala.

Misun gli aveva indicato più di una volta chi fosse Baek Jaewook, poi si era accertata che avessero capito richiedendo loro che aspetto avesse.

«Ah, eccolo lì!» sussurrò Chenle, dopo aver camminato per tre piani.
Erano quasi arrivati alla torre di corvonero, per cui avrebbero dovuto fermarlo in tempo.

«Muoviamoci!» Jaemin prese il braccio di Renjun al suo fianco e corse, gli altri li seguirono.

«Ehi tu! Aspetta!» urlò Donghyuck, fermo al posto di prima. Non avrebbe corso se avesse potuto fermare una persona chiamandola.

Quindi, come previsto, il primino si bloccò e si girò a guardare il gruppo davanti a sé.
Si guardò attorno e poi s'indicò con l'indice «io?»

Jaemin si avvicinò e posizionò due mani su entrambe le spalle del ragazzino, abbassandosi alla sua altezza «Sì, tu. Possiamo parlarti?»

Jisung notò come la mano del piccoletto tremasse, per cui spostò Jaemin e gli sorrise «Siamo brave persone, non facciamo del male. Io mi chiamo Park Jisung e loro sono Na Jaemin, Huang Renjun, Lee Jeno, Zhong Chenle e Lee Donghyuck. Possiamo parlare con te ora che ci conosci?»
Jisung indicò i suoi amici ma il ragazzino aveva la testa piegata. Annuì poco dopo e Renjun diede una pacca sulla spalla a Jisung, mentre Chenle applaudì per l'ottimo lavoro dell'amico.

«Non credevo sapessi persuadere così bene» ridacchiò Jeno e Jisung lo spinse via.

Si sedettero su alcune scale appartate, fuori dai corridoi principali del piano. Jeno e Jisung rimasero in piedi.

«Allora, ci chiedevamo perché conoscessi Lee Haejung» parlò Jaemin e Jaewook strabuzzò gli occhi.

«Qualcuno di voi é il suo ragazzo ed ora mi volete picchiare?» sbatté i denti e la sua mano tornò a tremare.

I ragazzi risero e Jaemim scosse la testa freneticamente «Non pensarci nemmeno! La nostra è semplice curiosità perché lei è una cattiva manipolatrice»

Jaewook capì fossero gentili persone, quindi tornò a respirare correttamente e sorrise. «Non è cattiva. È solo cresciuta così.»

«Così da stronza» sottolineò Donghyuck

«No, non capite. Comunque mi ha chiesto di aiutarla a chiedere scusa ed essere gentile. Vuole migliorarsi.»

I sei ragazzi spalancarono le loro bocche che toccarono quasi il pavimento e non parlarono per minuti.

Renjun fu il primo ad assimilare il discorso «Quindi, le sue scuse erano sincere?»

Jaewook aggrottò le sopracciglia non capendo ma poi, stupito, parlò «Non so di cosa tu stia parlando ma sì, senza dubbio erano sincere. Quindi si è scusata? Con chi?»

«Con mia sorella perché si sono scontrate per sbaglio. Ma non è questo il punto» rispose frettolosamente Jaemin, girandosi a guardare i suoi compagni. Donghyuck alzò le spalle «A quanto pare sa essere gentile»

«Non pensate di essere voi i cattivi che l'avete giudicata senza conoscere?» ribatté Jaewook, e Jeno sembrò perdere la pazienza mentre si avvicinava al primo. «Non è giudicare senza conoscere perché noi ci basiamo su cinque anni in cui non ha fatto altro che darci fastidio. L'intera scuola sa che tipo di persona sia perché ha fatto del male a quasi tutti, insieme ai suoi amici. Quindi non venirci a fare la predica solo perché l'hai conosciuta in un momento in cui sembrerebbe volersi redimere»

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora