Cap 10. Lasciarsi Andare

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Ci distanziammo e dopo esserci ricomposti, tornanno in macchina.
La situazione non sembrava essere cambiata, semplicemente era stato un momento di debolezza oppure il nostro Tyler ci ha fatti riunire per farci capire che ci stavamo perdendo per strada, e lui non voleva questo. Voleva vederci felici.

"Ci riusciremo? "pensai.

Nel mentre, la pioggia cominciò a farsi insistente a Can azionó i tergicristalli, per spazzare via quelle gocce d'acqua che cadevano sul vetro come se volevano romperlo.

<<Tessa, giuro che te lo avrei detto >> interruppe il silenzio sovrano
<<Ti credo>> dissi, cercando di non andargli ancora contro.
In realtà avevo capito le sue intenzioni e di certo non era maligne.

<<Aspettavo il momento di ritrovare mia moglie >>
<<E mi hai ritrovata? >>
<<Non ancora >>
<<È davvero vicino a te >>
<<È da qualche parte nel mio cuore, il tempo mi darà le risposte>>
<<Sono da qualche parte? Quante persone custodisci nel tuo cuore Can? >>
<<Due! Mio figlio e mia moglie.La conosci? Si chiama Tessa>>

Silenzio.
Che potevo mai dire?
Era palese la sua affermazione.
Per lui non ero Tessa.
Ero chissà chi!

<<Guarda che Tessa é vicino te e ha avuto un momento di forte dolore>>
<Lo capisco questo, perché forse anch'io in parte ho perso mio figlio. Non ho perso una partita di calcio >> si irrigidì
<<Non farlo Can>>
<<Cosa? >> mi guardó un attimo, per poi tornare a guardare la strada
<<Non è questa la strada per farmi sentire meglio... Stai annientando ancor di più i sensi di colpa>>
<<Non è mia intenzione>>

Parcheggió la macchina.
Eravamo arrivati e nemmeno mi ero resa conto.
Aprì il bagagliaio ed estrasse un grande ombrello.

Non volevo le sue attenzioni.
Non dopo quelle parole.
Uscii da quella macchina, bagnandomi da subito per la forte pioggia e camminai verso casa.

<<Tessa>> mi urló seguendomi con l'ombrello
<<Non voglio la tua pietà>>
<<Fermati>> continuai a correre e raggiunsi il cancello.

Suonai, ma mia suocera non aprì.
Non era in casa.

<<Sei matta? >> disse Can improvvisamente, coprendomi con l'ombrello
<<Che vuoi? Non sono Tessa hai detto, allora fanculo Can>>
<<Smettila per favore >> urlò

Prese le chiavi e aprì il cancello e tenendomi fortemente dal braccio, mi portò fino alla porta sempre coperta dall'ombrello.

Entrammo tutti gocciolanti e mi spogliai nel corridoio, o mia suocera ci avrebbe ucciso.
Non mi resi conto che Can rimase a guardarmi mentre ero solo con l'intimo addosso.

<<Che ti guardi? >> chiesi
<<Nulla >>
<<Sembri un pesce lesso >>
<<Non pensavo ti spogliassi davanti a me improvvisamente, mentre toglievo le scarpe >>
<<Sono bagnata, l'avrai visto anche tu >> presi tutta la mia roba e la gettai nella lavatrice e corsi nella mia stanza per prendere la roba asciutta

<<Vado a farmi una doccia>> disse, sbucando da dietro come fantasma
<<Vado prima io, visto che sono nuda! >>
<<Non sei nuda>>
<<Ah no? Ho solo l'intimo, capirai>>

Mi feci spazio, passandogli davanti e strisciarmi sul suo corpo.

<<Uff>> sentii di sbuffare
<<Che ti sbuffi? >> dissi rimanendo ferma davanti alla porta del bagno
<<Fra un'ora pensi di farcela? >>
<<Anche di più >>
<Tes, ti spengo la caldaia>>
<<La farò fredda >>

𝑰𝒐 𝑬 𝑪𝒂𝒏 1 e 2 VᴏʟᴜᴍᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora