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"Il volo 5729 diretto a New York è in partenza, avvicinarsi al gate 6"

La voce metallica che richiama il volo mi risveglia dallo stato di trans in cui mi trovo, seduta in una delle sedie grigie dell'aeroporto di Milano alle cinque del mattino.
Cosa ci faccio qui alle cinque di mattina diretta verso New York?
Semplicemente me ne vado.
Per la prima volta scappo da tutto.

Dopo ieri sera mi sono chiusa in stanza dicendo che non mi sentivo bene e non avevo voglia di uscire o fare qualcosa, mi hanno ascoltato stando in silenzio, anche Tyler.
Non ho chiuso occhio, non sono riuscita, sono stata tutto il tempo con una felpa addosso seduta nella poltrona a guardare il nulla più totale, era come se non fossi lì.
Stavo pensando a quello che era successo poche ore prima, a quello che mi aveva detto, a quello che non mi aveva detto.
A quello che avevamo passato, a come ci ero rimasta male io, a come mi ha ferita.
E le domande erano sempre le solite, mi posso fidare di nuovo? Riuscirò ad andare avanti con lui? Mi rispetterà? Mi vuole davvero? Mi ama o mi ama a suo modo? È lui quello giusto?
Non riesco a non vederlo lì baciarsi con un'altra, non riesco a far finta di niente, non riesco a non pensare a quello che mi ha fatto a quello che non mi ha detto, anche se sono passati mesi.
Ripenso a ieri e mi è sembrato tutto un grande sogno.

"Signorina, signorina mi può dare il biglietto?"

Scuoto la testa, si è così che sto vivendo in queste ultime ore.
Perché me me sto andando? Non lo so nemmeno io o forse sì lo so.

"Saraahhh"

Mi volto confusa, chi mi sta chiamando? Stanno chiamando me?

E poi lo vedo, in tuta, correre verso di me, ha letto il messaggio?! Ma è presto!
Io devo salire su quel volo prima che..

"Signorina è tardi, deve salire!"

"Sarah aspetta!"

Passa tra le persone alcune spingendole, alcune le sento anche imprecare e borbottare qualcos'altro.
Me lo ritrovo davanti.

"Non andare ti prego.."

Non andare, queste parole, ma non mi convincono, ieri ero giù, in una specie di bolla, ero annegata nella speranza, nella mancanza, adesso, sono più lucida, più consapevole di me stessa.

"Non posso"

"Ti prego, ieri non ero solo io li, ti ho sentita "

"Ho sopravvalutato le cose, ho fatto una cazzata"

"Cosa fai andando via?"

"Penso a me stessa, non voglio un amore fatto di sotto e fuggi, non voglio essere sempre in paranoia, voglio un amore costruito giorno per giorno, un amore alla mia altezza, voglio fiducia, rispetto, sopportazione...lealtà, me lo merito"

"Perché non mi credi? Perché non ti fidi.."

"Perché non posso amare con tutta me stessa per la seconda volta una persona che mi ha ferita.
Ho bisogno di una persona che mi ami, che mi rispetti, che mi dia fiducia...forse sbaglio anche, ma non ci riesco."

Lo guardo negli occhi come ho sempre fatto, non sto mentendo, non sto scappando, sto affrontando la realtà, farà male, sto finalmente dicendo addio, quando ancora non l'avevo detto, non avevamo mai avuto modo di parlare anzi.

"Signorina ora dobbiamo proprio andare...viene o rimane?"

"Vengo"

Stringo il mio zaino decisa, mi alzo in punta di piedi, gli tocco i capelli per un ultima volta, la sua pelle calda e poso un bacio a fior di labbra.

"Addio Tyler"

"Chi dice addio è perché vuole dimenticare e non voglio dimenticare la cosa più bella della mia vita"

 NEI TUOI OCCHI ~ REVISIONATO ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora