Cap 7. Confrontarsi

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Camminai a lungo su quel viale. Dove stavo andando?

Dove avrei versato le ulteriori lacrime?

Nel mentre, mi tornó in mente me e Niky sul divano, entrambe piccole a chiacchierare sul nostro futuro.
Entrambe volevamo un matrimonio da sogno e due figli, esattamente un maschio e una femmina; credo sia un cosa che tutte le bambine hanno desiderato a quell'età.

Abbozzai un sorriso mentre ricordavo quei momenti e subito dopo mi resi conto che Niky non era più quella candida bambina con le treccine.
Che le avevo fatto?
Dove avevo sbagliato?

Arrivai sul lungomare e mi sedetti su quei scogli e sotto il cielo carico di nubi.
Da un momento all'altro sarebbe venuto a piovere.

Mi sedetti e mi lasciai cullare da quel venticello fresco e dall'odore dell'acqua che si confondeva con il mio.

"Niky ci sarai sempre per me vero? Sarai tu mia madre d'ora in poi?" sentivo ancora quelle frasi che pronunciai quando i nostri genitori ci lasciarono per sempre

"Puoi contare sempre su di me! Sono la sorella maggiore e quando ti sentirai sola, basta chiamarmi e sarò da te"

Le lacrime scendevano ad ogni singola parola che la mia mente riusciva a ricordare.

<<Dove sei? Dove sono le tue promesse? >> urlai, quasi affogando con le mie lacrime stesse

<<Tessa >> sentii la sua voce.

Niky era dietro di me.

<<Vattene>> le dissi da subito, senza mai voltarmi
<<Ti ho seguita apposta. Me ne vado se lo decido io, non perché me lo hai detto tu>>
<<Che altro vuoi ancora? >>
<<Voglio stare sola con mia sorella. È possibile? >>
<<Quale sorella? Perché davvero ne hai una? >>
<<Tes-si sedette di fianco - abbiamo molto da parlare noi due>>
<<Ti ascolto>> dissi, poggiando la mia testa sulle gambe
<<Da dove inizio? Sono davvero dispiaciuta Tes, ma tu ovviamente non mi credi. Ho sbagliato su tante cose, ma ne avevamo parlato già... Ad un certo punto della strada mi sono persa Tes... Non avevo nessuno con cui parlare perché tu eri tanto impegnata a raccontarmi del tuo arrivo qui, di aver conosciuto il grande Can Yaman, che non mi hai mai chiesto che stesse succedendo nella mia vita - cominció ad accarezzarmi i capelli - tutto era andato a rotoli. Avevo perso il mio migliore amico, ma non avevo nessuno con cui sfogare il mio dolore - la sua voce caló - lavoravo giorno e notte per pagare quella casa, la nostra casa, che poi mi è stata tolta e sono rimasta per strada; persi la testa nel cercare un'altra e nel frattempo ascoltavo la felicità di mia sorella tra singhiozzi e magone>>

Alzai il capo.
Cercai i suoi occhi.
Quegli occhi che sin da bambina mi avevano assicurata e rincuorata

<<La colpa adesso é mia? Tutto è colpa mia... Hai ragione >> affermai
<<Non è colpa tua, ti conosco e so che non l'hai fatto di proposito ma mettiti al mio posto. La tua felicità la vedevo una maniera non positiva in quel momento, perché stavo vivendo il peggior incubo>>
<<Alberto ti ha lasciata quindi? >>
<<Mi aveva lasciata con una lettera. Sai benissimo il bel rapporto con lui; era il mio migliore amico e il mio pilastro subito dopo che papà ci ha lasciate. Si era innamorato e la sua ragazza, gelosa del nostro rapporto morboso, gli aveva imposto una scelta. La sua migliore amica o il suo amore? >>
<<Ha scelto l'amore ovviamente>>
<<Ha scelto l'amore e me lo aveva riferito tramite lettera. Dov'è adesso il mio migliore amico? >>cominció a battere le sue mura.

Quelle che aveva costruito e si stava liberando della sua armatura, parlandone con me.

Nell'ultimo periodo non parlavamo più e con l'esperienza che stavo vivendo, avevo testato che tenere tutto dentro col tempo ti cambia.

𝑰𝒐 𝑬 𝑪𝒂𝒏 1 e 2 VᴏʟᴜᴍᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora