New Year's eve

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Haejung si era vestita con un lungo maglione rosso e dei stivali alti neri per quel capodanno.

Quando Jaemin aprì la porta della casa di Renjun, immaginando già fosse lei, rimase a bocca aperta per via della bellezza della ragazza.

Non si vedevano da qualche giorno, ma Haejung sembrava più bella di quanto ricordasse.
Le punte dei capelli svolazzavano al vento, le guance erano leggermente arrossate a causa del freddo e le mani ben curate tenevano due borsoni.

Jaemin sorrise istintivamente, avrebbe voluto baciarla lì ma capiva che il freddo pungente sarebbe stato un ostacolo da non sottovalutare.

Haejung rabbrividì quando, una volta entrata nell'accogliente dimora, Jaemin le sfiorò il braccio sinistro con la mano, per prenderle le borse.

Si chiese se un ragazzo come lui; divertente, gentile, sincero, meraviglioso, si meritasse una ragazza come lei, con così tanti difetti che avrebbero potuto scriverci un'enciclopedia.

Lentamente si tolse il cappotto, cercando di rimandare al più tardi possibile il momento in cui si sarebbero salutati per bene.
Non voleva che Jaemin la baciasse, lei che era stata marchiata e portava il peso di due assassinii sulle spalle.
Non voleva che lui finisse per diventare come lei, troppo accecato dall'amore da seguirla persino all'inferno.
Non voleva che lui andasse contro i suoi principi a causa di una serpeverde egocentrica ed arrogante, infantile e viziata, codarda ed ingannevole.

Jaemin l'ammirava come se fosse un bocciolo di una rosa, delicato e affascinante.
Pareva proteggerla da ogni minima cosa, soprattutto dai commenti maligni che pensava non si addicessero alla perfezione della ragazza.
Ma Haejung gli mentiva spudoratamente, non era affidabile e non era una persona da tenere per mano nelle lunghe passeggiate ad Hogsmeade.

Avrebbe dovuto lasciare Jaemin ad Eunbi.
Eunbi l'avrebbe trattato meglio di come avrebbe potuto fare lei stessa.

«Ehi, mi stai sentendo?»

Haejung mise a fuoco il ragazzo davanti a sé e lo guardò aggrottando le sopracciglia.
Si era persa nei pensieri, ma annuì comunque alla domanda di Jaemin.

«Come no.» ridacchiò il grifondoro, prendendole una mano e, delicatamente, tirandola a sé per racchiuderla in un abbraccio.
«Ti ho chiesto se ti sono mancato.»

In realtà non era quello che aveva seriamente detto, ma voleva mettere alla prova Haejung e vedere se lo avesse ascoltato.

Haejung nascose il viso nell'incavo del collo di Jaemin, annuendo di nuovo alle parole di lui.
«Mi sei mancato in ogni momento.» ammise, lasciandogli un bacio leggero sul collo.

Jaemin ridacchiò, poi schioccò le labbra tra i capelli lisci di Haejung.
«Che bella che sei» bisbigliò, perché si era tenuto dentro quelle parole da quando l'aveva vista fuori la porta.

Quella dichiarazione le scaldò il cuore e le illuminò il viso di uno splendido sorriso, e Jaemin glielo baciò all'istante appena lei alzò il capo per mostraglielo.

Entrambi si erano mancati così tanto che quello sembrava esser come il loro primo bacio.
Jaemin aveva paura di stringerle i fianchi, nonostante sapesse che non sarebbe andata da nessuna parte.
Haejung invece, impavidamente, faceva scivolare le mani lungo il petto del ragazzo, e poi tornavano sul collo e sulle guance che accarezzava piano.

Lui l'amava così tanto che l'avrebbe voluto urlare a chiunque, in una semplice giornata di un mese qualsiasi.
Mentre le trasmetteva tutto l'amore di cui era in possesso con un semplice congiungimento e schiocchi di bocche, pensò a quanto fosse fortunato ad averla accanto a sé e sperò che Haejung capisse, in dei gesti tanto banali quanto importanti, quanto lui l'amasse.

Little piece of magic || na jaeminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora