CAPITOLO 46

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HARRY'S POV
"attento a quello che fai" mi avverte Scott.
Ha fottutamente capito male questo bastardo.
"non voglio centrare più un cazzo con la tua merda" l'impulso di sbattergli la testa contro il muro crescere ad ogni riaccenno alla conversazione con Allie nella mia mente. Voglio spaccargli ogni fottuto centimetro della sua schifosa pelle.
"senti, stronzetto, hai bisogno di una rinnovatina al cervello o sei in grado di ricordarti da solo di chi è stata l'idea?" Scott mi spinge dalle spalle facendomi lasciare la presa salda attorno al colletto della sua maglietta. la pelle mi formicola, sento le mani pulsare, il senso di riluttanza nei confronti di quest'uomo sta scattando come un fottuto tachimetro.
"va bene, va bene.. ho come l'impressione che ci sia una considerevole dose di puttanate in tutto questo" scatto.
"vaffanculo alle tue dosi di puttanate, siamo entrambi sulla stessa barca. Non so se ti è chiaro" mi rinfaccia, cinico, mentre il bicchiere pieno di vodka si appoggia alla sua bocca impiastricciata e secca.
"cazzo!" urlo. il mio pugno entra in collisione con la parete fredda e logora. Il bruciore della mia pelle spaccata e il rosso pronunciato sulle nocche quando scaglio un secondo colpo.
"ora calmati e prendi qualcosa" Scott fa strisciare sul tavolo un bicchiere ma mi si deve prima aggrappare alle palle se davvero si aspetta che mi siederò con lui.
Sento il petto esplodere e il fischio fastidioso mi fa scoppiare la testa.
Perché farsi del male in questo modo? ha detto, perché ho intenzione di rompermi, di strapparmi, di togliere ogni singola parte di luce da me stesso proprio come ho fatto con mia sorella.
Ho bisogno, letteralmente schifosamente bisogno di respirare.
Allie.
"perché cazzo non capisci? Brutto bastardo" scoppio, trascino il mio corpo in delirio verso il tavolo in legno lucido e lo ribalto. Il rumore del collasso con il pavimento, impugno la sedia di Scott e le mie nocche spaccate si tirano fino a diventare bianche.
"datti una calmata, ragazzo. Parlo sul serio che merda ti sei fumato? Ti si è appena sballato il cervello?!"
non so cosa mi sia preso.
Ho una voglia incandescente di prendergli quel viso da bastardo e sbatterlo contro il muro.
"hai fottutamente tirato in ballo l'unica cosa bella della mia vita! Cazzo, dannazione cazzo! Possibile che sia tutto un disastro?!" urlo lasciando che l'insalivazione della mia bocca copra le mie labbra, lasciando che gli spasmi rilasciati dal mio petto accelerino spasmodicamente come la consapevolezza di aver distrutto l'unica ragione di sollievo nella mia vita.
L'ho messa in pericolo.
Proprio come mio padre ha fatto con mia madre e me ed io ho fatto con mia sorella.
Sono un mostro, sono un uomo che non è degno di essere tale.
Essere cattivo. Essere solo. Questa è la soluzione, distruggere e resistere.
"hai sentito quello che ti ho detto? Non succederà niente se non parlerai con lei di tutto ciò"
"se anche lo sapesse non farebbe differenza"
Scott stringe i pugni sopra le gambe, con tutta l'apparenza di meditare un assalto. Una particolare disposizione dei suoi muscoli facciali gli permette di esprimere al meglio il sentimento di odio che è ovvio, sta provando per me in questo momento.
"stai insinuando qualcosa?" stringe i denti sporchi, quasi come se cercasse vanamente di controllarsi.
"dico che tutto questo casino non sarebbe successo se non fossi un eccellente mago della truffa e dei lavori sporchi cosa in cui io, non voglio più centrare" cerco di esprimere il mio senso di riluttanza nei confronti dei suoi giochini malati al meglio.
"glielo hai detto non è vero?" Mi chiede Scott, la sua voce assopita e piatta mascherata dall'odore di vodka.
"dovresti parlare con Ruth"
"mia sorella ha di meglio da fare che ascoltare le tue suppliche, piccolo ipocrita, che cazzo c'è di così difficile nel "non dirle niente se no sono casini per tutti"? la sedia striscia e cade all'indietro quando lo schifoso alza il suo culo da li e viene verso di me.
I mie nervi e il mio cervello sono agitati in un modo spasmodico, tirati ed annodati, sono un accelerazione di sangue e adrenalina.
"la tua puttana è davvero così ingenua?"
Mi sta fottutamente prendendo in giro?
"non parlare di lei in questo modo" le mie dita sono veloci a tendersi verso il colletto unto della sua maglia e giuro che se la sua bocca non si serra ermeticamente nel giro di un secondo, gliela farò chiudere a suon di cazzotti.
"è ciò che è, o forse mi sbaglio? Un altro dei tuoi benefici notturni" ghigna, letteralmente fottutamente mi ghigna davanti alla faccia. Colpendo in pieno il mio risentimento. Se fosse stato davvero così, mi sarei limitato a godermi quel momento di passione e desiderio ma ho capito che Allie è diversa, perché dopo non volevo se ne andasse e il solo pensiero di saperla con qualcun altro oltre a me mi ritorce lo stomaco.
Allie è l'unica ragazza della quale mi sia mai davvero importato qualcosa e tutti continuano a vederla come una delle tante con cui sono stato a letto, lei non è così, lo sa che non è così. Credo, deve saperlo.. Solo che non so come dirglielo.
"chiudi la bocca"
Senza rendermene conto, sono indietreggiato e appoggiato con le spalle al muro freddo. Le mani premute sulle tempie.
"oh, andiamo. Non vorrai dirmi che la tua fama è stata appena buttata nel cesso. Sei così prevedibile, Harry" sbuffa una risata "dimmi, le sei già entrato nei pantaloni?" almeno io non mi masturbo per la mancanza di sesso, Penso ma decido di tenere la frase per me.
il mio corpo saetta verso di lui scagliandosi sul suo corpo muscoloso.
"vuoi davvero farmi credere che questo non è tutta una messinscena per poi andartene e lasciarla senza niente? Solo una notte di indimenticabile piacere, non è vero?"
Tappati la bocca. Chiudila cazzo.
Pensieri di Allie attraversano la mia mente, il modo in cui mi ha toccato, il mio nome fuoriuscente dalle sue labbra tremanti, il calore del suo corpo, la morbidezza della sua pelle, il modo in cui i suoi occhi mi supplicavano mentre spingevo dentro di lei.. vorrei non essermene andato da casa mia, adesso vorrei essere con lei a prenderla in giro su quale sua stupida ossessione e vedere l'arricciamento del suo naso alle mie pessime battute, lo sono ma è troppo gentile per dirmelo.
Posso percepire ancora il calore e la passione in atto fra noi giusto un ora fa, posso riaccendere il fuoco solo grazie alla sua voce rotta nella mia mente, le sue gambe aperte e il modo in cui mi baciava..
No, no, quello che sta dicendo non è vero, io non sono così.. non più, posso essere diverso per lei.
"pensa a come si sentirà quando verrà a scoprire che di lei non te ne importa nulla" il sorriso acido sul suo viso scherno.
"quando il tuo passato le sarà messo sotto gli occhi"
"smettila" quasi lo supplico cercando di scacciare la sua voce dalla mia testa.
Ma più continua a ripetere quelle parole, più mi arrendo all'idea di non essere nulla. Di essere un cazzo di ragazzo problematico e incastrato nel suo passato, sono una persona che non è in grado di provvedere a se stesso, figuriamoci agli altri.
Resterò eternamente sperduto e confuso, attorcigliato al mio gioco che distrugge, che brucia, irrequieto e stronzo con chiunque.
"dacci un taglio" Scott sorride, un sorriso compiaciuto che odio "sappiamo bene entrambi che questa non è la tua vera natura" conclude inghiottendo il resto del liquido del bicchiere.
Mi lascio cadere a peso morto su un rotto e logoro divano dall'altra parte della stanza, la puzza di fumo e ho quasi la sensazione di sentire delle schifose bustine di preservativi sotto di me, cerco di connettere la mia mente in delirio ed ancorarmi ad un punto fisso ma ora come ora, i miei fantasmi sono aggrovigliati dentro di me e mi odio letteralmente tanto per tutto il casino che faccio, ho fatto e farò per sempre.
ALLIE'S POV
È passata un ora da quando Harry se n'è andato e giuro che sto per dare di matto mentre faccio zapping tra i canali della televisione nel suo salotto, Georgia Welles non si decide a dire di si al bellissimo William e ho praticamente svuotato la dispensa più o meno fornita di Harry nel tentativo di tenermi occupata.
L'ansia mi sta consumando, ho pensato che sarebbe tornato indietro non appena è uscito ma venti minuti dopo la porta era chiusa proprio come quando aveva lasciato la stanza.
E se si fosse cacciato nei guai? Sta bene? È ferito? Il senso di panico mi divora mentre l'orologio brillante continua a battere i minuti sulla grande parete dietro di me.
Sono costantemente affogata nella mia preoccupazione quando si parla di Harry, non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che se davvero gli è accaduto qualcosa, non saprei come affrontarlo.
Sto quasi per chiudere gli occhi e cercare di far appesantire meno la mia testa quando il telefono squilla appoggiato sull'altro divano. Mi fiondo a rispondere sperando e morendo all'idea che possa essere Harry.
"ciao Allie" la voce di Zayn è gentile dall'altra parte della cornetta.
"ciao" la delusione nella mia voce per non sentire quella roca di Harry che mi dice che sta bene e che sta tornando. Ma sono ugualmente felice di sentire Zayn
"come stai?"
"bene, e tu? È da un po' che non ci sentiamo" ricordi della nostra chiacchierata alla caffetteria balenano nella mia mente.
"ti ho chiamato apposta per questo" la voce di Zayn sembra così timida dall'altra parte del telefono, posso immaginare il calore accogliente dei suoi occhi nocciola e il ripiegamento caldo delle sue labbra sottili.
"non ci siamo più rivisti e pensavo che potessimo farlo" continua.
L'idea mi riempie di gioia, vorrei davvero passare un bel pomeriggio con Zayn senza essere oppressa dalla preoccupazione per Harry, sbollire un po' la pesantezza dei problemi almeno per qualche ora.
"certo! quando?" sorrido senza neanche rendermene conto.
"pensavo che potrei portarti a cena domani o se non vuoi possiamo fare qualsiasi altra cosa"
"la cena va bene" lo fermo prima che l'imbarazzo evidente scoppi totalmente.
Lo sento ridere e mi riempie il cuore.
"ti passo a prendere alle otto allora , sempre che vada bene"
"si"
"sono felice che mi hai chiamata" ammetto anche se i pochi sensi di colpa nei confronti di Harry si fanno sentire, non faccio nulla di male ad uscire con Zayn, è un mio amico, nulla di più ma ho comunque la libertà di fare ciò che voglio.
"ed io di averlo fatto, sai ero quasi convinto che non avresti accettato"
"perché mai lo avresti pensato?" mi acciglio e mi alzo dal divano di Harry iniziando a camminare lentamente per il salone.
"ora che tu ed Harry.. voglio dire, non lo so, ma ora che voi due passate più tempo insieme.."
"io ed Harry non stiamo insieme" taglio corto e taglio il dolore al petto pronunciato e bollente. Ripeterlo a me stessa mi fa sempre sciogliere nel dispiacere, non so cosa ci sia tra noi ma non riesco a negarlo ed è frustante sapere che lui non è il tipo di persona che ha delle relazioni.
La storia della sua infanzia mi attorciglia lo stomaco e quasi mi viene da annullare tutto con Zayn e tornare nel piccolo cunicolo di Harry e dei suoi segreti ma ho ancora rispetto per me stessa e non voglio permettergli di boicottare anche una semplice uscita tra amici.
"no, no di certo.. ma credo che lui senta qualcosa per te ed io.." sussurra Zayn.
Prova qualcosa per me? Se prova davvero qualcosa per me perché allora non è qui? l'ansia per il non sapere dove si trova mi schiaccia.
"tranquillo, non c'è niente.." mormoro, la tristezza nella mia voce quando lo ammetto.
Vorrei poter essere certa che io ed Harry dopo la sua confessione siamo più legati, ho appena avuto il momento più eccitante e sensuale con lui di tutta la mia vita, ma non riesco a capire il suo comportamento e ora come ora, lo sento molto più lontano rispetto a qualche ora fa.
"stai bene?" mi chiede dolce.
"si"
"comunque, dove sei?"
"con Liam" scelgo di mentire, un po' anche per me stessa perché se Zayn dovesse in un qualche modo sapere dove si trova Harry e che è nei guai e me lo dicesse probabilmente il pensiero mi masticherebbe viva.
Vengo colta di soppiatto quando un ora dopo, la porta dell'ingresso si apre ed io quasi cado dal divano nel mio stato di dormiveglia.
Harry entra nella stanza portandosi con se un aria sfatta ed esausta, noto come i suoi occhi sono più rossi del solito.
Mi affretto a sedermi sul divano coprendomi con la coperta ma lui non mi degna di uno sguardo quando attraversa la stanza per entrare in cucina.
Cerco di rilassare i miei muscoli e di concentrarmi sul non affrettare conclusioni quindi mi alzo e lo seguo nell'altra stanza.
Harry sta bevendo un bicchiere d'acqua quando entro e posso notare il rosso pronunciato sulle sue guance e un velo di sudore sulla sua pelle.
"dove sei stato?" gli chiedo calma sedendomi su uno sgabello, lui ancora davanti al lavandino.
Stringe le labbra in una linea dura quasi come se non volesse parlare ma poi il suono esce dalla sua bocca "da Scott" rimane serio.
Devo ammettere che sono sorpresa di non aver dovuto lottare per farglielo dire, sono felice che sia stato onesto almeno per questa volta.
Le mani di Harry non sono rovinate come temevo quando le guardo, ma comunque rosse e leggermente livide. Non puzza di fumo ne di alcol quindi sono sollevata di saperlo sobrio almeno fisicamente, per la parte mentale farò del mio meglio.
"cos'è successo?" gli chiedo attenta, so che potrebbe scattare da un momento all'altro e non voglio dargli l'impressione di essere arrabbiata con lui.
Non lo sono, non totalmente comunque.. mi sento più che altro irritata per averlo aspettato per due ore mentre non sapevo nemmeno dove si trovasse.
Una leggera scrollatina di spalle da parte sua mi fa temere il peggio ma stringe gli occhi quasi in modo doloroso prima di concentrarsi e cercare di lasciar andare la rabbia. "volevo sistemare le cose" dita frustate si annodando ai suoi ricci e la sua espressione è totalmente annebbiata e distrutta, se Scott gli ha detto qualcosa per ferirlo? Qualcosa riguardante sua sorella o il loro vecchio hobby?
Devo assicurarmi di restare calma mentre guardo Harry lottare contro se stesso per rimanere lucido.
"e com'è andata?"
"come vuoi che sia andata, Allie?" il suo tono è rude ed un tantino pronunciato quando mi fulmina con lo sguardo, non so come comportarmi con lui.. in questo momento vorrei solo buttargli le braccia al collo e rassicurarlo. Da l'idea di un piccolo cucciolo abbandonato ed io amo i cuccioli, amo la piccola parte di Harry che mi ricorda ogni volta quanto può essere solare e scherzoso ed odio vederlo auto lesionarsi in questo modo..
Non permette a nessuno di aiutarlo, causandosi più dolore che vendetta.
"e tu?" mi avvicino mettendomi davanti a lui "io cosa?" il tono piatto.
"come stai?" sussurro dolcemente e Harry alza il viso verso di me. "una merda" dice, ma gli angoli della sua bocca vengono tirati leggermente verso l'alto e appoggio la testa al suo petto sudato cercando di calmarlo.
L'odore famigliare di Harry è abbastanza per quietare i miei stati d'allerta di poco fa, ho odiato non sapere dove fosse e sono morta di preoccupazione per tutto il pomeriggio.
Una parte della mia mente sta ancora annaspando sul fatto che fosse con Scott ma l'altra, nettamente più grande, è solo felice che sia qui, e da nessun'altra parte.
"tu come stai?" dice Harry tra i miei capelli, sento le sue labbra scivolare sulla mia fronte quando alzo la testa verso di lui. "io bene, ma la tua dispensa ha dovuto pagare per la tua assenza" sorrido indicando dei pacchetti di patatine vuoti sul tavolo, Harry sorride e le sue mani scendono gentilmente sui miei fianchi.
"non sarei dovuto andare" scuote il capo stringendo gli occhi frustato.
"va tutto bene, non ha più importanza ormai" sono quasi riuscita del tutto a sbollire la sua rabbia e non voglio che continui a rimuginare su questa cosa, non adesso per lo meno.
"mi ha detto che questa non è la mia vera natura" l'espressione di riluttanza e il tono acido quando mi guarda. Ero sicura che quel tizio gli avesse detto qualcosa per incasinargli ancora di più il cervello e lo odio, Harry è più vulnerabile e fragile di quanto sembri su alcune cose.. l'ho capito solo da poco anch'io.
"non devi dar retta a quel che ti dice, Harry. io amo questa parte di te" strofino la guancia contro la sua maglietta e sento il respiro caldo scendermi sul viso quando sospira rotto.
"io non sono mai stato così, lo sa lui come lo so io, non posso continuare a fare lo stronzo con te e a deludere ogni tua aspettativa ma sono così e non c'è modo di cambiarmi" distoglie lo sguardo dal mio e le sue parole mi svuotano, le labbra piene di Harry sono più secche del solito e si increspano insieme al profondo cipiglio sulla sua fronte.
"puoi essere diverso se lo vuoi, devi solo permettere a te stesso di essere meno arrabbiato"
"ho troppo odio dentro"
"c'è differenza tra la rabbia e l'odio, devi solo voler di meglio per te stesso" rispondo calma, gli occhi di Harry sono profondi e confusi quando mi guarda.
"tu meriti di meglio, Allie. Non riuscirò mai a darti abbastanza, non l'ho fatto con mia madre come non l'ho fatto con mia sorella" lo sento stringere i pugni quando la sua mente orbita intorno si suoi ricordi tristi, Harry dovrebbe solo stopparsi e fare qualche passo indietro così da liberarsi dal rimpianto.
"forse anche tu" lo guardo "il passato non si cambia, ma non è una colpa tentare di essere felici" gli dico e le sue dita tremano premendosi sulla mia schiena e tirandomi più verso di se, posso sentire l'accelerare del suo cuore quando appoggio meglio la guancia.
Harry non dice nulla, rimane rigido ma sollevato ed io sto in silenzio nel tentativo di smaltire al meglio la rabbia mista all'odio di quest'uomo.


SPAZIO AUTRICE
buon giorno ragazze❤️ spero che il capitolo vi piaccia!
Vi voglio bene! E siamo più di 13 mila ormai! Grazie infinite di tutto!
Commentate e fatemi sapere cosa ne pensate :)

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