ALLIE'S POV
"ho praticamente svuotato la dispensa quella volta" rido appoggiandomi alla spalla nuda di Harry.
"ora posso capire la tua incontenibilità" vedo il suo sorriso nel buio "anche la mia, di dispensa è stata svuotata"
Le sue mani calde risalgono delicate alla mia mascella, accarezzandone il profilo, scorrendo lente sulla pelle..
Da due ore ormai sto raccontando ad Harry della mia infanzia, gli ho raccontato di quando sono caduta in canoa al campo estivo a sei anni e quando alle elementari un bambino mi rubava sempre le matite colorate..
Gli detto di quella volta in cui mi sono arrampicata su un albero e cadendo mi sono sbucciata tutte le ginocchia, di quando all'età di tredici anni, all'esame di terza media, sono letteralmente corsa in bagno a vomitare prima di dover entrare.
Ho cercato di parlare di me il più possibile, partendo dalla mia infanzia fino ad arrivare al rapporto travagliato con mia madre, del divorzio e la scomparsa di mio padre, di come tornava a casa ubriaco e, alle volte, si sfogava su mia madre... mi ha ascoltato in silenzio mentre raccontavo di come mi sono sentita, quella mattina in cui scendendo a fare colazione non l'ho trovato in cucina, e al suo posto, c'era una donna rigida,distante, barricata in se stessa, portatrice di enormi cicatrici..
"da quel giorno non solo non ho più visto mio padre, ma ho perso anche mia madre" gli ho detto "è come se li avessi persi entrambi"
Lui, accarezzandomi le spalle, ha ripetuto la stessa frase che mi aveva detto una volta "un uomo che picchia sua moglie non è una brava persona" ed ha ragione, solo vorrei che non fosse così.
E adesso, mentre lui inizia a parlarmi di se, non posso far altro che guardarlo.. guardarlo solo come si guardano le cose belle.
Lui lo è, ha solo qualche ammaccatura in più..
"non che la mia vita sia stata molto emozionante in realtà" fa spallucce abbassando lo sguardo verso di me, il suo braccio intorno alle mie spalle, il mio intorno alla sua vita.
"all'età di un anno sono finito all'asilo di Holmes Chapel e da lì i miei giorni sono stati tutti in salita" non posso evitare di ridere mentre lo guardo "sai com'è, latte e biscotti ogni giorno tutti i giorni, cosa si dovrebbe volere di più dalla vita?"
Non posso impedirmi di immaginare un piccolo Harry, capelli ricci e grandi occhi verdi alle prese con le merende pomeridiane all'asilo nido. Sento il cuore riempirsi per lui.
"poi ho frequentato le elementari, e anche quelle sono state uno spasso.. avevo un paio di amici con cui ogni giorno dopo scuola mi incontravo e passavamo le nostre giornate a far finta di essere supereroi o famosissimi difensori della giustizia, sai cosa intendo no?" alza un sopracciglio insieme ad un angolo della bocca e io rido appoggiando la testa al suo petto.
"poi, beh.." da un leggero colpo di tosse "poi è successo quello che è successo e.."
"puoi dirlo Harry" sussurro
Lui mi guarda per un istante, il suo sguardo pieno del mio e sento per la prima volta qualcosa che non avevo mai sentito prima, complicità.
"è morta mia sorella" dice "e mio padre se n'è andato"
Un attimo di silenzio segue le sue parole ma non un silenzio imbarazzante o testo o pieno di aspettative, no, solo silenzio.
"col passare degli anni, le cose sono andate sempre peggio.. a scuola andavo male e mia madre non riusciva più a reggere tutte le spese quindi doveva lavorare giorno e notte.. per un paio di mesi ha fatto perfino due lavori e io passavo le mie giornate da solo"
Posso sentire quanto il suo battito sia accelerato sotto la mia mano e la sua pelle è più calda di prima
"in un certo senso sono felice che ci fosse Robin, sai, lui e mia madre erano amici da una vita e lui c'era anche prima dell'incidente, prima che lo stronzo se ne andasse.."
"è tuo padre, Harry"
"no, non è mio padre. Un uomo che abbandona la sua famiglia non è un padre,o un marito"
Non posso che sentirmi triste per lui, per il pensiero di un bimbo abbandonato a se stesso.. senza la sorella e con il peso di averne la colpa sulle spalle, senza un padre e in un certo senso anche senza la madre..
Ora, mentre lo ascolto parlare, tutto quello che ho pensato su di lui da quando lo conosco, sembra così inutile.. ogni cosa sembra così lontana adesso.. ricordo la prima volta che l'ho visto, proprio qui, in questa piccola stanza e il modo in cui mi ha fatto sentire intimidita e sottomessa. Mentre adesso non provo niente di tutto ciò, ora l'unica cosa che vedo mentre lo guardo è Harry. un uomo con un trascorso difficile, un uomo che si porta un peso enorme sulle spalle, un uomo rotto, ferito. Vedo questo, e lo capisco.
"quindi diciamo che Robin si è preso cura di mia madre, e in un certo senso anche di me. in realtà, si è occupato di noi più di quanto abbia mai fatto lui." La sua voce si tende e sento le sue dita stringermi leggermente la spalla
"hai tutto il diritto di essere arrabbiato Harry" dico
Sento il suo sguardo su di me e lo guardo, i capelli ormai troppo lunghi gli ricadono a piccoli boccoli sulla fronte e ha le labbra piene, rosse, posso dirlo anche se siamo al buio.
"io lo odio" lo sento dire e per un attimo ho un piccolo sussulto al cuore.
"lo posso capire" dico, accarezzandogli piano il petto
"mi ha rovinato la vita"
"pensa, però, a come sarebbe andata se fosse rimasto.. forse, forse capiva quanto fosse pericoloso per voi e ha deciso di andarsene"
"no, Allie" dice lui "non se n'è soltanto andato, lui è scappato. E ha lasciato la sua famiglia da sola, in banca rotta, con il peso di una perdita sulle spalle.." la sua voce è tesa "a volte..." respira "mi chiedo se sappia davvero che Gemma è morta."
"Harry" dico sorpresa
"è la verità. Me lo chiedo da anni, se quel giorno era troppo ubriaco per rendersene conto? Dal momento che non è venuto nemmeno in ospedale, o al funerale, niente. Mi chiedo se quel cazzone sappia di aver perso una figlia o se per dieci anni abbia soltanto fatto avanti e indietro dal divano al bar sotto casa"
In un attimo, sento tutta la rabbia accumulata dentro di lui esplodere.
"e io non lo perdonerò mai, cazzo no. Per colpa sua non riesco più a guardare negli occhi mia madre, non torno a casa da più di quattro anni e ho visto lei e Robin quante? Tre volte?
Per colpa sua ho perso tutto, mia sorella, mia madre, ho perso me stesso, ma sono felice di aver perso lui"
Respira pesantemente "ho iniziato quella fottuta cosa delle truffe soltanto perché volevo sentirmi parte di qualcosa per una volta. Non avevo una casa, una famiglia e desideravo solo sentirmi accettato"
"sei sempre stato accettato, Harry.. tua madre non ti ha abbandonato, doveva lavorare per sfamarti, per assicurarti un posto in cui vivere" dico
"lei mi ha abbandonato esattamente come hanno fatto tutti." Dice "un tetto sulla testa e dei soldi non fanno una madre" le sue parole sono secche, dure ma per una volta sento che si sta liberando.
"Austin e Scott mi hanno dato una famiglia, o almeno così credevo fino a qualche anno fa." Continua "passavo più tempo con loro che a casa, trascorrevamo le nostre giornate ad andare in giro e infastidire qualche sfigato per strada, le notti nei bar. E mi stava bene, io volevo sentirmi nel modo in cui mi sentivo.
Libero, ma allo stesso tempo non volevo perdonare me stesso. Non volevo che nessuno mi perdonasse. Ero solo io, con il mio peso da portare."
"non avresti dovuto farlo.." mormoro, un po' sconcertata dalle tue parole "se tu non avessi reagito in quel modo, magari le cose sarebbero andate diversamente. Se non avessi fatto il martire, potresti avere ancora una famiglia"
"era Gemma la mia famiglia, ma non c'è più da molto tempo ormai"
"puoi riavere la tua famiglia, Harry.. sono più che certa che tua madre sente la tua mancanza ogni giorno"
"non sente la mia mancanza. Le ho causato soltanto problemi" dice, la voce piatta.
"è tua madre, e tu sei suo figlio.. puoi dirmi qualunque cosa, ma non che non sente la tua mancanza"
Mi alzo su un gomito, facendo scivolare la sua mano via dalla mia spalla e girandomi di più verso di lui.
"è lei la tua famiglia, Harry.." dico, sottovoce, quasi come se qualcuno potesse sentirmi ed io voglio mantenere un segreto..
"no, Allie ti sbagli" dice lui "non è casa mia quella, non è la mia famiglia quella. Provengo da li, si, ma non per questo ci appartengo"
"sei tu a decidere a cosa appartenere" dico, scostandogli un ciuffo da davanti alla fronte "non posso dirti che fai bene a rifiutare tua madre, ma posso dirti che ti capisco, e che hai tutto il diritto di essere arrabbiato"
Le sue mani si aprono grandi sulle mie guance e mi ci appoggio piano, sentendo la morbidezza delle sue dita accarezzarmi delicatamente gli zigomi.
"io appartengo a te, Allie" sussurra "tutto il resto non conta"
Il mio cuore fa una gigantesca capriola nel petto e poi inizia a battere forte, quasi come se colpito con forza.
"sei tu la mia casa" sento il suo respiro sulle labbra e in un attimo mi prende tra le braccia, portandomi sul materasso con lui.SPAZIO AUTRICE❤️
Ecco il capitolo! Spero infinitamente vi piaccia😊 e grazie di cuore per i 35K!!! Non posso davvero crederci! Grazie!

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SUDDENLY
FanficAllison Dowson ha 18 anni e le idee ben chiare, frequentare il college non è mai stata un'alternativa e non vede l'ora di lasciarsi tutto alle spalle e rincominciare. ma i suoi piani verranno presto intralciati quando un ragazzo rude e arrabbiato si...