CAPITOLO 35

1.8K 77 2
                                    

ALLIE'S POV
Dopo le prime portate a base di pesce, sono pronta per affrontare il dolce senza il rischio di vomitare.
Amo ufficialmente la cucina di Karen.
Karen ci raggiunge fornita di un vassoio contenente piccole ciotole, quando mi viene allungata la mia, il mio stomaco gorgoglia entusiasta alla vista di una fetta di torta alla frutta.
Affondo immediatamente la forchetta nella crosta croccante ed è oro per il mio palato quando la infilo in bocca.
"occhio a non mangiarti anche il piatto" mi prende in giro Liam mentre fa rotolare sul suo piatto un chicco d'uva che a quanto posso capire non gradisce affatto.
"la finisci?"gli chiedo non prestandogli attenzione.
"no, prendi" Liam mi allunga la sua fetta di torta mangiata per un quarto e la spazzolo via in meno di un secondo cercando di prestare attenzione a non sembrare troppo ingorda, ma non ho incontrato cibo per l'intera giornata e la cucina di Karen è così deliziosa e non riesco a resisterle.
Niall e Liam ridacchiano mentre mi preoccupo di raccogliere le briciole sparse sul piatto col dente della forchetta.
"è il caso che dica a mia madre di mettertene un po' da parte?" Liam è divertito. Si porta alla bocca un bicchierino di vino e mi fa venire voglia di fare lo stesso.
So che probabilmente non dovrei perché non riesco a gestire l'alcol ma ho davvero voglia di bere.
Ed Harry non è qui per impedirmelo.
Harry.
Che cosa stupida, lui probabilmente è il meno indicato per dirmi come gestire o non gestire questo genere di cose. Mentre ingurgito altro vino, mi convinco di quanto questa situazione tra noi due sia infantile, ma anche quanto in realtà mi abbia fatto male ciò che è successo ieri.
È passato solamente un giorno, eppure mi sembra un eternità. Dovrei abituarmi a questa continua oscillazione, Harry ha un così cattivo temperamento ed io sono troppo emotiva per gestirlo.
Le bollicine dolci mi schizzano sulla lingua lasciando libero sfogo ai miei pensieri annebbiati ed ironici sul fatto che se Harry fosse davvero qui, mi trascinerebbe fuori da questa stanza e inizierebbe ad urlare.
Ma Harry non è qui.
Non so perché ma la cosa mi fa ridere, forse è colpa del vino.
Immagino come si gratterebbe il retro del collo e dilaterebbe le pupille mentre mi scaglia addosso offese fredde e crude. Mi accuserebbe sicuramente delle cose più assurde e tirando in ballo il fatto che sono ubriaca, quasi ubriaca, mi rinfaccerebbe ogni cosa con ogni minimo appunto. Lo fa sempre, è ciò che gli riesce meglio ferirmi.
Ridacchio mentre il bicchiere mi sfiora di nuovo le labbra immaginando cosa direbbe Harry se provassi a rispondergli, probabilmente lo farei. Quando mi sono ubriacata alla festa l'ho fatto, l'alcol mi aiuta in un certo senso, riesco ad affrontarlo.
"Allie, Liam ci ha detto che hai una media eccellente in tutte le discipline" Karen attira la mia attenzione e quella di tutti i presenti che come piccoli robot ruotano la testa verso di me.
Devo far sgombrare i miei pensieri il prima possibile. Appoggio il bicchiere e tiro un colpetto di tosse, sono abbastanza sobria per mantenere una conversazione sana.
"a parte ginnastica" sorrido e Karen mi segue, così come Ben e gli ospiti.
"come mai hai deciso di frequentare questo college?" mi chiede Ben, gli occhi marroni come quelli del figlio mi scrutano interessato.
"sono sempre stati i piani" ammetto, in effetti non mi sono mai posta il problema. È sempre stato così.
"è una scuola eccellente, Liam ha dibattuto molto se restare o trasferirsi in America" mi informa sua madre, ignara del fatto che lo sapessi già ma non voglio dover essere io a scoppiare la bolla d'orgoglio per suo figlio che finisce gli studi in un college di tale importanza come l'università di Prinston o Stanford.
"in effetti, non so cosa lo abbia spinto a restare" sorrido lanciando un occhiata a Liam di fronte a me.
"è un mammone ecco cosa" Ben prende la parola sbandierando ai quattro venti il carattere sensibile di suo figlio, affogo una risatina per non torcere troppo contro Liam che ora come ora è rosso come i pomodori dell'orto di sua madre.
"avrei qualcosa da obiettare" Liam alza un dito verso i suoi genitori ed io rido seguita da Niall e da due donne sedute accanto a Ben dall'altra parte del tavolo.
"oh, tesoro aiutami a sparecchiare" sua madre lo richiama e lui sospira arreso.
Guardo Karen e mi alzo velocemente offrendomi di aiutare almeno per portare i piatti in cucina, dal momento che sono stata maleducata a sufficienza per non aver dato una mano prima.
Seguo Karen e appoggio la pila di piatti sporchi nel lavello permettendole di aprire il lavandino e iniziare a strofinare la spugnetta sui piatti.
Mi viene in mente Harry, e dannatamente mi immagino accanto a lui a ricordargli come non si devono lavare i piatti e lui che alza gli occhi al cielo rifilandomi un occhiataccia mentre quasi inizia una guerra con le pentole.
Il pensiero mi fa ridere, ma mi sembra così lontano anche se effettivamente è passato solo un giorno.
Vorrei semplicemente spogliarmi da tutti questi problemi e poter affrontare una normale vita da collegiale senza che un ragazzo incasinato che la incasini ancora di più.
"sai, ho amato il momento in cui Liam mi ha detto di aver conosciuto una ragazza alle lezioni" la voce dolce di Karen mi fa quasi sussultare e mi muovo a disagio sullo sgabello in legno sul quale sono seduta. Sicuro come la morte, sono felice non abbia sentito cosa stessi pensando.
"è un ragazzo fantastico" le rispondo, allungando lo sguardo verso la porta ma non sembra arrivare nessuno.
"è sempre stato così timido, sono così felice di vederti qui stasera" Karen mi elogia in modo strano rigirando una forchetta nello strofinaccio per asciugarla, le labbra le si stendono in una linea rilassata permettendo al suo sguardo di intenerirsi mentre continua a guardarmi.
"ed io sono felice che Liam mi abbia invitata, se non fosse stato per lui probabilmente non sarei sopravvissuta alla prima settimana di college" rido e lei si unisce a me.
"la cena era fantastica, dovrai insegnarmi a cucinare l'aragosta in quel modo" elogio Karen mentre mi passa i piatti asciutti e lavati da posizionare sulla mensola sopra il lavello.
"è una vecchia ricetta di famiglia, ma sarò onorata di insegnartela" mi sorride e mi sento profondamente a mio agio con questa donna.
"credi che ti andrebbe di tornare?, ogni tanto intendo"Karen si pizzica le punte delle dita con uno strofinaccio mentre cerca di scacciare il sapone.
"certo, ne sarei felicissima.
Ho visto l'orto sul retro, avete fatto davvero uno splendido lavoro" le dico, ampliando smisuratamente il sorriso infantile sulle mie labbra.
"diciamo che Ben si è limitato a coordinare i lavori" imita le virgolette con le dita ridendo di suo marito.
"tipico"
"da quando vivete qui?" le chiedo, studio il suo sguardo interdetta quando il sorriso sulle sue labbra sparisce.
Abbassa lo sguardo, sembra avvilita e mi sento tremendamente in colpa anche se non so cosa abbia fatto di così sbagliato.
"mi.. mi dispiace, io.. ho fatto qualcosa di sbagliato?" balbetto allungando le mani verso Karen, si limita a scuotere la testa.
"va tutto bene cara, solo alcuni brutti e vecchi ricordi" sussurra. Ha gli occhi più lucidi di poco fa, contornati di un rosso che sembra andare sempre di più ad aumentare.. le gote arrossate e le labbra tese in una linea dura.
"io, scusami.. non.." mormoro, indecisa e spaesata dal mio passo falso così inaspettatamente procuratore di crisi.
"non scusarti, non è di certo colpa tua" mi sorride fievolmente annaspando un respiro che trema non appena scivola fuori dalle sue labbra gonfie e tremanti.
Noto come il mento è contratto, avvertendo come un allarme ciò che sta per succedere.
Oddio, no.
"si invece, non avrei dovuto impicciarmi così in questioni che non mi riguardano" torturo le mie unghie fino a quando non posso vedere un leggero accenno di rosso sotto la pelle.
"mi hai solo fatto una semplice ed innocua domanda, probabilmente sono io ad essere troppo emotiva ed attaccata alle cose vecchie" sfrega le mani sui miei avambracci ed io la guardo confusa mentre il suo sguardo rimano assopito.
"posso fare qualcosa?"
"oh, no. Non c'è nulla da fare.. è una storia che andrebbe semplicemente archiviata" un sospiro le scappa dalla bocca ed io mi sento così tremendamente in pena per lei.
Preme i palmi sugli zigomi facendo ritirare le poche lacrime cadute sulle sue guance ed io la guardo indenne cercando di capire se è meglio far qualcosa o semplicemente restare zitta.
Liam entra in cucina e mi sento oltremodo sollevata quando mi prende per mano davanti a sua madre.
"io, credo di aver ferito i suoi sentimenti" lo guardo e sussurro cercando di non farmi sentire da Karen che è tornata al suo lavoro sul lavello.
"cosa avresti fatto di così tremendo?" non sembra troppo in pensiero per sua madre in lacrime, forse perché è arrivato tardi. Inizio a torturare la mia mente nei modi più subdoli e disastrosi per una persona mezza ubriaca.
"le ho chiesto da quando vivete qui" dico a Liam mentre mi tira fuori dalla cucina lasciandoci alle spalle la donna bionda e sensibile.
Lo vedo irrigidirsi alle mie parole e mantiene lo sguardo serio e costante sul parquet di legno lucido mentre raggiungiamo un punto della stanza non gremito di gente.
"mia madre è una donna alquanto malinconica" torna presente insieme alle sue parole ma non mi rivolge lo sguardo caldo e compiaciuto che di solito mi aiuta a non pensar troppo. Liam sembra assorto in un qualcosa di sconosciuto alla mia mente.
"qualcosa non va?" mi acciglio tirandogli la camicia sul polso. Ora gli occhi marroni si incontrano coi miei e ci frugo dentro sperando di andare abbastanza in profondità per capire, ma non funziona perché abbassa lo sguardo di nuovo sviando ogni mio tentativo di interagire con lui.
"Liam?" lo richiamo.
"va tutto bene Allie, Mia madre è molto attaccata alle cose vecchie" accenna un sorriso mentre dopo avermi guardata indirizza lo sguardo alla porta finestra che da sul giardino.
"ma l'ho fatta piangere! È tutta colpa mia.. non avrei dovuto chiederle da quando vivete qui, probabilmente mi sarei dovuta fermare all'aragosta" cinguetto portandomi le dita a sfregare le tempie.
Liam scuote la testa e le labbra carnose si rimpiegano peccaminosamente verso l'alto, un sussulto di sollievo porta via un po' del mio rammarico ma non riesco a capire.
"si, il piano dell'aragosta sarebbe sicuramente stato quello migliore" gira la testa e mi guarda.
"ce l'avrà con me per sempre?" il panico nella mia voce lo fa sorridere, riuscendo in un certo senso a calmare il mio stato d'ansia.
"non ce l'avrà con te per sempre, non ce l'ha con te neanche ora se è per questo. Smettila di preoccuparti" mi rassicura.
"va bene" sussurro, cercando di pensarlo davvero.

SUDDENLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora