CAPITOLO 28

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ALLIE'S POV

Imprigiono i miei pensieri evitando che scappino dalla parte sbagliata ed Harry sembra troppo irritabile.
ho davvero paura di fare il passo falso.
"cosa pensi?" mi chiede. Alzo lo sguardo per intrecciarlo al suo ma lo distoglie.
"Non lo so" chino il capo lasciando andare il tremolio e le sensazioni di poco fa.
Anzi, qualcosa mi sta turbando emotivamente dai precedenti due minuti e sta sgusciando nella mia testa ampliando il senso di preoccupazione ed ansia.
"perché mi hai baciata?" dico piano e concentrandomi su di lui per capire la sua prossima reazione, stringo leggermente i pugni per paura di uno scatto ma non succede quando riprende parola "non lo so" la voce lenta sembra spezzarsi.
Che sta succedendo?
Non so se sentirmi offesa per il fatto che questo bacio non ha significato per lui quello che ha significato per me, o andare da lui e rassicurarlo.
Ho ancora un po' di rispetto per me stessa però, non voglio che si prenda gioco di me a suo gusto e piacimento.
"vuoi dire che lo hai fatto e basta? Cioè, senza ragione?" non posso credere di averglielo chiesto. Le parole fanno più male del solito, sono ustionanti e salate mentre escono dalle mie labbra ancora insaporite di lui.
"non ho detto questo"
"allora non sei bravo ad esprimere i concetti" lo squadro e non capisco in cosa siamo caduti.
"l'ho semplicemente fatto, forse ne avevo voglia, forse è stata la prima cosa che mi è passata per la mente quando hai detto che sono la tua debolezza" butta tutto fuori ma il timbro di voce non si alza come spesso succede, rimane inflessibile e i suoi occhi osservano un punto a caso sul pavimento. Non può essere serio.
"stai dicendo che non ti importa, vero?" mi trema la voce e lo nota perché mi lancia un occhiatina cupa.
Non ho la forza di alzarmi da questo tavolo e andarmene, non ho la forza nemmeno per starmene qui e litigare con lui, non ho la forza di fare niente se non subire le frecciatine che so, arriveranno a momenti.
"e anche se mi importasse? Cosa cambierebbe, Allison?" la voce graffia in profondità e un sussulto rimbomba nel mio petto alla consapevolezza che nulla sarebbe diverso.
Forse dovrei semplicemente alzare i tacchi e andarmene, scoppiare questa stupida bolla fra noi due ed evitarlo.
Il problema è che ci ho già provato e più ci provavo, più Harry tirava il filo per riattaccarmi. Sta diventando soffocante il modo in cui non riesco a scrollarlo dalla mia mente, è tossico. Ed io sono altamente intossicata.
"appunto" da voce al mio silenzio e mi innervosisco, non riesco a comprenderlo e non capisco perché mi sento così in dovere di farlo.
"Non puoi baciarmi e poi far come se non sia mai successo" scatto.
"dovresti farlo anche tu" mi inchioda con lo sguardo ed è quasi lucido.
"non posso"
"te l'ho già sentito dire tante volte" compie un passo incerto verso di me e se non fossi immobilizzata su questo dannatissimo tavolo, sarei già indietreggiata.
"devi smetterla" dico, gelida.
"di far cosa?"
"questo, tutto, qualsiasi cosa..
È tutto il caos che mi scateni dentro.." muovo le mani in aria fra noi e sono esasperata mentre mi guarda confuso. Lascio che un respiro veloce mi scappi dalle labbra e un tepore intenso si sta impadronendo delle mie guance.
"il problema è che è più forte di me" dice, piano, che quasi devo sporgermi per sentirlo.
"in tal caso, dovresti prendere dei provvedimenti" lo fulminò con lo sguardo.
"perché sei così acida?" aggrotta le sopracciglia.
"sei tu a rendermi così"
Si lecca le labbra e attorciglia le dita insieme portando lo sguardo in basso e poi di nuovo a me, sta bruciando.
Mi sento corrosa dentro e la tristezza mi invade anche se non dovrebbe, solo pensando al fatto di averlo baciato in quel modo...
"non voglio renderti così" sussurra e un tocco caldo mi accarezza lo zigomo.
Ho passato una vita a vaccinarmi, a diventare forte.
Poi è arrivato lui e con due parole mi ha fatto tremare le ginocchia.
Ogni cosa è una contrapposizione, Harry stesso è una contrapposizione e non riesco a stargli dietro.
Io non ho mai odiato nessuno come odio lui in questo momento,
e non ho mai amato nessuno come sento di amare lui in quest'istante.
Mi sento come se legata e stritolata da braccia potenti e pericolose, mi sento imprigionata in un qualcosa di cattivo e dal quale non riesco a fuggire ma che mi attira allo stesso momento.
Harry è esattamente questo, è capace di prendersi gioco di me prima, e un minuto dopo è innocentemente dolce.
Ha il coraggio di urlarmi contro, di arrabbiarsi, mettersi in delle risse, essere scortese e rude, di fare il maleducato e poi di coccolarmi durante la notte, dirmi cose dolci, essere scherzoso e baciarmi.
Ed è proprio perché è capace di tutto ciò, che lo ritengo ciò che di più spregevole esista al mondo.
"però lo fai, e nemmeno io voglio essere così" poggio le mani sulle mie cosce, sfregandole irritata mentre lo guardo.
"dovresti starmi lontana" affievolisce le parole e la voce roca pare quasi un sussurro.
"ci ho provato"
"provaci ancora" più facile a dirsi che a farsi, Harry.
"sai qual è il problema, Harry?
È che tu fai in modo che la mia mente si offuschi così da potermi mettere in testa qualsiasi cosa. Sei arrogante e scontroso con me, ma per un motivo che non riesco a capire ti ostini a tornare, e la cosa mi sta letteralmente mandando giù di testa" prendo fiato e continuo " neanche ti accorgi di quanto mi stai facendo del male, anzi la cosa peggiore è che sono convinta neppure te ne rendi conto, te ne freghi e mi fai male, davvero"enfatizzo ogni parola, poi respiro e guardo fugacemente verso di lui, intendo a mordicchiarsi l'interno guancia.
Cosa mi aspettavo? Che lasciasse da parte l'orgoglio e si scusasse?
Probabilmente mi aspetto sempre troppo dagli altri, e devo imparare a non farlo, soprattutto se si tratta di Harry.
Devo seriamente imparare a non pensare, dovrei almeno provare ad impormelo, perché con lui rende tutto ancora più complicato.
"lasciami perdere, Allie. Io sono lo stronzo bastardo che hai conosciuto un mese fa e la cosa non cambierà" risponde, serio. Lasciando che la sua espressione risulti illeggibile.
"perché non provi a metterti nei miei panni?" esplodo.
"cosa cazzo vuoi sentirti dire? Che mi dispiace? Devo chiederti scusa per essere come sono? Beh, non accadrà" la voce gli si alza e il rumore delle pale di metallo provenienti dalle lavatrici viene placato.
"dovresti renderti conto che non puoi trattare le persone in questo modo"
"ci risiamo? Avanti, inizia a farmi la paternale su come devo o non devo comportarmi" stringe la mascella ed eccolo, ora lo riconosco.
Il ragazzo che mi ha baciato poco fa, è stato sostituito da un mostro dalla stessa pericolosa bellezza.
"continuerai a trattarmi in questo modo, vero?" dico ormai arresa alle sue prepotenze.
"è più facile così"
È ovviamente ovvio, vuole farsi odiare più di quanto non ci sia già riuscito.
"se per te più facile vuol dire farsi odiare dalle persone, allora congratulazioni Harry!" sbatto le mani due volte davanti a lui, in modo tagliente prima di continuare "ci stai riuscendo alla perfezione" lo fulmino con lo sguardo ed il suo sembra appiattito ed arreso sotto le mie parole, allora perché non fa niente per farmele rimangiare?. Sarei disposta a ricacciarmele in gola fino a vomitare se solo fosse lui a chiedermelo.
Fa un cenno col capo e si stringe nelle spalle senza obbiettare oltre, qui chi sta andando oltre sono io, per colpa sua, di nuovo.
Scendo velocemente dal tavolo e lo urto mentre vado dall'altro lato della stanza per raccogliere il cesto, butto dentro i vestiti bagnati frettolosamente poi mi alzo e lo supero sbuffando.
Quando raggiungo la porta, mi fermo un istante e mi volto verso di lui.
Sta fissando la punta delle sue scarpe e un rimasuglio di sensi di colpa si fa strada dentro di me mentre un respiro roco e poco rassicurante esce dalle sue labbra.
Quando distolgo lo sguardo, mi sento affondare e lascio la stanza, prima che possa cambiare idea e tornare da lui.
Non sono abbastanza veloce ad allontanarmi, però che sento il rumore di qualcosa schiantarsi duramente sulla parete.
I lamenti di dolore che vanno a seguirlo, riportano la mia mente alla sera prima e sto sperando vanamente non si tratti del suo pugno, anche se so di sbagliarmi.
Torno nella mia stanza e crollo sul letto, pensando a lui e che
Incontralo, è stato come buttare sale sulle mie ferite aperte.
HARRY'S POV
Lascia la stanza in silenzio e le sue parole echeggiano aggressive nella mia mente.
"sai qual è il problema, Harry?
È che tu fai in modo che la mia mente si offuschi così da potermi mettere in testa qualsiasi cosa. Sei arrogante e scontroso con me, ma per un motivo che non riesco a capire ti ostini a tornare, e la cosa mi sta letteralmente mandando giù di testa." La piccola pausa che ha fatto mi ha permesso di rendermi conto che lo strascico non era ancora arrivato, e i suoi occhietti vispi corsero immediatamente a me mentre respirava frustata.
"neanche ti accorgi di quanto mi stai facendo del male, anzi la cosa peggiore è che sono convinta neppure te ne rendi conto, te ne freghi e mi fai male, davvero"
queste sono probabilmente le peggiori, è proprio perché non voglio più farle del male che devo tenerla lontana da me.
So di averla ferita dicendole che quel bacio non ha significato nulla, ma era l'unica cosa che mi restava da fare perché sapevo quanto l'avrebbe rotta. Sapevo quanto stesse trattenendo le lacrime, ormai ho capito che succede quando diventa rossa in viso o le trema la voce.
Cazzo, sono un fottuto disastro ecco cosa sono.
Non appena se ne va, porto lo sguardo alla parete giallognola di fronte a me, e non ci penso due volte..
Mi alzo e scaglio un pugno al muro, un dolore inconciliabile mi assale e mi schiaccia lasciandomi ferito dalle mie stesse mani quando le nocche tornano a sanguinare.
Porca puttana, bruciano ma riescono a distogliermi dall'idea di averla ferita.
Mi lascio scappare un gemito per il dolore ma cerco di sovrastarlo e puntualmente arriva un secondo pugno, e un altro, e un altro ancora per almeno tre volte.
so che dovrei fermarmi ma la cosa sembra avere un effetto più rigenerativo ora come ora.
Mi costringo a respirare e quando lo faccio, il petto mi trema e leccandomi le labbra colgo il suo sapore. Quel cazzo di profumo che mi sta riducendo a brandelli il cuore e porca puttana, non lo sento nemmeno più battere.
Correrà sicuramente da Liam, o si piangerà addosso nella sua camera convincendosi ancora di più di che fottuto bastardo sono.
Sono fatto di casini, è una cosa che non riesco a controllare. Accolgo i problemi e li accompagno fottutamente per mano, perché non può essere più facile di così?
Ma che dico, le cose facili non esistono, o per lo meno non sanno della mia esistenza.
Questa ragazza mi sta rovinando la vita, la sta squarciando e io probabilmente lo sto facendo a lei. Solo che la ragione non riesce a sovrastare gli istinti e non posso evitarmi di non cercarla, anche solo per farla arrabbiare ma cazzo quanto la desidero e la odio simultaneamente.
Sono probabilmente la persona più incasinata e complicata del mondo, posso rendermi conto quanto per lei sia difficile starmi dietro ma non voglio comunque pensare che mi odi davvero, non può odiarmi.
L'ho appena baciata.
L'hai appena baciata e poi ti sei rimangiato tutto. Aggiunge il mio subconscio e stringo i capelli in dei pugni, forte, tanto da volermeli strappare.
Espiro ed ispiro camminando velocemente avanti e indietro in questa fottuta lavanderia del cazzo dove mi sono appena comportato da fottuto idiota del cazzo.
Il rumore delle pale sta solo ampliando il mio mal di testa e martellano forte e stressantemente mentre cerco di raccogliere i tremolii concitati provenienti dal mio petto.
Se la seguissi, probabilmente mi manderebbe fuori a calci, se non lo faccio però credo potrei rischiare un esaurimento nervoso.
Che cazzo ho nella testa?
Devo andarmene da qui, andar via e sistemare le cose.
Esco dalla stanza e mi dirigo spedito nel parcheggio senza guardarmi alle spalle mentre percorrevo ad una velocità pericolosa i corridoi della scuola.
Non mi sono fermato neanche dopo aver avuto la tentazione di correre su per le scale e andare da lei, non posso.
Metto in moto l'auto e ruoto velocemente il volante uscendo e mettendomi sulla strada.
Non credo avrà la faccia tosta di parlare di questo con qualcuno, probabilmente si vergognerebbe per dire in giro di esserci baciati, okay cazzo mi fa infuriare ancora di più il fatto che ne sarebbe sul serio vergognata ma è la verità e sto solo sperando non compi la sciocchezza di uscire da quella dannatissima stanza e andare da Zayn.
Potrebbe farlo, lo so. Ma da tale egoista che sono, spero solo che resti dove si trova senza aprir bocca con nessuno.
Fermo l'auto e sono davanti ad una strada sterrata, un edificio grigio e dal portone in metallo è in piedi davanti a me.
Scendo e sbatto violentemente la portiera, respirando freneticamente nell'aria gelida.
Mi sento formicolare le mani e l'asfalto smosso sotto i miei piedi fa roteare le pietruzze calciate dai miei stivali mentre raggiungo l'entrata. Spingo la porta e un cigolio fastidioso intorpidisce il silenzio padrone dell'enorme corridoio rivelatomi.
Odio venire qui, ogni volta è peggio dell'altra.
I miei passi ormai esperti mi portano in fondo alla stanza e abbasso la maniglia scura e gelida della porta in legno di fronte al mio naso, apro e un odore di fumo mi fa tossire.
Mi acciglio e tiro un colpo di tosse roco, attirando l'attenzione di tutti i presenti.
"Harry" una voce maschile e maledettamente per me, troppo famigliare, mi fa voltare verso un tavolino alla mia sinistra.
Non mi ci vuole tanto per riconoscere l'oratore e sento l'adrenalina scoppiarmi nelle vene.
"Scott" gli faccio un cenno e sono quasi certo di intravedere un ghigno sul suo volto, attraverso tutta questa intossicazione.
L'odore di vodka e whiskey mi scatena la più inebriante delle voglie.
Arranco alcuni passi verso di loro e faccio strisciare una sedia all'indietro sedendomi e inchiodando con lo sguardo il ragazzo moro di fronte a me.
"lo hai fatto?" mi chiede mentre versa del liquore in un bicchiere e me lo allunga facendolo sgorgare sul tavolo.
Guardo cupo i suoi gesti poi affondo le dita intorno al bicchierino di vetro avvicinandomelo. "si" dico gelido, poi mi affogo nel piacere della vodka e un piacevole vibrare all'interno del mio corpo, mi fa capire che passerà parecchio tempo prima di uscire da questo posto, e quando lo farò, sarò talmente ubriaco da non riuscire neanche più a camminare.
"te lo avevo detto, è meglio per tutti" dice Scott guardandomi torvo.
"chiudi quella cazzo di bocca"abbaio e verso di nuovo il liquido per poterne usufruire a mio svantaggio e piacere.
"avanti, non vorrai dirmi che ti interessa davvero di quella ragazza?" mi spinge da una spalla.
"lei non deve centrare con questa storia, siamo intesi? Io ho rispettato la mia parte dei patti" stringo il bicchierino che tengo in mano e sento che potrei ridurlo in minuscole briciole di vetro da un momento all'altro. "se non farà la ficcanaso, non le accadrà niente" apre disgustosamente la bocca per farsi scivolare in gola un bicchiere intero di whiskey.
"avevi detto che le saresti stato lontano se solo.. se.." prendo fiato prima di pronunciare le parole taglienti per la mia anima già spezzata da tempo "se solo l'avessi allontanata da me" abbasso lo sguardo di colpo, desiderando di non vedere quello spezzato di Allie nel momento in cui le ho praticamente fatto capire che non me ne frega un cazzo di lei, ma anche quando li socchiudo, vedo quel blu ghiaccio rompersi dentro di me.
"so quello che ho detto, Harry. Tu assicurati solo che questa cosa non esca da qui" mi risponde rude e il mio cuore pare bruciare in mille frammenti, prima di trasformarsi in polvere.
"cosa accadrebbe se lo venisse a sapere?"
"sai benissimo cosa accadrebbe"i muscoli del suo viso si irrigidiscono e butto giù un altro bicchiere.
"voglio dire, io non centro un cazzo in questa storia" mi strozzo nelle mie stesse parole.
"non più" finisco.
"centri eccome, invece. E ora che hai avuto la sfacciatissima idea di lei, sei in questione quanto noi" ringhia.
"questo non significa nulla" l'aroma frizzante di ciliegia che mi pizzica la lingua mi ricorda il suo bacio.
"senti, non me ne frega un cazzo di quello che credi possa centrare o no. Tu tieni la bocca chiusa e questa storia sarà archiviata prima che tu te ne possa rendere conto" probabilmente ho preso da lui per il fatto di mettersi nei guai e non preoccuparsi delle conseguenze.
Conosco Scott da un paio d'anni, ne avevo diciassette quando ci siamo conosciuti. Lui mi ha fatto il mio primo tatuaggio, ho conosciuto la scarica d'adrenalina che si prova nel mettersi in una rissa.
Mi ha mostrato il mondo dell'alcol ed ero così ingenuo quando accettai di fare delle "commissioni" a suo nome, ricordo che lavorai per lui in un certo periodo della mia vita.
Si approfittava di me, ma ora che sono cresciuto e lui è rimasto una sottospecie di uomo non sviluppato, credo mi temi almeno la metà di quanto non lo temessi io quando ero un ragazzino.
"d'accordo" mi limito a dire, in tacito accordo con lui e affogo le mie frustrazioni in altri drink, Fino a quando non sento finalmente che la coscienza e i sensi mi stanno abbandonando.

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