•Capitolo 75

92 9 0
                                    

**LETTERA DI ANNA**

Ho deciso finalmente di raccontare tutta la verità. E ti spiegherò perché nel test del DNA, non risulto essere tua zia.
Si, so del test. Perché senza autorizzazione di tutte le persone sottoposte al test, non si può fare. Quindi al manicomio è arrivata una chiamata da questo laboratorio dove mi hanno detto che qualcuno voleva fare dei test anche su di me.

Ho accettato, perché volevo sapeste la verità.
E sono anche contenta della visita di tua madre, Rachel. Sono felice perché è la prima volta che qualcuno vuole aiutarmi.
Ma ora veniamo al dunque, voglio spiegarti perché non risultiamo con un minimo di cromosomi uguali.

Era il 6 luglio 1979, la migliore amica di tua nonna, con suo marito, ebbero un incidente mortale. Un uomo ubriaco venne a sbattere, con la sua auto, sull'auto di questi due giovani.
Quest'uomo ubriaco, era tuo nonno.
Fortunatamente o sfortunatamente, tuo nonno rimase illeso dall'incidente, dove purtroppo, quei due giovani sono morti.

La donna non aveva neanche 35 anni. Era bella, bionda con una carnagione chiara. L'uomo era veramente un bel giovane di 36 anni. Si amavano alla follia.
Si sposarono che avevano neanche 28 anni. Si amavano così tanto, che decisero di avere un figlio, me.
Tua nonna era l'unica persona più vicina a me. I genitori di entrambi i due angeli erano morti.
Chi nella guerra, chi per una malattia.

Così tua nonna, ebbe l'onore di battezzarmi da piccola, e essere dichiarata la mia madrina. Quindi se succedeva qualcosa ai miei genitori, io venivo affidata a lei.
E così è stato.

A sei anni, fui accolta nella tua famiglia, ma come un estranea.
Tua nonna era l'unica che mi voleva bene, che mi proteggesse.
Mentre tuo nonno, non voleva affatto che io entrassi a far parte della famiglia.
Preferiva mandarmi ad un orfanotrofio.
Lui insisteva che non era stato lui ad andare a sbattere contro la loro macchina, ma il contrario. E che quindi ce l'avesse con me, per avergli rovinato la vita, e la macchina.

Purtroppo, non ci fu nessun processo per lui, perché ancora non esisteva nessuna legge per la guida in stato di ebrezza.

Così decise che doveva rovinarmi giorno per giorno la vita.

Nessuno doveva sapere che io fossi stata adottata, neanche tuo padre. Perché sapere che lo fossi stata, non avrebbe portato bella luce sulla famiglia. Così inventarono che mi avessero mandato in una scuola lontano da casa per tutti questi anni.
Non aveva senso, ma tutti ci credevano.

Sarebbe stato uno scandalo poi, perché sarei diventata la povera ragazza che ha perso i genitori, e i genitori adottivi avrebbero avuto una brutta nomina. E che quindi avrebbero adottato la figlia rimasta orfana, per farsi perdonare dell'incidente causato dal marito ubriacone.

Io pensavo che tutti sapessero della mia storia e che mi avrebbero riconosciuto, anche perché io prima dell'incidente andavo all'asilo pubblico di Roseville, e mi conoscevano anche.

Mi hanno cambiato nome e cognome. Ma io adesso li ho tutti e due, e mi hanno riscritta all'asilo.

Ma ora voglio raccontarti un altra storia, che riguarda tuo padre.

Fin dai tempi delle elementari, io ero innamorata di tuo padre. Quando ho saputo che avremmo vissuto insieme, è stata la cosa più bella che potessi immaginare.

Ero una bambina all'epoca, e anche lui, avevo 13 anni e lui 9. Hai visto, no? Le cotte delle bambine.
Ma io credevo che anche lui sapesse che fossi stata adottata, invece no.
Un giorno in casa allora, cercai di dargli un bacino.
E da lì scoppiò il putiferio.

Nessuno mi aveva mai detto che nessuno sapeva che io fossi stata adottata.
In pratica, vivevo nella menzogna.

Tuo padre, subito, scappò da tuo nonno per dirgli che cercavo di baciarlo.
Da lì, tuo nonno, mi picchiava ogni volta che mi avvicinavo a Barry.

Negli anni successivi, Barry, raccontava a tutti che la sua sorella pazza aveva cercato di baciarlo, e che quindi fosse da pazzi fare un incesto.

Tutti pensavano che fossi pazza. Questa storia girò per tutto il quartiere, e anche alle scuole superiori. Per questo credevano che fossi pazza.

Barry mi odia proprio come tuo padre. Non voleva avere una sorella più grande di lui e comparsa all'improvviso senza un vero motivo.

Andavo bene a scuola a differenza sua, e mio padre mi imponeva di non studiare, perché voleva che Barry fosse quello bravo della famiglia.

Mia madre mi ha sempre affiancata, di nascosto naturalmente. Ma quando mio padre lo veniva a sapere, la picchiava e la rinchiudeva in camera per giorni. Senza cibo e senza acqua.

Ora, io ho anche diverse testimonianze contro di loro. Perché i vicini sentivano le urla di mia madre, e una amica stretta di lei, sa tutto.

Si chiama Annabell Frygment, dovrebbe avere circa 79 anni. È una donnina che abita vicino casa di tua nonna. Ora ti chiedo di rintracciarla per un eventuale processo.
Lei anche mi aiutava a scappare quando mio padre era furioso, e mi rintanavo li da bambina.

Questo è tutta la verità, spero che possiate aiutarmi.
Baci, Anna.

Prisoner Love Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora