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"Non possiamo stare insieme, non ti merito"

Non capisco più niente, quella frase mi rimbomba dentro la testa in continuazione, non smette di venirmi in mente.
Non adesso.
Non accadrà.
Non mi lascerà con questa stupida cazzata che lui è sbagliato per me.
Perché usano sempre questa cazzo di scusa e non dico realmente perché?!

"Fermati subito, non continuare nemmeno, non me ne vado Tyler, non me ne andrò con questa stupida scusa che tu non sei fatto per me, assolutamente trovati una scusa migliore"

"Ho un passato che fa schifo e che tutt'ora mi perseguita Sarah, non voglio trascinarti"

"Sono la tua ragazza? Stiamo insieme? Bene allora mi dici tutto, parlami, è il momento Tyler...basta, sono mesi..."

"Non ti ho parlato della notte in cui sei partita...non abbiamo parlato di quello che c'è stato tra di noi, perché quella notte...per me è stata una boccata d'aria fresca"

Mi colpisce dritta lì, lo sento, dritto come un pugno, amaro.
È stato lui il primo, pensavo fosse stato un momento indimenticabile della mia vita, che l'avrei ricordato con il sorriso...ma ora quello che mi ha detto..poteva dire mille altre cose ma non quello.
Cioè..non ho nemmeno parole per rispondergli.

Si prende la testa tra le mani, respira profondamente e in maniera pesante.
Si preme le tempie come per cancellare quello a cui sta pensando.

"Mi hai raccontato della tua famiglia unita, mi hai raccontato del legame che avete...di Beth, non posso parlarti della mia, non voglio distruggere quello che pensi o l'immagine che hai, non voglio togliere niente alla tua famiglia."

"Tyler parla, non è parlandomi di te che rovini me"

Solo quello.
Riesco a dirgli.

"Sono nato da..una violenza sessuale"

E lì.
Quelle parole mi bloccano.
Mi sembra di scivolare e di star cadendo in un burrone senza via d'uscita.
Quasi tremo nel sentire quelle parole dentro di me.
Ha gli occhi puntati su di me, lo so perché li sento, ma non mi allontano, vorrebbe questo e io non gliela darò vinta cosi facile.

"Vai avanti"

"Sarah..."

"Non me ne vado, non ho paura Tyler"

"Mia madre ha conosciuto mio padre al college, si frequentavano, lui era quello che ogni donna vuole, era carino, era dolce al momento giusto, era tutto e mia madre ingenua come le ragazze alla sua età ci è caduta in pieno.
Con il passare degli anni lui la usava, alzava la voce, quando scoprì che da quella notte c'era un piccolo seme dentro di lei fù felice, pensava che quella sarebbe stata la svolta, che l'avrebbe cambiato...lo amava e aveva gli occhi coperti da quell'amore.
Lui sembrava essersi calmato, essere cambiato totalmente, era diverso, era felice della mia nascita..."

Mi avvicino a lui, mi siedo in braccio a lui e lo ascolto, stringendo le sue mani.

"Quando sono nato, sembrava essere stato solo un brutto ricordo per entrambi, si sposarono, mio padre ereditò la villa e quello che aveva della sua famiglia, era tutto bellissimo, passarono cinque anni, mia madre rimase incinta di nuovo, di una femmina, mia sorella.
Anche lì tutto bene, ero nato in una famiglia perfetta, felice, bella, avevo tanti giochi, avevo una camera tutta mia, a Natale facevamo l'albero assieme, festeggiavamo tutti insieme con i nonni, era la tipica famiglia benestante con zero problemi"

"Quando vuoi, sono qui"

Gli tremano le mani, ha il viso bagnato dalle lacrime, si sta aprendo tantissimo e sembra la prima volta, sembra che fino ad ora non ne abbia mai parlato.

 NEI TUOI OCCHI ~ REVISIONATO ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora