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Mi rigirai e rigirai tra le coperte del morbido letto della casa a Brooklyn, della nostra nuova casetta.

Lui non c'era, mi rigirai e mi tirai su per alzarmi, guardai l'ora ed erano solo le nove del mattino di un sabato in piena estate.
Uscii dalla stanza per andare verso il salotto e fu lì che lo vidi, con solo i suoi pantaloni neri addosso, avevo io la sua maglia, mi appoggiai al muro che divideva la zona giorno da quella notte, ad osservarlo, voltato di spalle, sta...cucinando qualcosa, forse pancakes dal profumo.

Cammino in silenzio la bellezza che ho davanti a me e che è mia, perché si lui è mio.
I suoi muscoli, le sue spalle, ogni movimento, il suo sedere, lui, tutto.

Mi sembrava tutto un sogno, un sogno troppo bello, io e lui insieme, in un appartamento tutto nostro, la mattina mi svegliavo con lui, la sera andavo a letto con lui, potevo dormire abbracciata a lui, tornavano a casa e non ero sola....mi sembra tutto fuorché normale anche perché siamo giovani, molto giovani ma tutto questo è la pura e vera realtà.
E non posso esserne più felice di così.

"Hai un po' di bava.."

Aprii e chiusi gli occhi e mi portai la mano alla bocca ma non era vero, stronzo!
Mi avvicinai al bancone della cucina e mi sedetti su uno degli sgabelli in legno.

"Cos'hai cucinato?"

"Quello che vedi no? Pancakes e poi ci sono le uova e il bacon"

"Sei stronzo"

E con questo chiusi il discorso, presi uno, due pancakes e una tazza di latte con un po' di caffè.
Mangiai in silenzio e non lo calcolai di striscio, non se lo meritava.
Finii la colazione e posai tutto nella lavastoviglie, ero grata di averla, sennò toccava a me lavare le cose e anche no, per la semplice mancata voglia.
Girai intorno al bancone e andai verso la stanza ma non fu così, mi ritrovai attacca al muro che divideva la zona giorno da quella notte.
Mi trovavo tra il muro di mattoni rossi e Tyler.

"Non scappare così in fretta"

"Ho sonno e ritorno a dormire, sai non vedo molto bene forse è il caso che io dorma ancora"

Ride.
E la sua risata risuonò in tutto il perimetro ma io rimasi seria a guardarlo perché non c'era niente di cui ridere.
Si avvicinò di più, molto di più, accarezzò i miei fianchi, cercava di baciarmi e morsicarmi il collo, cercare i miei punti deboli ma non volevo mostrarmi debole a lui in quel momento.
Mi trattenni, con tutte le mie forze, non so nemmeno quali e dove le trovai, ma c'è la feci.

"Sei arrabbiata con me?"

"Ho sonno Tyler"

"Si lo sei per prima, daiii"

Non ero arrabbiata ma infastidita e si capiva purtroppo, mi si legge in faccia ciò che penso e provo in una determinata situazione, questo è uno mio gradissimo difetto.
Cioè metti caso ad una situazione del tipo banalissima a me non piace il vestito ma ti dico che invece mi piace per non creare imbarazzo, si crea lo stesso perché lo esprimo con il mio viso e non so come fare, mi viene naturale, non riesco a nasconderlo.

Tyler nel mentre continua a provarci.

"Spostati"

Riuscii a svincolarmi e andai a sdraiarmi a letto, tra le lenzuola e la testa sul cuscino morbido e profumato.
Percepivo che lui era ancora lì, a pochi passi da me, ma non mi voltai.
Mi ero appena svegliata e pensavo a tutt'altro risveglio, mi passerà.

"Terrai il broncio tutta la giornata ?"

Lo sentii borbottare, non potevo fare finta di dormire, sono troppo sgammabile.

 NEI TUOI OCCHI ~ REVISIONATO ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora