Cap 46. L'intervento

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Due settimane dopo

In quelle due settimane avevo parlato ripetutamente con Can riguardo l'intervento
Non dormivo giorno e notte con la consapevolezza di ritrovarmi prima o poi sotto i ferri.

Ero spaventata di lasciare il mio corpo nelle mani degli altri in realtà, ma ebbi la consapevolezza di avere Can vicino e sentivo che tutto sarebbe andato per il meglio.

Il dottore mi disse che l'intervento era considerato strettamente necessario quando la malattia era dolorosa, invalidante o se i trattamenti farmacologici non davano i risultati sperati.
Nel mio caso era necessario farlo e non potei controbbatere anche perché Can mi mise spalle al muro.

Feci vari controlli prima e fissammo il famoso giorno per l'intervento.
Arrivò così quel giorno.
Ero nella stanza mentre mi preparavano con camice e cuffia.
Ero agitata e tremavo come una foglia.
Sentii la voce di Can nel corridoio che chiedeva di me e che voleva vedermi. Cominciai a lacrimare.
La sua voce in quel momento era il suono più bello che potessi ascoltare.

Entró e corse a baciarmi la fronte e a regalarmi parole confortanti.
Vennero subito dopo due infermieri a prendermi per portarmi in sala operatoria e incrociai gli occhi di Can un'ultima volta.

<<Tes, andrà tutto bene... Sono qui >> disse nascondendo le lacrime dietro il suo finto sorriso

Annuii e puntai gli occhi al soffitto per tutto il tempo mentre mi conducevano nella stanza degli orrori, come la descrivevo io ormai da tempo.
Cercavo di essere forte ma nello stesso tempo la paura si trasformò in mille lacrime che scendevano una dietro l'altra.
Nel mentre sentii una mano delicata sulla fronte che mi accarezzava.
Era la mano di una infermiera che mi rassicuró in qualche modo.

<<Sei pronta? >> mi chiese poi.

Non ero pronta ma dovetti far finta di esserlo.

Sentivo che gli occhi si stavano per chiudere ad ogni piccola goccia che scorreva lungo la flebo, finché vidi il buio e capii che ormai ero nelle loro mani.

Can's pov

Un'ora dopo

L'intervento di Tessa andò a buon fine.
Nel frattempo che aspettavo di vederla mi raggiunsero Serkan, Ozge e mia madre.
Fortuna avevo loro, scelta per cui convinsi Tessa ad operarsi qui in Turchia.
Chiamai sua sorella per dirle dell'intervento, visto che Tessa si era puntata di non dirglielo e sarebbe arrivata in giornata.

Ero preoccupato per la reazione che avesse avuto nel vedere la sorella ma non potevo non dirglielo, si trattava di qualcosa d'importante.
Scesi giù con Serkan per prendere un bel caffè ristretto e uscimmo fuori per prendere una boccata d'aria.

<<Can, fortuna hai insistito con lei. Vedrai che starà meglio d'ora in poi, almeno speriamo>> disse Serkan

<<Non è stato facile per me vivere quei giorni. Ho visto la mia donna soffrire e il massimo che potevo fare era permetterle di tenermi la mano o versare lacrime sulla mia spalla>>

<<Can, credo che tu hai fatto molto di più... Sei stato in grado di trasmetterle sicurezze o non era in sala operatoria fino a poco fa >>

<<Forse è vero anche questo, ma credo anche che lei si è stancata di combattere con il suo corpo. Aspettava solo qualcuno che le dicesse che era lì per lei, sempre e ovunque. Credimi Serkan, sono bastate solo queste due parole... L'altro cretino che stava insieme a lei non le ha mai dato sicurezze e amore - mi portai la mano sulla fronte - per quello sono impazzito all'idea del tatuaggio... Tatuare un nome, non è come scrivere un muro. Il tatuaggio è qualcosa di indelebile e volevo che ci fosse il mio di nome sul quel corpo >>

𝑰𝒐 𝑬 𝑪𝒂𝒏 1 e 2 VᴏʟᴜᴍᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora