•Capitolo 54

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"Tuo... tuo..." Mia madre è in lacrime sul divano, e Kevin è li che l'abbraccia.
Io non riesco a capire che sta succedendo. Chiedo, ma nessuno risponde.

"Insomma che succede? Mi sto preoccupando!" Esclamo per attirare l'attenzione su di me.

"Papà ancora non è tornato... e non risponde alle chiamate o messaggi..." Dice Kevin.
Sul suo volto c'è un espressione a dir poco sconcertata.

"Cosa? Avete chiamato l'agenzia?" Domando.

Mia madre si gira di nuovo verso di me, con le lacrime che scendono dagli occhi e gli rigano il viso. Il rimmel sciolto gli ha rigato tutte le guance.

"Si..." Riesce a rispondere.
"E? Cosa hanno detto?" Domando. Sto iniziano a preoccuparmi seriamente.

"Hanno detto che ha preso il volo per tornare ieri verso le 14." Risponde Kevin.

"Quindi doveva essere già qui! Chiamiamo la polizia!"  Urlo e balzo in piedi sul divano.

"Ho già chiamato prima che scendessi e poco fa abbiamo appeso dei volantini per il quartiere." Mi informa Kevin.

Non capisco perché non mi abbiano avvisato prima.
Salgo immediatamente in camera, e la prima cosa che mi viene in mente è chiamare Logan. Mentre squilla il telefono le lacrime prendono il sopravvento.
Logan risponde dopo un paio di squilli, e mi sente singhiozzare.

"Ei? Ei calmati! Spiega che ti succede!" Mi dice mentre io continuo a piangere anche se non vorrei. Non riesco a rispondere.

"Dammi 10 minuti e sono da te." Mi riattacca. Non volevo mi vedesse in quello stato. Cerco di calmarmi abbracciando un cuscino e lavarmi il viso con l'acqua fredda.

Dopo neanche 10 minuti Logan piomba in camera mia.
Io sono sul letto, abbracciata ad un cuscino, con tutti gli occhi rossi e il naso come una renna.

"Rach?" Corre verso il mio letto, e mi scuote.
"Cosa hai fatto? Che è successo? Perché stai piangendo?"
In dieci secondi mi ha fatto 30 domande.

Mi metto a sedere di fronte a lui, che è seduto sul mio letto.
Lo guardo, nel mentre mi escono un paio di lacrime dagli occhi, e lui subito cerca di asciugarle con la sua grande felpa grigia.

"Allora mi dici che succede?" Mi chiede accarezzandomi la guancia.
Io, quasi automaticamente, appoggio la testa sulla sua mano.

"Mio padre..." rispondo a bassa voce.

"Cosa?" Domanda inclinando la testa, come la mia.
È cosi carino quando si preoccupa per me.
I suoi occhi color Nutella... mi fanno impazzire!

"Non è ancora tornato..." Rispondo sussurrando, come se avessi paura a parlare.
Lui aspetta una mia risposta che sia in grado di soddisfarlo.

"Non risponde al telefono da ieri sera... doveva essere qui ieri dopo cena..." Continuo la frase.

Lui non sembra preoccupato, forse è per non farmi agitare ancora di più.

"Avete chiamato la polizia? Potrei aiutarvi" Mi informa.
"Mio zio lavora li, forse potrei aiutarvi"

Cosi si alza di scatto dal mio letto, lasciandomi un vuoto dentro. E prende subito il telefono. Sembra stia scrivendo a qualcuno.

Mi avvicino a lui, cercando di leggere sul suo telefono.

"Che fai? Mi spii le chat?" Mi domanda divertito.
Io alzo le spalle e abbraccio ancora il mio cuscino.

"Scherzo, nanerottola... sto scrivendo a mio zio"

Più tardi Logan mi informa che suo zio ha avviato una ricerca per ritrovare mio padre, siccome è sparito da più di 24 ore.
Così mia madre e mio fratello decidono di andare con la squadra di ricerche e io e Logan rimaniamo a casa da soli. Non è la prima volta che siamo soli, ma ho una strana sensazione, oltre che la depressione che incombe su di me

Ho lo stomaco in subbuglio quando lo guardo.
Siamo sul mio divano, e guardiamo fuori dalla grande finestra che è padrona del mio salotto.
Lui è accanto a me, entrambi sotto una grande coperta di pail blu. Logan mi ha circondato il collo, con le sue enormi braccia, e la mia testa è appoggiata sulla sua spalla.

Intanto il tempo passa, e ancora nessuna chiamata o almeno una novità.
Più passa il tempo e più inizio a domandarmi dove sia finito.
Con un amante? Impossibile, almeno avrebbe chiamato se non tornava a casa per le vacanze.
Ma diamine sono le vacanze di Natale! Cosa potrebbe aver fatto? Troppo lavoro?

Le domande iniziano a duplicarsi, triplicarsi, e la testa inizia a far male.

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