•Capitolo 1

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                                 RACHEL
Mi sveglio di soprassalto, con un rumore assordante provenire dal mio cellulare e ricordandomi che l'estate è terminata, non avrò più la libertà.
E eccola di nuovo, quel suono mi accompagnerà per altri nove mesi e non so quanto resisterò a non scaraventare il cellulare verso il muro.
Allungo il braccio verso il comodino, cercando di non cadere dal letto. Tasto tutta la roba che ho posato lì sopra, il burrocacao, un pupazzetto e il carica batterie. Finalmente prendo il cellulare e riesco ad aprire un occhio per cercare di spegnerla.
Leggo sul blocco schermo un messaggio di buongiorno da parte di Logan, una tradizione ormai. Buongiorno scema, non fare tardi, passo a prenderti alle otto.

Di colpo ricordo che non ho preparato niente ieri sera, ne zaino ne vestiti.
Mi alzo di scatto e mi siedo sul bordo del letto, mi stiracchio un pochino, e controvoglia, raduno tutte le mie forze e mi alzo, dirigendomi verso il mio armadio, prendo una t-shirt bianca e un paio di pantaloni neri a vita alta.
Non voglio sembrare troppo appariscente il primo giorno di scuola, insomma, non sono mica una primina che devo fare buona figura.
Così frettolosamente indosso i vestiti scelti e mi dirigo in bagno, già sapendo che aspetto avrò una volta di fronte allo specchio.
"Ho dei capelli di merda!" Esclamo quasi urlando, e cerco di sistemarli un pochino con le mani senza nessun buon risultato.
Ormai, con i miei capelli, ho perso le speranze. Non so quale sia la loro forma e, inoltre, non so quale sia il mio vero colore per via delle tinte fatte.
Accidenti a me e quando faccio le stronzate.
Accendo la piastra, nella speranza di dare una forma decente ai miei capelli, e nel frattempo lavo i denti e il viso. Naturalmente, zero trucco.

Scendo in cucina e trovo mia madre davanti i fornelli, che cerca di prepararmi la colazione. Mia madre adora seguire le ricette in tv, ma replicarle un po' meno, non mi aspetto di certo che la mattina mi faccia una torta glassata.
Così mi porge una tazza piena di latte e caffè, con i miei cereali che galleggiano nel bicchiere.
"Mi raccomando, comportati bene, è il tuo ultimo anno" Comincia a parlare e ad un certo punto non ho neanche sentito quello che dice, ogni anno sempre le stesse cose.

Finisco di mangiare e le porto la tazza con ancora un po' di latte avanzato, le stampo un bacio e lei ricambia con un grande sorriso.
Risalgo in camera a preparare lo zaino, più velocemente che posso e mi maledico per non averlo preparato ieri sera.
Mentre metto un paio di quaderni all'interno del mio zaino, mi arriva un messaggio da parte di Logan.  Sono qui fuori, spicciati.

Da quando ha preso la patente, utilizza ogni scusa per guidare compreso passarmi a prendere oppure presentarsi a casa senza un avviso.
Ormai per mia madre, è come un terzo figlio, lo adora. Quasi quasi, tratta meglio lui che me.
E poi Logan, è bello, molto bello
Non è il solito ragazzo tutto in tiro, che si fa qualsiasi ragazza gli passa davanti, ma è un tipo che tiene all'amore, vero.
Ha sofferto molto per la morte del padre, e questo lo ha cambiato in meglio. Logan vedeva suo padre come una persona da imitare, da seguire. E averlo perso, così da un giorno ad un altro, per una terribile malattia, lo ha distrutto.

Al suo messaggio, visualizzo e non rispondo, come sempre. Così prendo lo zaino e scendo velocemente le scale.
Do un veloce bacio a mia madre, che ricambia con un forte abbraccio e esco di casa.
Aspetto Logan, sul vialetto, che naturalmente è in ritardo.

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