ALLIE'S POV
"non avresti dovuto trattarlo in quel modo" rimprovero Harry per il comportamento scortese nei confronti dell'uomo al ristornate.
"mi stava irritando" mugugna facendo scivolare le mani sul volante.
"e per cosa ti stava irritando?"
So esattamente per cosa, era perché Harry sosteneva che un prezzo di quel genere non lo si fa nemmeno ai più grandi ristoranti d'Europa mentre il proprietario riteneva fosse un prezzo del tutto ragionevole.
E alla fine Harry ha dovuto pagare cinquanta sterline per due bistecche, mi è sembrato abbastanza inappropriato ma che si mettesse a litigare non mi era neanche passato per la testa. Avrebbe dovuto, trattandosi di Harry.
"lo stava facendo e basta, quel bastardo mi ha svuotato il portafogli" corruga le sopracciglia e dischiude le labbra agitato, deve imparare a darsi una controllata e a gestire questa storia del temperamento lunatico.
"non avresti dovuto comunque" appoggio la testa al finestrino osservando la strada scorrere veloce sotto di noi.
Le ore sono volate in fretta, ora sono più o meno le cinque del pomeriggio e una sorta di piccolo farfugliamento all'interno del mio corpo mi fa capire che sono felice di essere con Harry, in realtà lo sono sempre, fino a quando non mi urla addosso le cose più offensive.
"possiamo cambiare argomento?" dice in tono severo.
Mi stringo nelle spalle dandogli libero accesso ad ogni cosa.
"come stanno andando le lezioni?"
"ti interessa?" mi acciglio, incredula.
"immagino di si" si mordicchia le labbra fissando la strada davanti a se.
"bene, tu non sei più venuto in questa settimana.." sussurro, preoccupata dalla sua reazione.
"ho avuto da fare"
Ha avuto da fare, mi sembra ovvio.
"che tipo di cose?" rimbalzo leggermente sul sedile andando verso di lui.
"la cintura" Harry mi guarda scuro e agita una mano nella mia direzione.
"che.."
"allaccia la cintura" ordina.
Faccio scorrere immediatamente le mani su di essa per stringermi all'istante, ha una capacità sbalorditiva di cambiare argomento.
"hai mai pensato di fare il Mentalista?"
"il mentalista?" mi prende in giro.
"si, insomma hai una dote naturale nell'entrare nella mente delle altre persone e boicottarne i pensieri.
O di cambiare argomento ogni volta che ti fa comodo" commento, guardandolo.
"entrare nella mente delle altre persone?" sembra perplesso ma allo stesso tempo divertito, vuole farmelo dire, so che lo vuole, posso dirlo dal sorrisetto increspato sulle sue labbra.
"nella mia, entri nella mia"
Harry distoglie per una frazione di secondi lo sguardo dalla strada, gli occhi verdi sono più divaricati rispetto a pochi minuti fa e sono indiscutibilmente brillanti sotto il sole, il viso di Harry è il più bello e meno armonico che abbia mai visto.
"cosa intendi?" si lecca le labbra e io giro lo sguardo verso il finestrino, sta diventando insostenibile e ad Harry basterebbe solo dire due parole di troppo per farmi uscire di testa un'altra volta.
Gli occhi di Harry sono occhi troppo belli, da non riuscire a sostenerli. Se li si guarda sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
Io mi sono senz'altro persa, sono affogata in un mare verde che porta il nome di tutto il bene e il male del mondo al quale mi sto aggrappando troppo in fretta...
"alteri i miei pensieri" sussurro.
"non faccio nulla di particolare, solo mi affascina sapere di poter avere un controllo di tali dimensioni su una persona esterna a me stesso"
"non ti ho mai detto che hai controllo su di me, ma non capisco perché divento così vulnerabile ogni volta che mi sei troppo vicino"sibilo, troppo terrorizzata per guardarlo negli occhi.
Non posso credere di averglielo detto davvero.
"non sei l'unica" dice tra i denti, preoccupandosi di serrare le labbra subito dopo.
Cosa?
"cosa intendi?"
"non copiarmi" abbozza un sorriso ma poi torna serio.
"Non ti sto copiando, solo non riesco a capire" rimetto un sospiro, strofinandomi le dita sulle tempie mentre l'auto gira a destra.
L'enorme casa che riconosco sulla strada, mi fa rivoltare lo stomaco.
Guardo Harry confusa e lui cattura velocemente il mio sguardo, dischiude le labbra lentamente.. tanto lentamente da farmene concepire perfettamente il movimento morbido.
"ho pensato che ti andasse bene restare" mormora indeciso mentre si slaccia la cintura.
Annuisco piano e poco decisa mentre la sua mano fa scattare la mia cintura lungo il sedile, lo guardo cauta e sento lo stomaco ribollire.
Quest'auto sta diventando troppo piccola, il calore accumulato negli ultimi due secondi mi sta facendo surriscaldare troppo in fretta.
I miei occhi cadono veloci sulla vita di Harry, i pantaloni aderenti.
Le sue dita affondando sulla mia coscia, un sussulto mi scappa dalle labbra ed Harry sorride impertinente mentre pare scavalcare quasi del tutto la piccola divisoria che appunto, serve a dividere i sedili..non sembra averlo capito, sono felice non lo abbia capito.
Sento la testa scoppiarmi in un fischio acuto.
Il cuore pare fermo.
Forse basterebbe respirare.
Respirare un po'. Fino a riprendermi ogni battito, stavo trattenendo il respiro senza neanche rendermene conto.
Il sangue che torna a confluire nelle mie vene mi manda in tilt il cervello quando mi rendo conto di quanto Harry sia vicino, la sua mano ancora aperta sulla mia coscia.
"anche io divento vulnerabile quando mi sei vicina, sono solo più bravo di te a nasconderlo" sussurra soffiando il respiro caldo sulle mie labbra.
"sei molto bravo"
"lo so"
Preme le labbra nell'angolo della mia bocca, un bacio quasi accennato e non del tutto tale ma fa esplodere tutta la mia buona volontà.
"entriamo" la voce roca.
Harry sguscia velocemente via da me e scende dall'auto, solo il rumore della portiera che sbatte mi fa tornare alla realtà.
Che diavolo sta succedendo?
Cos'è che mi succede ogni volta? Lo odio, odio questa sensazione perché forse è ciò di cui ho più bisogno.
Harry non può essere ciò di cui ho bisogno..
Apro duramente la portiera lasciandola sbattere alle mie spalle, Harry è già scomparso dalla mia vista e la cosa aiuta a tranquillizzarmi mentre arranco i primi passi sul vialetto che collega il portico con la strada.
Raggiungo l'ingresso e non mi guardo indietro, anche se dovrei.
Quando entro, i miei occhi annaspano nella troppa luce del soggiorno. Non mi ero mai realmente accorta di quanto questa casa fosse grande e sorprendentemente anche molto ordinata.
I miei occhi vagano cercando Harry ma non colgo nulla quindi permetto alla porta di sbattere alle mie spalle, chiudendomi in un bellissimo inferno.
Un rumore proveniente dalla cucina, richiama la mia attenzione verso l'enorme porta scorrevole davanti a me.
"che stai facendo?" mi affaccio trovando un Harry indaffarato sul lavello.
"i piatti non si lavano da soli"
"davvero? Credevo il contrario, hai appena infranto le mie più grandi convinzioni." scherzo ironicamente avvicinandomi.
I muscoli delle sue spalle si stendono sotto il tessuto della maglietta chiara che sta indossando.
"Non eri un perfetto tuttofare tu?" lo stuzzico dandogli un colpetto sul braccio mentre mi appoggio al lavandino accanto a lui.
Gira lo sguardo torvo e gli angoli della sua bocca si ripiegano verso l'alto, mi lascio scappare una risatina mentre concentrato fa scorrere il sapone sui piatti, le mani ricoperte di schiuma scavano veloci sulle pentole. Harry ha un modo strano di osservare le cose, lui si limita a rigirarti un gesto quasi impercettibile, come in questo caso, un semplice sorriso annunciato e poi nient'altro ma è così tremendamente bravo a farmi tremare il cuore ogni singolo istante.
L'acqua saltella fuori dal lavello quando Harry compie un movimento poco aggraziato nei confronti di un bicchiere.
"che combini.." gli tolgo le mani dal lavandino e lo scosto prendendo il suo posto.
"se continui a questa velocità sarai costretto a lavare piatti per il resto della tua vita" inizio a strofinare delicatamente la spugna sugli oggetti buttati a caso nel lavello.
Sento un borbottio proveniente da Harry che prende uno strofinaccio e si toglie il sapone dalle mani asciugandole prima di ributtarlo sul mobile.
Mi concentro a rigirare le mani sulle stoviglie sporche mentre lui prende il posto accanto a me che poco fa era mio.
"non puoi prendere in considerazione di adottare una lavastoviglie, vero?" lo rimprovero girando un piatto verso il basso e appoggiandolo sulla pila bagnata accanto a me.
"potrei, ma non sono bravo in queste cose"
"potresti imparare"
"potresti insegnarmelo" una forchetta mi cade di mano quando Harry affonda le dita sui miei fianchi e mi fa voltare verso di se.
Un po' del sapone sulle mie mani cade sul pavimento e una piccola pozza d'acqua cresce sotto i nostri piedi.
"scusami" balbetto per il parquet bagnato ma ad Harry non sembra pesare più di tanto.
"è solo un po' d'acqua, Allison" sorride, protendendo il viso verso di me.
"pensavo avessimo superato la parte del nome intero"
"Allie" sussurra, correggendosi e facendo scontrare la propria fronte con la mia.
Le sue dita si intrecciano prontamente alle mie, ancora bagnate.
L'altezza di Harry mi sovrasta ogni volta.
Sbatte le ciglia più volte, poi mi sistema gentilmente un ciuffo dietro l'orecchio. Le dita lunghe paiono tremare mentre incidono piccoli cerchi sulla mia pelle, scendendo sulle clavicole, facendomi rabbrividire ad ogni contorno.
"che stai facendo?" la voce mi trema, appiattita e schiacciata da lui.
"ti sto soltanto guardando" sussurra piano.
Devo dischiudere gli occhi per un momento, per capire se mi trovo nella realtà o in un orribile terra di mezzo, io ed Harry siamo costantemente in una terra di mezzo.
Abbasso lo sguardo, interdetta dalle sue parole.
Se colpirà di nuovo in profondità come ha già fatto, a questo punto non credo di poter essere capace di sopportarlo.
"non lo vedi?" le sue dita rialzano il mio mento.
Non rispondo, solo faccio si che l'essenza di tutto ciò che Harry è capace di stimolare dentro di me, mi venga iniettata completamente.
Da far male, da poter sentire il fuoco bramare al centro esatto del mio cuore.
"hai una luce negli occhi così letteralmente inconcepibile per me" le parole rotolano fuori dalle sue labbra umide in un tepore immensamente inaspettato.
"è meglio la luce che l'oscurità" sussurro, movendo la mano dentro la sua.
"sono d'accordo, ma uscirne è complicato"
"uscire da cosa?" mi acciglio. Lo sguardo di Harry sembra deciso a restar sigillato ma riesco a percepire preoccupazione attraverso la sua espressione rigida.
"niente" corre velocemente ad una via di fuga, ma sono stanca.
"smettila di trovare mille modi per non affrontare l'argomento" mi irrito, lui mi irrita e lascio le sue mani facendo alcuni passi indietro.
Harry sembra frustato mentre dischiude più volte le labbra, intendo a trovare le giuste parole.
"lascia perdere, okay?" scatta, ma tenendo ancora sottocontrollo il suo temperamento. La cosa non varrà più tra un paio di minuti.
"è solo un pretesto Harry! fai sempre così.
Credi che le persone siano disposte a stare ai tuoi giochetti malsani ma non funziona, non con me." lo puntiglio nervosamente.
La sensazione di poco fa viene immediatamente sostituita dai sensi di colpa per aver accettato di venire qui.
"tu non sai di cosa cazzo stai parlando, sai qual è il tuo problema? È che salti sempre alle conclusioni, senza nessuna logica!" sventola le mani davanti a se e io mi ritraggo di più, i suoi occhi cercano di incastrarsi nei miei ma non glielo permetto, e solo disposto a farmi del male e sono stanca.
"non salto sempre alle conclusioni! Ma tu mi incasini in tutti i modi in cui ti è possibile" alzo la voce, contro di lui, che è appoggiato al frigorifero di fronte a me.
Un cipiglio profondo si è impadronito della sua espressione e la cosa mi da ancora più da fare.
"allora vattene, così non dovrò più complicarti la vita!" urla, sotto un velo che maschera la sua voce da un tremolio a delle urla.
Lo guardo concitatamente, ora posso sentire un peso sul petto irremovibile e fa così male..
Sento il cuore martellare forte e brutalmente quando Harry fa precipitare lo sguardo via da me, chinando la testa verso il basso.
"devo andarmene?" vorrei sembrare più audace ma le poche forze che mi sono rimaste me lo impediscono.
"devi fare quel cazzo che ti pare" scatta. Corruga le sopracciglia in una smorfia mentre stringe i pugni lungo le gambe.
"stai facendo tutto da solo, lo sai questo vero? Se non permetti a nessuno di aiutarti non ne uscirai più, Harry." dico, calma cercando vanamente di riallacciare un contatto visivo con lui.
Si stringe nelle spalle, l'aria indifferente che sta assumendo mi manda letteralmente giù di testa.
Sospiro, cercando di non crollare ancora davanti a lui e arranco alcuni passi attraverso la cucina, per uscire da questo bellissimo inferno in cui mi sono prontamente barricata, o forse è stato lui a farlo, eravamo di tacito accordo, io però non ero consapevole delle conseguenze.
Passo accanto ad Harry, fermandomi per alcuni istanti pregando faccia qualcosa che mi blocchi dall'andarmene ma non arriva niente, neanche un sospiro quindi decido di uscire prima che faccia letteralmente a brandelli il mio cuore.
Attraverso il salotto e apro velocemente la porta uscendo sul portico, l'aria fresca ma ugualmente fredda mi ticchetta sul corpo.
Mi guardo intorno, nonostante si veda ancora discretamente bene i lampioni si sono già accesi lungo la strada. Un senso di vuoto mi avvolge mentre scendo gli scalini che si connettono al vialetto.
Tiro su col naso, stanca e afflitta.
L'incendio che mi si stava innescando dentro poco fa, si spegne in un piccolo barlume alimentato soltanto dalla piccola speranza che si rovescia ancora dentro di me.
Harry mi regala un respiro quando temo di averne persi due, mi inietta piacere e la cosa mi fa così disastrosamente bene.
Vorrei poter vivere in una dimensione in cui la nostra indiscutibile diversità non sia fonte d'allontanamento ma è proprio questo invece.
Ogni volta che mi sembra di poterlo sfiorare anche solo con la punta delle dita, mi scivola sotto gli occhi di nuovo. Lasciandomi senza niente, con un inguaribile bisogno di avere qualcosa, qualsiasi cosa. Qualcosa di bello e luminoso che mi rinfreschi come una doccia ghiacciata dopo una giornata asfissiante.
Harry è una così grande contrapposizione, mi sento la testa piena e pesante mentre cerco di scacciarne i problemi che sembrano divertirsi a moltiplicarsi ogni volta.
"puoi venire a prendermi?" chiedo a Liam cercando di mascherare la mia voce attraverso la cornetta del telefono.
"cos'è successo?" è chiaramente preoccupato.
"sto bene, davvero. Ho solo bisogno di un passaggio"
"dove sei?"
" sai il supermarket vicino al negozio d'erboristeria lungo la strada per uscire dalla città?" gli chiedo, guardandomi intorno e cercando di ricordare la strada per arrivarci.
L'ho visto un paio di volte mentre venivo qui.
"si" Liam risponde velocemente.
"ti aspetto li"
Attacco prima che possa chiedere altro, lasciando che una lacrima mi scenda lungo la guancia.SPAZIO AUTRICE
Salve a tutte fanciulle! Allora, volevo approfittarne per ringraziarvi di cuore per gli ormai 8mila lettori! E i tantissimi voti che ogni giorno ricevo!❤️ siete totalmente fenomenali, davvero!
Spero davvero che questo capitolo possa piacervi! Fatemi sapere cosa ne pensate giù nei commenti :) grazie infinite a tutte!!
Buona domenica :)
E buon compleanno al nostro HARRY ❤️

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SUDDENLY
FanfictionAllison Dowson ha 18 anni e le idee ben chiare, frequentare il college non è mai stata un'alternativa e non vede l'ora di lasciarsi tutto alle spalle e rincominciare. ma i suoi piani verranno presto intralciati quando un ragazzo rude e arrabbiato si...