CAPITOLO 42

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ALLIE'S POV
Sono passati tre giorni dall'ultima volta che ho visto Harry e la settimana è quasi finita senza che me ne rendessi conto.
Non riesco a saziare i miei pensieri e il mio stato d'angoscia nei confronti di Harry.
Mi manca, ho passato ore a fissare il cellulare come una sciocca il primo giorno sperando che chiamasse o scrivesse anche solo un semplice messaggio, ho aspettato tutta sera dopo che me ne sono andata dal parcheggio ma niente.
Non posso credere che sapesse tutto e che dando vita alla sua enorme forma d'egoismo aveva davvero pianificato di farmi restare tutto il giorno da sola, probabilmente è questo che fa Harry, mi manipola i piani e poi fa finta di niente. Sono sicura che avrebbe potuto andar avanti all'infinito mantenendo il segreto del suo piccolo sabotaggio ma d'altronde, i segreti sono come di famiglia per lui.
Non ho toccato cibo per tutto il giorno, anche nei precedenti giorni ho mangiato rispettivamente davvero poco ma è come se mi si fosse completamente chiuso lo stomaco.
Non riesco a dar pace ai miei pensieri su Harry, a tutto quello che è successo nell'ultima settimana.. eravamo partiti alla grande, per lo meno abbiamo passato un giorno e mezzo senza litigare però deve sempre sgusciare fuori qualcosa proprio quando penso di poter metter a tacere i miei pregiudizi su Harry e il suo essere così manipolatore.
Entro in doccia dopo aver sgranocchiato malvolentieri dei cracker e aver mandato un rapido messaggio a mia madre. L'acqua calda riesce in un certo modo a rilassare i muscoli tesi delle mie spalle e della schiena, è come se il mio corpo fosse un enorme groviglio di nodi.
Il sapone scorre lento lungo la mia pelle calda ma i miei tormenti non si accumulano per scendere nel tubo di scolo come l'acqua e il sapone, non riesco a dar pace alla mia mente in subbuglio e l'unica cosa che raggiungo, dopo minuti di strazianti angosce, è quella di andare io da lui.
So che non dovrei, so che in questo modo penserà che l'ho perdonato e che non è sbagliato ciò che ha fatto ma ho davvero un inguaribile bisogno di vederlo.
Non voglio che creda di poter fare così con me ed andare li sarebbe un passo avanti per provare a conversare con Harry senza che uno dei due scoppi.
Dopo aver spento l'acqua e essermi avvolta in un accappatoio, i miei pensieri sono ancora in fermento e so che probabilmente sto facendo più del male a me stessa ma la piccola e nuova fonte di masochismo che è in me mi spinge a non guardarmi indietro, so che se vado da lui probabilmente finirò per piangermi addosso per altri tre giorni ma se non ci vado, la piccola fonte di speranza che ancora sento non verrà saziata e per l'ennesima volta, decido di pensare di essermi sbagliata su di lui.
Non voglio correre alle conclusioni, forse avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo e anche se di buone motivazioni non riesco a vederle, ho bisogno di parlare con Harry prima che questa storia mi schiacci completamente.

Posso riconoscere la lunga via circondata da lampioni ormai già accessi da un ora mentre L'autobus si ferma all'inizio della strada.
Scendo velocemente cercando di non inciampare sugli scalini d'acciaio, supero un signore barbuto e con la puzza sotto il naso mentre arranco i primi passi sul marciapiede, non posso non mandargli un occhiataccia.. la puzza di fumo è terribilmente troppo riconoscibile.
Mi guardo in torno e dopo una perlustrazione accurata della via, posso riconoscere la grande casa bianca circa dieci metri lontana da me.
Sento una fitta allo stomaco mentre mi avvicino, non sarei dovuta venire.. non so a cosa stessi pensando quando ho davvero deciso di dar retta ai miei pensieri condizionati totalmente da Harry.
I miei piedi si muovono lenti ed insicuri sul vialetto in pietra e la mia mente accelera in una moltitudine di piccoli ricordi, le sensazioni che provo con Harry non sono paragonabili a nient'altro e non mi è possibile portar un limite a tutto ciò che mi fa sentire ogni volta. Pensieri di noi due nel suo letto mi tornano alla mente e un brivido mi percorre la schiena mentre l'immagine precisa delle sue mani sul mio corpo si traccia tra i miei pensieri.
Quando le mie nocche picchiettano contro il legno duro della porta d'ingresso, vorrei darmela a gambe e sprofondare totalmente nella vergogna.
Perché non apre? Non sarei mai dovuta venire, mai mai e mai e più i secondi passano più me ne convinco.
Non posso davvero credere a quanto sono patetica, do altri colpetti alla porta ma niente.
Allungo lo sguardo verso la finestra a lato ma le tende ne ricoprono la visuale, il mio cuore affoga mentre indietreggio e scendo gli scalini del portico.
Arranco i primi passi sul viale quando il rumore di una maniglia abbassarsi mi fa scattare velocemente, quando mi volto Harry è in piedi sulla porta, lo sguardo confuso, tenebroso e tracciato da un indiscutibile macchia di sonno perso.
Le occhiaie minacciose sono scavate sotto gli occhi e sento un brivido percorrermi tutta la schiena quando noto dei segni leggermente sfumati di rosso sulle sue nocche, non voglio immaginare a com'erano quando se li è procurati, la sofferenza che sento nei suoi confronti si agita in me non appena lo vedo guardarmi storto.
"Allie?" Harry si gratta il retro del collo ed io sono priva di parole adesso, tutto ciò che mi ero preservata nel dirgli mi è scappato via in un nano secondo.
"ciao" dico veloce.
"che.. che ci fai qui?" la voce di Harry è stranamente attenta, i suoi occhi stanchi continuano a guardarmi totalmente nocivamente per me.
"io, ecco.. volevo parlarti" balbetto, non è stata una buona idea, ora ne sono convinta.
"di cosa?"
"se è un brutto momento possiamo farlo un'altra volta" non voglio sembrare più disperata di quanto non sono già e non voglio che Harry trovi un altro presupposto per prendermi in giro.
"non è un brutto momento" mi dice, la voce bassa.
Non posso non notare l'espressione stanca ed assopita del suo viso, qualcosa mi porta a pensare che non deve aver passato tre giorni bellissimi e la cosa mi manda al panico dal momento che il concetto di bellissimo non esiste nel dizionario di Harry ed inizio ad avere sul serio paura di cosa abbia potuto fare.
"sicuro? Cioè, io.. non so, non sarei neanche dovuta venire, scusami" annaspo le prime parole interdette che riesco a formulare e mi affretto a girare le spalle ad Harry e a dissolvermi da questa situazione imbarazzante.
"Allie" mi richiama. Quando mi volto, Harry è sceso dal portico ed è in piedi a pochi passi da me.
La bellezza folgorante da far star male è qualcosa che non riesco a comprendere mentre studio gli occhi rossi e la pelle macchiata di sudore.
"non andartene" continua.
Harry allunga lentamente una mano verso di me, senza smettere di guardarmi, come se adesso mi stesse davvero chiedendo il permesso di farlo.
Mi abbandonerei a lui ogni volta che vuole, ogni secondo in cui non è troppo occupato a farsi vedere per chi non è, mi lascerei trasportare da Harry ogni minuto di ogni ora che passerei con lui se solo entrambi non fossimo troppo precoci gli uni con gli altri.
Harry aggancia le dita introno al mio polso e mi tira a se, la sua altezza è sovrastante quando gli sono abbastanza vicina per scrutare dentro i suoi occhi illeggibili.
"sono felice di vederti" mi dice e sento una scossa propendersi piano sotto la mia pelle.
"sono venuta per parlare di tutto quello che è successo" resto rigida.
"possiamo entrare almeno?" fa un mezzo sorrisetto e devo concentrarmi per non fargli notare la mia euforia nell'essere qui.
Da un lato, sono felice di vederlo, dall'altro non riesco a capire cosa sia successo e perché sia ridotto in questo stato.. che non abbia dormito è evidente, ma perché?
Oggi dovrà ascoltarmi e dovrà rispondere alle mie domande, non riesco più a circolare intorno a questa massa di segreti e cose non dette.
HARRY'S POV
Seguo Allie in silenzio mentre sale i piccoli gradini del mio portico.
non so perché è qui, non so davvero perché mai dovrebbe essere qui, ma ne sono felice.
Studio l'espressione di Allie quando si volta appoggiando una mano sul bracciolo scuro del mio divano, non riesco a capirla.
È totalmente incazzata, posso dirlo e i suoi occhi sono letteralmente cupi e freddi.
Non mi piace quest'Allie gelida, voglio l'Allie che mi sussurra che anche io merito qualcuno che mi ami.
"non mi è piaciuto quello che hai fatto l'altro giorno" rompe il silenzio.
È fottutamente ovvio che non ti è piaciuto, ti ho praticamente quasi sabotato la giornata solo perché sono uno stronzo schifosamente patetico.
Rimango zitto mentre le sue unghie sfilano alcuni fili marroni della stoffa del divano, se non fosse che è lei le avrei già urlato addosso di non rovinare i miei mobili.
Allie è nella ragionevole fase dell'incazzamento precoce e l'irritazione facile quindi non ho la più pallida idea di cosa dovrei dire adesso.
"vorrei solo capire perché lo hai fatto" fa una pausa prendendo un piccolo respiro " se mi avessi detto che avresti voluto passare la giornata con me, ne sarei stata più che semplicemente felice"
Davvero?.
Amo pensare che sarebbe stata felice di passare una giornata con me ma non riesco a trovare le parole giuste per scusarmi.
"puoi almeno darmi segno che questa cosa ti interessi anche solo minimamente?!" scatta, è irritata, lo so.
E so anche che se parlo adesso, rischierò di mandare tutto a puttane un'altra volta.
"non so cosa dire"
"lo sapevo.." Allie ruota gli occhi fastidiosamente verso l'alto ma sono felice di vederla superare la porta della mia cucina e non quella d'ingresso.
Aspetto alcuni secondi prima di seguirla, quando entro è seduta su uno sgabello dietro il tavolo lucido di marmo e mi ci vuole tutta la mia più buona volontà per restare zitto.
"senti, dimmelo.. dimmi che non ti interessa nulla di me e scomparirò per sempre" le sue parole escono fredde e salate come l'oceano invernale e sbatto concitatamente le palpebre cercando di smaltire il più velocemente possibile la sbornia di ieri sera, avrei dovuto capire che "è l'ultimo, giuro" detto da Louis non ha la più fottuta valenza.
"almeno risparmiami tutto questo" respira, gli occhi blu di Allie si chiudono tristemente raggruppando la propria attenzione sulle sue unghie, mi sento più stronzo di quanto non mi sentissi già per averle fatto tutto questo.
I miei piedi strisciano lenti sul parquet e raggiro il tavolo per raggiungerla.
Allie è così sensibile ed è straziante non sapere come comportarsi. Generalmente le uniche donne con cui ho avuto un rapporto sono arrivate all'orgasmo precoce ed a un pompino, Allie invece è diversa.
Lei se la prende se le cose non vanno bene, è triste in questo momento e pensare che sia per colpa mia mi svuota e riempie di continuo, non voglio essere egoista ma se sta così per me, allora un minimo dovrò importarle.
"come ci siamo ridotti così? Pensavo che avessimo superato la fase in cui non ci parliamo per giorni ed io piango" squittisce tirando su col naso.
Non...
troppo tardi, una lacrima le riga lentamente la guancia arrossata, devo distogliere per un attimo lo sguardo se non voglio dare di matto.
"è davvero così sbagliato?" so che mi sta guardando ma non voglio dover vederla distruggersi per me.
"si" le dico.
"perché?" posso sentirle l'arresa nella sua voce rotta.
"perché io non sono giusto per te"
Perché tu sei tutto ed io sono fottutamente niente, perché se anche solo ti permettessi per un secondo di entrarmi dentro, so che non riuscirei più a farti uscire.
Perché non voglio farti del male ecco perché.
"non dico che tu sia giusto per me, ma non dico neanche che tu sia sbagliato.. è così frustante, Harry. ogni giorno mi torturo pensando a cosa fare con te" quasi fottutamente singhiozza e stringo i pugni ampliando il bruciore della mia pelle spaccata. Non posso sopportarlo.
"stai sprecando il tuo tempo"
"lo sto facendo?" Allie si raddrizza sullo sgabello e mi costringo a guardarla, gli occhi rossi sono letteralmente lucidi mentre si passa la lingua sulle labbra umide.
"si"
"perché non mi permetti di conoscerti meglio?" sussurra mentre la sua mano morbida mi accarezza il viso, guardo intensamente la donna il lacrime davanti a me, la guardo sperando che non scompaia , sperando anche solo per un secondo che i miei tormenti non si intromettano.
Voglio Allie con tutte le fottute e spaccate fibre del mio corpo tossico ogni giorno di più.
Alcol e passione sono sparse senza sosta all'interno di me, dentro il disastro senza speranze che sono e che divento ogni giorno, sono sparpagliate in me e con esse anche la consapevolezza che non darò mai a questa donna ciò che si merita.
La mia mente ruota in circolo, veloce e poi di nuovo lenta, proprio come fa Allie ogni volta.
Mi manda in tilt ogni fottuto minuto, ricordarla nel mio letto è letteralmente nocivo ed è veloce, vederla piangere adesso è straziante ed è lento.
"vuoi davvero tuffarti in un mare talmente profondo?" la guardo e la sua espressione cambia, assumendo lo stato di paura ed ansia che stavo pateticamente sperando non assumesse. Non lei.
"non credo sia così profondo" si riprende dopo un minuto. questa donna non mi stupisce mai abbastanza, non posso ancora concepire il fatto che sia davvero qui, dopo tutto, a chiedermi di riprovarci.
Riprovare nella mia vita ha sempre portato a più prese per il culo che buone conseguenze, ma più la guardo e più voglio poter credere che lei sia la più grande conseguenza. Non mi era mai successo che qualcuno mostrasse un vero interesse nei miei confronti, lei lo ha fatto.. Allie mi vuole almeno la metà di quanto spudoratamente la voglio io?.
"cosa vorresti dire?" le chiedo, so quanto il mio essere così chiuso possa mandarla ancora di più in ebollizione ma è l'unico metodo che conosco.
"che non so perché ma non voglio che tu esca dalla mia vita"
Non lo vuole? Davvero? Non posso reprimere il piccolo sollievo che sento alle sue parole.
"neanche io lo voglio" inietto i miei occhi scuri nei suoi, posso vedere l'agitazione trasparire sul suo viso confuso.
Quando tira un respiro, faccio un passo veloce verso di lei seduta sullo sgabello e infilo il mio corpo fra le sue gambe.
"mi dispiace per l'altro giorno" finalmente, riesco a scusarmi con lei e mi guarda imprimendo il suo sguardo nel mio.
Non posso ancora spiegarmi cosa mi faccia Allie, ma sono così sollevato di vederla qui, con me, e con nessun altro. La sola idea di quel Gabe o come cazzo si chiama mi manda in ebollizione il cervello..
"non voglio che le cose funzionino così per noi" ora sembra più calma, ma avendo oramai capito com'è fatta, credo che se non starò attento la calma durerà poco.
"sei andata via l'altro giorno..." dico tra i denti.
"tu stavi sfacciatamente sostenendo di volere che io sia tua" Allie inarca un sopracciglio ma noto dal tono della sua voce che qualcosa le è appena passato per la mente.
"tu non vuoi essere mia?"
Allie mi guarda, probabilmente confusa, probabilmente ancora arrabbiata e un profondo cipiglio prende vita sulla sua fronte.
"non lo so" sussurra.
"come?"
"non è corretto che tu ritenga che una persona può essere tua" si impunta.
Voglio che tu lo sia.
"non voglio che tu sia di nessun altro" dico severamente mentre sento i conati di vomito salire all'idea di qualsiasi altro uomo con lei. Il solo pensiero di altre mani sul suo corpo morbido mi fa traballare la testa, lei non può essere di qualcuno.. se non mia, la pateticità nella mia mente mi fa rendere conto di quanto sono ridicolo ma non potrei sopportare di vederla con un altro uomo.
"però tua si, non è vero?" mi sta infastidendo.
"si"
"non può funzionare così, Harry, ci deve essere una giusta parità"
Parità o non parità non la voglio con nessuno.
L'aria si è appesantita di nuovo, sono stanco di starmene qui ad ascoltare patetici discorsi su cosa è giusto o sbagliato, sono fottutamente totalmente stanco e post sbornia quindi non ho la più minima intenzione di mantenere questa conversazione con Allie adesso.
Esco dalla cucina e salgo veloce le scale entrando nella mia stanza.
Mi lascio cadere sul letto portandomi le braccia sugli occhi, sento il cuore pulsarmi in testa ed è una sensazione terribile.
Due minuti dopo, la piccola maniglia argentata viene abbassata ed Allie entra con un bicchiere d'acqua in mano.
Mi appoggio sui gomiti guardandola storta, se ha intenzione di parlare ancora di questa storia allora farebbe meglio ad andarsene.
"se vuoi parlare di nuovo della parità o cazzate varie, faresti meglio ad andare" sbotto girandomi di lato e dandole le spalle. la sento tirare un sospiro e chiudo gli occhi cercando di non scoppiare.
"dovresti bere" sussurra dolcemente.
Quando mi volto di nuovo, Allie è timidamente seduta sul fondo del letto e il bicchiere è appoggiato al comodino di fianco a me.
Prendo il bicchiere guardandola girarsi piano un ciuffo scuro tra le dita, L'acqua mi scende in gola rinfrescando la mia bocca secca e disidratata.
Cammino in ginocchio sul materasso verso di lei dopo aver rimesso a posto il bicchiere.
Ha le guance arrossate e calde quando gliele accarezzo piano, Allie mi guarda calma e vulnerabile mentre le scosto i capelli dietro le spalle. "grazie per l'acqua" le dico.
"ho solo pensato ti avrebbe fatto bene" sussurra.
Ecco, lo sapevo, è ancora più triste ed e solo fottutamente colpa mia.
"lo ha fatto"
Lei mi guarda ma fa retrocedere velocemente lo sguardo sul pavimento. Avanti Allie, cazzo.
"posso chiederti una cosa?" mormora.
"che cazzo Allie.." sbuffo, non ho voglia di dover rispondere ad una delle sue mille ed ininterrotte domande.
"solo una" mi guarda.
Annuisco in disaccordo aspettando che parli. "cos'hai fatto alle mani?" era ovvio.
"ho preso a pugni un muro"
"tu cosa?" sbarra gli occhi sgomenta.
"il giorno in cui te ne sei andata al campus"
"perché lo avresti fatto?" chiede confusa.
Perché te n'eri andata ed io non sono niente se non ci sei.
"avevo probabilmente bevuto troppo"
"hai bevuto?"
"si"
Allie tira un sospiro ed è delusa, posso dirlo. "anche ieri?" mi guarda attenta.
"l'ho fatto tutte le sere" ammetto, ricordando la sensazione di bruciore all'interno del mio corpo e Brittany sbronza in reggiseno, in realtà lei era d'accordo quando Austin ha proposto uno spogliarello, ho guardato solo per il gusto di farlo, il corpo di Brit non è neanche lontanamente attraente come quello di Allie.
"oh"
Oh? Cosa vorrebbe dire?
La guardo e noto il suo labbro tremare, non di nuovo cazzo.. ti prego.
"che succede?" le chiedo.
"niente.."
"Allie.." l'avverto.
Lei scuote la testa ma è ovvio che c'è qualcosa e se non me lo dice con le buone glielo farò sputare fuori con le cattive.
"non mi piace vederti ubriaco.." sussurra.
"perché? Non che tu mi abbia mai visto davvero ubriaco, comunque.." alza lo sguardo velocemente guardandomi storta.
"quella volta in camera mia mi è bastato"
Non le rispondo, non sapendo cosa cazzo dire e scivolo indietro sul materasso. Ci vogliono due minuti prima che giri la testa e mi guardi.
"non dovresti prendertela coi muri tutte le volte" la sua voce è più calma e la cosa mi solleva, ma solo in parte perché continua a tornare sull'argomento. Non riesco a sopportare la sua testardaggine e la cosa mi sta davvero irritando ma la piccola scintilla di rabbia si dissolve quando i suoi occhi incontrano i miei, il bisogno di averla cresce in me quando finalmente le sue labbra si stendono leggermente.

SPAZIO AUTRICE
buona lettura dolcezze!❤️ spero vi piaccia, vi voglio bene!
Grazie di tutto!!! Siamo 11K ❤️

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