CAPITOLO 19

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HARRY’S POV

“ cos’è successo?” chiede.

“ credo di aver bevuto un po’…” mi gratto il retro del collo mentre la guardo incerto. Sono ancora arrabbiato con lei ma davvero, era l’unico posto in cui potevo immaginare di andare . “ che intuizione” alza gli occhi al cielo ed è evidentemente scocciata. “perché sei qui?” dice sedendosi sul divano di fronte a me. “ non lo so” forse è perché effettivamente tra un paio d’ore non mi ricorderò neanche di questa conversazione, ma non lo so davvero.

“ sai cosa? Credo sia stata una cattiva idea venire qui” mi costringe a guardarla ma il suo sguardo non è attento su di me come avrei sperato. “ non potevo guidare”.

“ e come sei venuto qui? A piedi?” alza un sopracciglio e la voce ticchetta impertinente. “ in macchina ma..”

“ ma niente, sei qui solo per farmi un torto” mi interrompe velocemente e porta le braccia ad incrociarsi sul petto. Mi fa male la testa. “ Allie, sono ubriaco, cazzo” sbotto. “lo vedo” si sta chiaramente divertendo e questa cosa inizia ad irritarmi. Stringo i pugni e il petto mi si contorce duramente mentre sento l’alcol ribollirmi nello stomaco. “vaffanculo” sputo.

“ smettila di parlarmi così!” gli occhi divagano velocemente fino a scontrarsi coi miei, se non avessi la vista annebbiata potrei dire di intravedere un filo di lucidità trasparire da essi. “ sei una stronza” mi difendo egoisticamente e si tira il labbro fra i denti. “ cosa ti ho fatto? Voglio saperlo! Da quando ti ho conosciuto non fai altro che trattarmi male” le parole corrono velocemente fuori dalla sua bocca e tira su col naso passandosi una mano di striscio sulla guancia. Ha evitato di guardarmi e non so se desidero più urlarle contro o starmene zitto. La prima pare più attendibile. “non ti ho trattato male, sei tu che sei fottutamente ostinata” faccio un passo verso di lei ma indietreggia. Aggrotto velocemente le sopracciglia e la fulmino con lo sguardo mentre le lacrime minacciano di scenderle dagli occhi da un momento all’altro.

“ dio Harry, cosa c’è di sbagliato in te?!” muove le mani in aria e la voce pare più esasperata di quanto non sia mai stata. “ cosa c’è di sbagliato in te!” alzo la voce. “ smettila di rigirare ogni cosa a tuo favore!” mi riprende e cerca di sovrastare il mio tono. “non sto rigirando niente a mio favore, cazzo.” Mi difendo ma sotto sotto so che ha ragione, anche se non lo ammetterò mai. È più facile così. “ non puoi urlarmi addosso per qualcosa di cui io non ho colpa” scatta. “se vai in giro ad ubriacarti non è un mio problema” finisce la frase enfatizzando ogni parola prima che io abbia l’occasione di replicare. “ nulla di me ti riguarda” la incido con lo sguardo, sottolineando che non solo questo non è un suo problema. I suoi occhi blu guizzano nei miei e noto un tepore lancinante sui suoi zigomi, sto per chiederle scusa ma non lo faccio. “allora perché sei venuto qui?!” il tono di sfida e inarca fastidiosamente le sopracciglia. “ non so a cosa cazzo stessi pensando” rispondo.

“ allora vattene” la voce rimane stabile e sono certo stia per scoppiare. China il capo e ardo dal desiderio che mi riguardi ma lo faccio schiacciare dall’irrefrenabile rabbia che nutro per lei in questo momento.  “credi che cacciarmi sia la cosa migliore?”.

“si” la voce ferma, e non aggiunge altro. Mi avvicino a lei velocemente e ora credo sia più l’alcol a parlare per me. Le afferro gli avambracci e la costringo a guardarmi. “ perché ti comporti così?” la strattono un po’ e le lacrime scendono, merda.

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