•Capitolo 7

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Siamo stati tutta la settimana a provare. Le audizioni si svolgeranno il 30 settembre, ed è ancora al 22, abbiamo ancora otto giorni. Spero di ottenere a tutti i costi la parte di Giulietta. Anche se recitare davanti a un mucchio di gente non è il mio posto preferito, ma spero di partecipare con Logan.

È la sera del 22 settembre, sono in camera, seduta vicino la finestra, piove a dirotto. Le goccioline di pioggia sbattono sul vetro, e scorrono dall'alto in basso come se stessero facendo una gara di velocità.
Fuori l'aria è grigia, cupa, come in un film horror dove sta per succedere qualcosa di brutto.
Il telefono inizia a squillare, riportando la mia testa sulla terra.
-Pronto?- Rispondo al cellulare.
-Ciao piccolina!- Risponde mio padre all'altra parte del telefono. Mi chiama così da sempre, direi.

Mio padre è una persona fantastica, mi fido di lui, di tutta la mia famiglia. Anche se Kev non c'è quasi mai. Lui lavora fuori, in un ufficio di contabilità a New York, e torna soltanto ad alcune festività.
-Come state tu e la mamma?- Mi chiede, e in sottofondo sento un tale casino da aver capito a stenti cosa mi abbia chiesto.
-Bene bene, e tu? Tutto apposto a lavoro?- Ultimamente, dice che è sempre impegnato, infatti quest'estate è tornato soltanto per pochi giorni.
-Sisi sembra tutto okay. Credo tornerò questo weekend!- Mi informa. Istintivamente faccio un sorriso, continuando a guardare fuori dalla finestra.
-Ora riattacco così sento tua madre... Ciao piccolina ci sentiamo domani!-
Lo saluto e mette giù.

La sera seguente Logan mi chiama, dicendo che dobbiamo incontrarci e che è una cosa di estrema importanza.
Decidiamo di vederci in un piccolo parco abbandonato vicino casa mia. Mia madre ci portava lì a giocare da piccoli, ed era veramente bellissimo. Ora non lo usa più nessuno, i bambini preferiscono incontrarsi nei bar per giocare al cellulare tutti insieme.

-Dimmi tutto Log!- Gli grido a distanza mentre corro verso di lui.
-Ecco è difficile da dire...- mi dice lui, e mi fa cenno di accomodarci su una panchina trasandata sotto un albero.
Lui abbassa la testa, con le lacrime che rigavano il suo volto. In quel momento inizio a capire che non è una cosa per cui gioire.
-Mia madre mi ha rivelato una cosa...- Velocemente asciuga le sue lacrime, come si vergognasse di farmele vedere.
-Dai Log sputa il rospo! Mi viene l'ansia così-
Inizio a pensare a tutto, forse sua madre gli ha rivelato qualcosa sulla morte di suo padre?
-Ecco... mia madre mi ha detto che sono stato adottato...- Porto la mano davanti la bocca, non so cosa dire per consolarlo.
Logan si butta completamente fra le mie braccia, e sento che piange silenziosamente.
Penso che anche i miei occhi sono diventati lucidi, ma non devo lasciarmi andare.
Non lo avevo mai visto piangere. Neanche per una ragazza, ma questa è una cosa seria.

-Oh... Ma non è una cosa cosi brutta, no? Vedi  il lato positivo...- Dico cercando di consolarlo in tutti i modi possibili.
-E quale? Che mia madre biologica mi ha abbandonato in un orfanotrofio?- Mi risponde urlando e a singhiozzi.
-Non mi ha spiegato il perché di questo abbandono... Evidentemente mia madre non lo sapeva... Però dice che mi hanno adottato quando avevo solo 3 mesi...- Mi spiega.

-Ed ora? Sei scappato da casa?-Domando, passando una mano fra i tuoi capelli morbidi.
-Si... Volevo dirtelo... Perché solo con te posso parlare di certe cose... Mi raccomando non una parola...- Mi dice asciugando le lacrime con le maniche della felpa.
-Che c'è? Ora non ti fidi di me?- Dico per sdrammatizzare un po'.
-No, ma scherzi? Era per avvisarti...- Dice accennando un piccolo sorriso.
-Dai non ti preoccupare, sono una tomba.- Dico alzandomi di scatto dalla panchina.
-Ora torna a casa che tua madre sarà preoccupata.-
Lui annuisce e io allargo le braccia per invitarlo ad un ultimo abbraccio. Sento il suo profumo che invade le mie narici,  involontariamente chiudo gli occhi e mi lascio andare fra le sue braccia.

Dopo un paio di minuti lunghissimi di silenzio, abbracciati, si stacca da me e mi saluta con un bacio sulla guancia.
Vedo la sua sagoma sparire nella nebbia, lentamente.
Quel parco mi aveva sempre fatto paura.

Logan è distrutto. I suoi bellissimi occhi che trasmettono felicità, si sono improvvisamente spenti. Sono diventati tutti rossi dal forte pianto.
Il suo volto era rigato per tutte le lacrime che erano scese. E che continueranno sicuramente ad uscire. Aveva un espressione cupa, rigida.
In quel momento ho conosciuto la vera fragilità del mio migliore amico. Ho visto che anche i ragazzi che fanno i "duri" hanno una parte sensibile. Nessun uomo piange davanti alla sua migliore amica. Cioè non mi era mai capitato.
Era completamente sconvolto.

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