•Capitolo 2

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                               RACHEL
Sono sul vialetto, ma di Logan nessuna traccia.
Penso che sia la persona più ritardataria che io conosca e lui sa che odio queste cose.
Nel frattempo mi perdo nel guardare il quartiere nell'aria mattutina.
Non mi sveglio così presto, da troppo tempo.
L'aria è così limpida, pulita, fresca. Sento la brezza che attraversa il cotone della mia maglietta e mi viene un brivido lungo la schiena.
Le persone iniziano ad uscire di casa per andare a lavoro, il postino comincia a consegnare i giornali e la vicina spazza il suo vialetto.
Un bambino che piange dall'altra parte della strada, mi riporta nella realtà, così prendo il cellulare.
"Ultimo accesso alle 8:03, beh almeno non è entrato." Penso ad alta voce e involontariamente alzo gli occhi al cielo.
Guardo l'ora, impaziente, sono le 8:07 e a campanella dovrebbe suonare tra poco meno di 15 minuti e io odio essere in ritardo, specialmente il primo giorno di scuola.
Inizio ad innervosirmi e finalmente riconosco la sua macchina, una mini nera, che accosta al lato de marciapiede.

Con passo furente mi dirigo verso la macchina, apro la portiera di scatto, senza incrociare il suo sguardo. Mi chino e mi siedo, posando lo zaino fra le mie gambe, senza dire una parola.
Con la coda dell'occhio vedo che mi fissa in attesa di un saluto o di un bacio sulla guancia, come sono consona fare.
Anche se è da più di due settimane che non lo vedo, perché era partito per la Florida, riesco comunque ad arrabbiarmi.
"Ti accompagno a scuola e neanche mi saluti?"Dice in tono ironico, mettendo in moto la macchina e distogliendo lo sguardo da me.

Mi giro e lo guardo intensamente.
I suoi capelli mossi castani si sono allungati tantissimo, gli arrivano sul naso, ma il suo ciuffo è sempre scompigliato, la sua pelle abbronzata, fa risaltare i suoi occhi color nutella e le sue labbra leggermente rosee. E il sole mattutino non fa che migliorare la mia visione.
"Allora vuoi fissarmi senza dire niente per tutto il tragitto?" Passa una mano davanti ai miei occhi, facendomi capire che lo stavo fissando.
"Anche se non ti vedo da un po', e mi sei mancato tanto, mi hai fatto arrabbiare, di nuovo..." Dico tutto d'un fiato, come se mi vergognassi a parlare con lui. E un attimo dopo, sbuffo e incrocio le braccia sul petto come se mi fossi offesa.
Si gira verso di me con un espressione buffa e dolce allo stesso tempo, come per dire "cosa ho fatto ora?"
"Vabbe dai,lasciamo perdere, non voglio sembrare nervosa anche il primo giorno di scuola..." Sbuffo di nuovo, portando le braccia sui miei fianchi.
Lui si gira a guardarmi un attimo, e sorride, come se gli avessi tolto un peso di dosso.
"Come sono andate le vacanze in Florida?"Chiedo curiosa, mentre cerco di accendere la radio.
"Insomma... I miei amici sono cambiati tantissimo, sono diventati tutti una marea di stronzi. Ma il mare comunque era bellissimo"
Fa spallucce, mentre continua a fissare la strada.
"Sono state due settimane quasi noiose. Mia madre non mi lasciava stare un attimo. Ma comunque abbiamo fatto un paio di feste a casa di questi amici, anche una sulla spiaggia. Però senza di te non mi diverto"
Dopo aver sentito l'ultima frase, sento un bruciore allo stomaco, ma non di dolore, una sensazione strana mai sentita.
"Mi sarebbe piaciuto un sacco venire con te... Ma non so perché mia madre non ha voluto che io venissi con te." Confesso in tono dolce.
Mi sento un po' in imbarazzo, non mi è mai successo col lui.

Finalmente dopo attimi di silenzio imbarazzanti, arriviamo nel parcheggio della scuola. Logan spegne la macchina e si offre per portarmi lo zaino, ma io rifiuto, così scendiamo e ci dirigiamo verso i nostri amici.
È tutto completamente pieno di studenti. Soprattutto quelli del primo anno che si leggeva dalle loro facce che sono spaventati, terrorizzati. Il che mi ricorda il mio primo giorno di scuola, e come mia mamma mi aveva conciata.
Frangetta, brufoli e apparecchio. Si può essere più brutti di così?
I corridoi di fronte le segreterie sono completamente intasati, per via dei primini che devono prendere i loro orari.
A noi già iscritti, arrivano via e-mail, il giorno prima dell'inizio delle lezioni.
Prendo il telefono per vedere quale fosse la prima lezione e l'aula.
"Aula 106, Religione con il professore Willows..." Leggo ad alta voce dal cellulare.
"Che inizio settimana col botto" replica scocciato e alza gli occhi al cielo.
Così ci dirigiamo verso l'aula che segna il nostro oraio.
Successivamente per tutta la mattinata avremmo avuto, storia, arte, geografia e economia.

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