Cap 2. Il sogno si è avverato

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Finalmente l'aereo era arrivato a destinazione.

Anche la parte dell'atterraggio era stata difficile e dovetti mettere i piedi sulla terraferma per potermi riprendere del tutto.

Presi il trolley e mi diressi verso la fermata del taxi.

Dovetti aspettare un quarto d'ora, prima di poterne avere uno a mia disposizione.
Mi feci accompagnare in Hotel e non appena fui di fronte, capii che non era poi male per alloggiare.

Dopo aver preso la chiave alla reception e lasciato i miei documenti, mi diressi nella stanza, posta al quinto piano.
Entrai e mi guardai attorno.

La stanza non era poi tanto grande e le pareti grigie e cupe, non mi andavano giù affatto, ma bastò avvicinarmi alla finestra e ammirare il panorama della bella Istanbul per capire, che quelle pareti grigie non avrebbero avuto alcun effetto negativo su di me.

Decisi di farmi una doccia per rimettermi in sesto e poi con calma, non appena finito, provai a cercare qualche vestitino da indossare.

Alla fine optai per un vestitino nero corto e una giacca grigia sopra, visto la temperatura mite! Le scarpe che scelsi erano aperte, modo tale da tenere il piede fresco.

Alla fine optai per un vestitino nero corto e una giacca grigia sopra, visto la temperatura mite! Le scarpe che scelsi erano aperte, modo tale da tenere il piede fresco

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Dopo essermi vestita, decisi di fare un giro nei paraggi. Dopotutto ero sola, non sapevo come ammortizzare il tempo ed erano solo le quattro del pomeriggio.
Poi chissà, se nelle vie di Istanbul avessi avuto la fortuna di incontrare il mio Can.

Camminai a lungo e alla fine, pensai di assaggiare qualcosa tipica turca.

Di fronte a me c'era una bar e mi diressi senza pensarci due volte.

Decisi di rimanere seduta fuori, visto il bel panorama che avevo di fronte e ordinai un caffè turco. Era la prima cosa da provare, della mia lunga lista. Ovviamente mi ero fatta una cultura prima di arrivare ad Istanbul.

Quindi sapevo che il caffè turco, si chiamava kahve, che veniva servito già zuccherato e la quantità di zucchero la chiedevano al momento dell'ordinazione.
Un'altra chicca che sapevo, che non si doveva chiedere mai del latte, perché il caffè turco lo servivano in purezza.

Arrivó il cameriere e servì subito il mio caffè.

Incominciai a sorseggiarlo.
Era diverso dal caffè italiano certo, perché in quello turco bisognava stare attenti a non bere i fondi del caffè, ma alla fine lo trovai una vera squisitezza. Finalmente avevo conosciuto il sapore di quel famoso caffè.

Finito, mi alzai e proseguii la passaggiata.

Vicino ad un palazzo notai il grande poster di Can e mi persi un attimo nella sua bellezza.

Ma non volevo il Can cartaceo, bensì quello in carne e ossa.
Forse chiedevo troppo?

Ora anch'io ero ad Istanbul e dentro il mio cuore, cresceva la possibilità di poterlo incontrare.

𝑰𝒐 𝑬 𝑪𝒂𝒏 1 e 2 VᴏʟᴜᴍᴇDove le storie prendono vita. Scoprilo ora