Cap 2. Tracce

2.2K 171 73
                                    

Can's pov

Rimasi tutto il tempo fermo vicino a mia moglie che da un momento all'altro doveva svegliarsi e dovevo trovare il coraggio nel profondo del mio cuore, per dirle del nostro bambino.

Dov'era il mio coraggio?
Dov'era il mio cuore in quel momento?

Mentre giocavo nervosamente con gli anelli, udii la sua voce così sottile, quasi da non sentirla.
Posai gli occhi su di lei e strinsi la sua mano nella mia.

<<Tes >> dissi, ma le lacrime stavano tornando.

Tossii per schiarirmi la voce.

<<Can? >> mi guardava profondamente, in cerca di risposte
<<Come stai? >>
<<Il bambino? >> furono le prime parole.

Non importava quanto fosse intondita dall'anestesia, la sua prima domanda fu "Tyler".
Perché per i genitori, i figli vengono prima di tutto.

<<Can >> mi strinse la mano e distolsi lo sguardo per un attimo.

Era arrivato il momento.
Dovevo dirglielo.

<<Tes, il bambino... >>
<<Perché parli a tratti? Perché non mi dici che sta bene? >>
<<Perché - le posai una mano sul viso - Tyler... >>
<<Mi spaventi cavolo>> disse, cominciando a lacrimare, ma quella ragazza dagli occhi grandi e profondi, dalle mani tremanti e legata a quel letto, aveva capito tutto. Aspettava solo che confermassi la sua teoria.
<<L'incendio Can! Ho protetto Tyler... Ho fatto di tutto credimi! Dimmi che sta bene... >> cominció ad alzare la voce, arrivando dritto al cuore come pugnale.

<<Hai fatto quello che hai potuto Tes, sei stata una grande in questo ma Tyler... Lui ora è un angelo>> dissi tutto d'un fiato, guardando il suo sguardo pietrificarsi

<<Tes>> mi avvicinai, posando la testa sul suo grembo e sentire il profumo di quella mancanza.
<<Amore parlami >> continuai a dire ma i suoi, erano solo singhiozzi.

Tessa si era persa insieme a Can.
Tessa e Can non avevano più il loro bimbo tanto voluto.
Tessa e Can dovevano combattere da quel momento in poi.

Da quella sera in poi, la voce di mia moglie la sentivo di rado.
Andammo a stare da mia madre e non appena arrivammo si chiuse nella camera degli ospiti, rimanendoci per giorni.

Rifiutava il mangiare.
Rifiutava il dialogare.
Rifiutava me, suo marito.

Ero in uno stato pietoso anch'io, ma dovevo lavorare.
Dovevo prendermi cura di quella donna, ormai cosi fragile da poterla rompere anche solo con una parola fuori luogo.

Un pomeriggio fra i tanti, pensai di andare a casa per vedere anche solo le ceneri dei miei ricordi.
Per sentire ancora l'odore di quegli ultimi giorni che avevamo trascorso, conoscendo la felicità senza limiti.
Dovevo solo svoltare la stradina ma il cuore prese a battere all'impazzata.

Ero davvero pronto per vedere frantumi di quella casa?
Strinsi il volante con rabbia e con lacrime agli occhi, tornai indietro, dirigendomi poi allo studio dove Miran mi stava aspettando.

Mi sedetti a quella scrivania e anche se circondato da lavoro, quello che riuscivo a vedere e pensare era Tessa su quel letto da giorni a versare lacrime di dolore.

<<Can>> disse Miran, bussando alla porta prima di entrare
<<Ehi>>
<<Scusa, sembra la classica domanda, ma davvero ci tengo a sapere come stai>>
<<Miran, sto andando avanti, fingendo che nulla sia successo ma guardami e dimmi se quello che vedi è Can >>

𝑰𝒐 𝑬 𝑪𝒂𝒏 1 e 2 VᴏʟᴜᴍᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora