•Capitolo 57

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**POV LOGAN**
Rachel giace a terra.
Il suo piccolo corpo, non ha più il controllo.
D'istinto chiamo il 911. E faccio entrare mio zio.

Inizio a scuoterla, ma non c'è nessuna risposta da parte sua.

Dopo neanche 20 secondi, la polizia invade lo scantinato, e portano via Rachel in ambulanza.

Slegano il padre di Rachel, e portano via mia madre, ammanettandola.

"Tanto ci rivedremo." Mi dice mia madre mentre viene portata via.

Il padre di Rachel si avvicina a me.

"Mi dispiace figliolo. Ora devo andare con Rachel. Tu vai a casa." Mi dice mentre mi posa una mano sulla spalla.

"Oh, se lo scordi."
Così esco dalla casa e vado in macchina.
Metto in moto e cerco di seguire l'ambulanza dove c'è Rachel.

Più tardi in ospedale, cerco di entrare nella stanza dove hanno portato Rachel.

Così busso, e una piccola voce mi dice di entrare.
Lei è sul letto, con una flebo attaccata al braccio sinistro.
E una dottoressa vestita con un camice bianco, in piedi difronte il letto, che sta scrivendo qualcosa su un enorme taccuino.

"Come sta signora?" Domando.

"Bene... i suoi valori sono buoni. Ha avuto un calo di zuccheri, dovuto ad un trauma." Mi informa la dottoressa, così lei si dirige verso la porta e mi lascia solo con Rachel.

Mi siedo su una sedia che è posizionata vicino al lettino.
La stanza è tutta bianca, con un tavolino celeste per mangiare e per terra c'è una borsa grigia con le cose di Rachel.
Evidentemente sua madre è già passata.

Gli prendo la mano e glie la stringo.
Lei fa lo stesso.

Giace sul letto e ha addosso uno dei suoi pigiami strani.
La sua pelle è piu bianca del solito, come candida. Gli occhi chiusi e ogni tanto muove le sue labbra rosee.

La guardo, e non riesco a credere che sia mia cugina.
Le domande iniziano ad arrivare.
Perché mia madre diceva a suo padre che l'ama? Che cosa significa?
Sono fratelli, non credo intendesse che gli volesse cosi bene! Insomma, è fuori come un balcone!

Dalla bocca di Rachel escono dei mugugni, come lamenti.
E apre lentamente i suoi occhi grandi.

"Ciao..." Dico sussurrando.

Lei sobbalza vedendomi, come se fosse sorpresa.

"Stai bene?" Chiedo mentre le passo una mano sulla guancia.

"Si, più o meno.. ora sto meglio..." E si volta a guardarmi.

È così pura, non voglio perderla.
Io la amo. Non voglio che tutto sia rovinato da questa cosa.

"Io non ci credo..." Continua a ripetere.

"A cosa non credi, Rach?" Domando.

"Che dobbiamo finirla..."
Dopo le sue parole, sento una strana sensazione in petto, che si espande per tutto il corpo. Come se fosse delusione, tristezza.

Sgrano gli occhi, come per chiedere cosa stesse dicendo.

"Finchè non saprò la verità, non possiamo stare insieme Log." Continua a parlare.
"Io non credo che quella sia veramente mia zia. Insomma, ha detto che ama mio padre.
Sono fratelli..." Dice mentre gesticola nervosamente.

Io gli prendo le mani, come per fermarla. Se si muove troppo potrebbe piegare l'ago e fargli male.

"E cosa vorresti fare?" Domando.

"Non lo so, ancora... Però ho una ciocca di capelli, che ho strappato dalla testa di mia zia." Dice mentre accenna un sorriso. E mi indica la sua giacca che portava prima.

Cosi metto una mano nelle tasche e prendo i capelli.

La porta si spalanca, e entrambi ci voltiamo verso di essa.

"Non voglio parlare con te!" Urla Rachel, verso la figura di suo padre, che è fermo sull'uscio della porta.

"Io vorrei spiegare..." Dice il padre mentre si avvicina.

"E cosa vuoi spiegare? Perché non hai detto prima che io e Logan siamo cugini? Prima che io mi affezionassi così tanto!"
Continua ad urlare lei.

Il padre cerca di avvicinarsi sempre di più, ma ad un tratto si ferma, ci guarda entrambi e esce di nuovo dalla stanza.

Rachel comincia a piangere, non mi piace che sia triste o che pianga. Ma alcune domande inizio a farmele anche io.

Perché suo padre ha mentito su una cosa così importante? Perché sua sorella diceva che lo ama? Che senso ha tutto questo?
Ed ora io e Rachel cosa saremo?

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